Intervista al Cardinal Becciu su “Tribune Chrétienne”: vittima innocente di un “piano diabolico” per distruggerlo

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.07.2024 – Ivo Pincara] – Dopo il memoriale pubblicato in esclusiva da IlGiornale.it l’8 luglio 2024 [QUI], il Cardinale Giovanni Angelo Becciu ha rilasciato un’intervista esclusiva per Tribune Chrétienne, il sito dell’Association La Petite Voie, condotta nel medesimo giorno da Philippe Marie, che rivela la verità di un uomo accusato e giudicato che si dichiara innocente da sempre. E lo è, come dimostrano le carte processuali. Il Cardinal Becciu contesta con forza la sua condanna ingiusta, esprimendo incomprensione sulle ragioni che hanno portato ad essa. Egli nega in particolare di aver gestito male i fondi destinati alle opere sociali e umanitarie e sostiene di aver agito secondo le procedure vigenti, sottolineando con orgoglio di aver contribuito concretamente alle opere della sua diocesi. Denuncia un “piano diabolico” per distruggerlo. Precisa che Papa Francesco era stato informato in generale della gestione dei fondi della Segreteria di Stato. L’intervistatore ha ringraziato il Cardinal Becciu e suo difensore, l’Avv. Fabio Viglione.
Lo scandalo finanziario in Vaticano
Il Cardinal Becciu denuncia un “piano diabolico”
di Philippe Marie
Tribune Chrétienne, 11 luglio 2024
(Nostra traduzione italiana dal francese)
Philippe Marie: Lei sta contestando specificatamente i dettagli della sua condanna e, se sì, quali sono?
Cardinal Becciu: In realtà, non li conosco ancora. Attendiamo le motivazioni delle sentenze. Non ho ancora capito perché sono stato condannato. Perché avrei inviato del denaro alla Caritas della mia diocesi? Ma ogni anno, dalla Segreteria di Stato inviavamo decine di sussidi in tutto il mondo per aiutare le opere sociali, e molte diocesi ovviamente ne hanno beneficiato!
Ho inviato – in sette anni – 125mila euro alla mia diocesi, e sono orgoglioso di aver contribuito ad un’opera della mia diocesi, perché ho accolto la richiesta del vescovo e perché questi soldi sono serviti a sostenere un’opera sociale che dà lavoro a una sessantina di persone svantaggiate.
Devo andare in prigione per questo finanziamento? Oppure perché, d’accordo con il Papa, ho finanziato l’opera umanitaria finalizzata alla liberazione di una suora colombiana rapita in Mali? Ebbene, sono accusato anche di questo, perché l’avrei fatto a mio vantaggio. È incredibile che una sentenza del genere avvenga in Vaticano e contro un cardinale!
Che ruolo specifico ha avuto nell’investimento immobiliare dell’edificio di Sloane Avenue a Londra?
L’altra accusa riguarda il ruolo che avrei avuto nell’investimento immobiliare dell’edificio di Sloane Avenue a Londra. Qual era il mio ruolo? Il ruolo proprio dei Sostituti!
Deve sapere che il Sostituto ha un lavoro enorme da svolgere alle dirette dipendenze del Santo Padre e del Segretario di Stato e non ha il tempo di entrare nei dettagli delle questioni, soprattutto sul piano tecnico. È coadiuvato dai vari uffici (circa 17) a capo dei quali c’è solitamente un sacerdote sul quale ricade la responsabilità della loro gestione e di presentare ai Superiori, con obiettività e competenza, le varie questioni trattate.
Tra questi c’era anche l’Ufficio amministrativo che si occupava giustamente degli investimenti. Tra l’altro, mi è stato presentato il dossier riguardante l’investimento che comprendeva anche il palazzo di Londra e mi è stato presentato come il più vantaggioso per la Santa Sede. Conoscendo la serietà dei miei collaboratori, non avevo alcun motivo di dubitare della qualità e dell’opportunità della proposta.
Perché ritiene che l’investimento sia stato vantaggioso per il Santo Padre nonostante le significative perdite finanziarie?
Non mi piace che mettiamo il nome del Santo Padre nelle questioni finanziarie, salvaguardiamo la sua funzione di Pastore universale della Chiesa e parliamo, nel caso, della Santa Sede. Ascolta, al momento in cui si investe, non ci sono perdite finanziarie, altrimenti sarebbe irresponsabile effettuare un simile investimento. Le perdite possono arrivare più tardi. Quando e se fossero apparsi per il Palazzo di Londra, non ero più Sostituto!
Cosa ha motivato la sua decisione di non ritirare la proprietà del palazzo in Sloane Avenue nonostante le perdite finanziarie? In quale misura era consapevole dei potenziali rischi finanziari di questo investimento?
