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Papa all’Udienza generale: nella ‘prova’ essere custodi della vita

Al termine della prima udienza generale dell’anno nell’Aula Paolo VI, papa Francesco Il Papa ha espresso la sua vicinanza al popolo australiano che ha visto le sue terre devastate da incendi.

Papa Francesco: il presepe è Vangelo vivo

Nell’ultima udienza prenatalizia nell’aula ‘Paolo VI’ papa Francesco, richiamando la sua recente lettera apostolica ‘Admirabile signum’ e la sua visita a Greccio, ha invitato i fedeli a ‘fare’ il presepe: “Tra una settimana sarà Natale. In questi giorni, mentre si corre a fare i preparativi per la festa, possiamo chiederci: ‘Come mi sto preparando alla nascita del Festeggiato?’. Un modo semplice ma efficace di prepararsi è fare il presepe”. 

Il papa ha sottolineato che il presepe è come ‘Vangelo vivo’, invitando i presenti a rendere visibile un avvenimento essenziale per la vita umana: “Porta il Vangelo nei posti dove si vive: nelle case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di ritrovo, negli ospedali e nelle case di cura, nelle carceri e nelle piazze. E lì dove viviamo ci ricorda una cosa essenziale: che Dio non è rimasto invisibile in cielo, ma è venuto sulla Terra, si è fatto uomo, un bambino”.

Allora ‘fare’ il presepe significa ‘celebrare la vicinanza di Dio’: “Dio sempre è stato vicino al suo popolo, ma quando si è incarnato e nato, è stato molto vicino, vicinissimo. Fare il presepe è celebrare la vicinanza di Dio, è riscoprire che Dio è reale, concreto, vivo e palpitante. Dio non è un signore lontano o un giudice distaccato, ma è Amore umile, disceso fino a noi. Il Bambino nel presepe ci trasmette la sua tenerezza”.

E, con dovizia di particolari, si è soffermato nel raccontare la ‘tenerezza’ di Dio, che si manifesta nel presepe: “Alcune statuine raffigurano il “Bambinello” con le braccia aperte, per dirci che Dio è venuto ad abbracciare la nostra umanità. Allora è bello stare davanti al presepe e lì confidare al Signore la vita, parlargli delle persone e delle situazioni che abbiamo a cuore, fare con Lui il bilancio dell’anno che sta finendo, condividere le attese e le preoccupazioni”.

Ed ha fornito una visione anche dei genitori di Gesù, chiedendo di invitare nelle case la Sacra Famiglia: “Accanto a Gesù vediamo la Madonna e san Giuseppe. Possiamo immaginare i pensieri e i sentimenti che avevano mentre il Bambino nasceva nella povertà: gioia, ma anche sgomento. E possiamo anche invitare la Sacra Famiglia a casa nostra, dove ci sono gioie e preoccupazioni, dove ogni giorno ci svegliamo, prendiamo cibo e sonno vicini alle persone più care”.

Poi ha sottolineato il significato della parola ‘presepe’, come luogo che dà vita: “Il presepe è un Vangelo domestico. La parola presepe letteralmente significa ‘mangiatoia’, mentre la città del presepe, Betlemme, significa ‘casa del pane’. Mangiatoia e casa del pane: il presepe che facciamo a casa, dove condividiamo cibo e affetti, ci ricorda che Gesù è il nutrimento, il pane della vita. E’ Lui che alimenta il nostro amore, è Lui che dona alle nostre famiglie la forza di andare avanti e perdonarci”.

Quindi il presepe è un invito alla ‘contemplazione’: “Ci ricorda l’importanza di fermarci. Perché solo quando sappiamo raccoglierci possiamo accogliere ciò che conta nella vita. Solo se lasciamo fuori casa il frastuono del mondo ci apriamo all’ascolto di Dio, che parla nel silenzio”.

Riprendendo l’episodio di un regalo ricevuto il papa ha sottolineato l’attualità del presepe: “Il presepe è attuale, è l’attualità di ogni famiglia. Ieri mi hanno regalato un’immaginetta di un presepe speciale, piccolina, che si chiamava: ‘Lasciamo riposare mamma’.

C’era la Madonna addormentata e Giuseppe con il Bambinello lì, che lo faceva addormentare. Quanti di voi dovete dividere la notte fra marito e moglie per il bambino o la bambina che piange, piange, piange. ‘Lasciate riposare mamma’ è la tenerezza di una famiglia, di un matrimonio”.

Insomma il presepe è un’immagine di pace, costruito da tante scene di vita quotidiana: “Il presepe è più che mai attuale, mentre ogni giorno si fabbricano nel mondo tante armi e tante immagini violente, che entrano negli occhi e nel cuore. Il presepe è invece un’immagine artigianale di pace. Per questo è un Vangelo vivo…

Vediamo scene quotidiane: i pastori con le pecore, i fabbri che battono il ferro, i mugnai che fanno il pane; a volte si inseriscono paesaggi e situazioni dei nostri territori. E’ giusto, perché il presepe ci ricorda che Gesù viene nella nostra vita concreta”.

Ha concluso l’udienza con l’invito a fare il presepe in casa: “E, questo è importante. Fare un piccolo presepe a casa, sempre, perché è il ricordo che Dio è venuto da noi, è nato da noi, ci accompagna nella vita, è uomo come noi, si è fatto uomo come noi. Nella vita di tutti i giorni non siamo più soli, Egli abita con noi. Non cambia magicamente le cose ma, se Lo accogliamo, ogni cosa può cambiare.

Vi auguro allora che fare il presepe sia l’occasione per invitare Gesù nella vita. Quando noi facciamo il presepe a casa, è come aprire la porta e dire: ‘Gesù, entra!’, è fare concreta questa vicinanza, questo invito a Gesù perché venga nella nostra vita. Perché se Lui abita la nostra vita, la vita rinasce. E se la vita rinasce, è davvero Natale. Buon Natale a tutti!”

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