Le ho già risposto nella domanda precedente. Ripeto, quando ero Sostituto, i miei collaboratori non mi hanno mai parlato dei rischi finanziari o delle perdite dell’investimento in corso. Al contrario, soprattutto il Capo dell’Ufficio [amministrativo] mi ha presentato la proposta come del tutto conveniente e sicura.
Ha ricevuto vantaggi personali o indiretti legati a questo investimento?
Il semplice fatto di farmi questa domanda mi irrita. Mai in vita mia, durante i 40 anni durante i quali ho servito la Santa Sede nelle numerose Nunziature Apostoliche presenti in tutto il mondo, tra cui quella di Parigi, ho pensato minimamente ai miei interessi personali.
Nessuno potrà togliermi la gioia di aver donato la mia vita per la Chiesa in modo disinteressato! No, da questo investimento non ho ricavato nulla, nemmeno una tazza di caffè! Infatti, nel corso del processo, nessuno ha osato accusarmi di aver avuto vantaggi personali. Non ho mai avuto niente a che fare con gli interlocutori. Era il Capo dell’Ufficio amministrativo a mantenere i rapporti con loro.
Qual era il suo rapporto personale con Papa Francesco al momento di questo investimento?
Investimento o no, il mio rapporto personale con Papa Francesco è sempre stato buono. Se mi chieda se avevo informato il Papa dell’investimento, vi rispondo: sì!
Ma sono della vecchia scuola che ci insegnava che il compito del Sostituto era di proteggere il Papa e non coinvolgerlo in affari “mondani”, finanziari. La frase cara ai giuristi era “in odiosis non dicitur nomen Pontificis”!
Far firmare al Papa documenti riguardanti gli affari economici significa far perdere al Papa autorità e prestigio, significa ridurlo ad un semplice uomo d’affari! Un Sostituto si assume le sue responsabilità, ma salva il Papa! Per me è bastato il documento consegnatomi dall’allora Segretario di Stato, Cardinale Tarcisio Bertone, con il quale mi autorizzava ad investire questa specifica somma. Poi, come le ho detto, il resto lo ha fatto l’Ufficio amministrativo che ha esaminato i fascicoli e mi ha fatto avere la proposta.
Quale è stata la sua reazione alle critiche secondo cui avrebbe dovuto essere più prudente nella gestione dei fondi della Chiesa?
Di solito queste critiche provengono da coloro che non hanno familiarità con il funzionamento della Segreteria di Stato. Come ho detto prima, un Ufficio speciale si è occupato di questa materia. Nel nostro ambiente, come prassi e formazione, chi presenta le proposte al Superiore deve evitare non solo di fargli commettere errori, ma anche di dare una cattiva immagine!
Quindi non avevo motivo di dubitare o di essere diffidente. Se avessi pensato che si potevano correre dei rischi, non avrei certo dato il mio consenso alle scelte dell’Ufficio, che ha agito dopo analisi e studio tecnico. In materia finanziaria non ho mai dato disposizioni contrari a quanto mi era stato suggerito.
Come è cambiata la sua vita quotidiana dall’inizio di questa vicenda ad oggi?
Mi sento completamente innocente e vittima di una grave ingiustizia. Sono stato condannato per false accuse. Il processo ha rivelato un piano diabolico per distruggermi. Mi sento privato della mia reputazione, della gioia di esercitare il ministero episcopale, della mia visione della Chiesa come luogo di comunione fraterna.
Per “piano diabolico” mi riferisco alle attività opache che hanno portato al cosiddetto memoriale di Monsignor Perlasca. Nel corso del processo fu dimostrato che esso non fu ideato e scritto spontaneamente da Perlasca, ma sollecitato da due signore, successivamente ascoltate in tribunale. Basta leggere i verbali degli interrogatori in aula per capire che nulla è stato spontaneo e autentico.
Sono quattro anni che aspetto che la verità emerga, eppure la Bibbia dice che non dobbiamo lasciare che il sole tramonti senza che venga fatta giustizia al povero defraudato. Una tale ingiustizia era addirittura considerata un peccato che gridava vendetta al cospetto di Dio! Ho la fede che il Signore alla fine smaschererà gli operatori di iniquità. Conservo la serenità nel profondo del mio cuore, ma farò di tutto per far emergere la verità!
Quali sono state le principali difficoltà incontrate dalla sua sospensione e sua condanna?
Passare di colpo dall’essere un uomo di Chiesa amato, stimato, stretto collaboratore del Papa a essere presentato come l’uomo più corrotto della Curia romana e diventare motivo di scandalo per la Chiesa intera è stato ed è un dolore inaudito. Ho sperimentato sulla mia pelle la cattiveria umana. È terribile! Trovo l’unica consolazione e spiegazione guardando la Croce, dove il vero Innocente ci ha preceduto nelle nostre sofferenze! È solo in lei che trovo la serenità e anche la forza per lottare contro l’ingiustizia e le menzogne.
Indice – Caso 60SA [QUI]