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Il Cairo: inaugurato il ristorante ‘Fratello’ che fornisce pasti gratuiti alle famiglie bisognose

Nevin Al-Kabbaj, Ministro della Solidarietà Sociale, ha inaugurato, il 9 gennaio 2024, il primo ramo della Catena dei Ristoranti della Fratellanza Umana“Fratello”, alla presenza di Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Sua Santità Papa Francesco e Presidente della Fondazione della Fratellanza Umana, dell’Ambasciatore Nabila Makram, ex Ministro dell’immigrazione, Fondatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Fahim, e del Dottor Osama Al-Azhari, Consigliere del Presidente della Repubblica egiziana.

A darne la notizia è stato il giornalista  Biagio Maimone, Direttore della Comunicazione e corrispondente dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui Presidente è Monsignor Yoannis Lahzi Gaid. L’inaugurazione ha visto la presenza di  un folto gruppo di ambasciatori e  di personaggi pubblici, influenti sia all’interno, sia all’esterno della Repubblica Araba d’Egitto, nonché di un gruppo di famiglie a cui dare prima assistenza, provenienti da ogni parte dell’Egitto.

L’inaugurazione è avvenuta in attuazione del protocollo sottoscritto dal Ministero della Solidarietà Sociale e dalla Fondazione della Fratellanza Umana nel maggio 2023, in base al quale i ristoranti forniranno pasti nutrizionalmente completi e gratuiti alle famiglie bisognose di cure, nonché a  tutte quelle  persone che non hanno la possibilità di recarsi nei ristoranti  facendoli diventare clienti del ristorante, per contribuire al riconoscimento del valore della loro dignità umana.

I pasti saranno forniti a tutte le fasce della società attraverso il contributo di chi è in grado di sostenere il costo del pasto a favore di chi non può. Le persone e le organizzazioni che vorranno sostenere tale iniziativa potranno ricaricare carte prepagate con cui  sostenere le spese dei pasti per le famiglie che essi desiderano aiutare.

L’iniziativa, inoltre, raccoglierà donazioni e contributi vari da parte di quei soggetti che, per responsabilità sociale, vorranno aderire all’iniziativa. Il ristorante offre un menù unificato per tutte le categorie, contenente molte opzioni, tra cui i pasti destinati ai bambini con un valore nutrizionale e salutare completo, simile all’ ‘Happy Meal’ dei ristoranti commerciali.

Il Ministro della Solidarietà Sociale ha sottolineato che la fraternità rappresenta il vincolo universale dell’umanità, in cui si dissolvono le appartenenze di classe, le appartenenze religiose e politiche, perché  aiuta a colmare le lacune sociali e ad aumentare le pari opportunità, ponendo in luce, altresì, che essa sviluppa il senso di responsabilità della società verso gli altri e contribuisce a rafforzare l’idea che anche i poveri hanno diritto ad una sana e completa  alimentazione.

Contribuire a garantire tali diritti è un dovere di tutti, soprattutto delle istituzioni finanziarie e dei gruppi economicamente all’avanguardia. Kabbaj ha aggiunto che la Fondazione della Fratellanza Umana è un’organizzazione di beneficenza senza scopo di lucro che ha lanciato il suo appello a sostegno della fratellanza umana, uniformandosi ai valori e ai  principi del Documento sulla

‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, sottoscritto da papa Francesco e dal Grande Imam Dr. Ahmed Al-Tayebb.

La Fondazione, nata nel 2022, si è rapidamente rimboccata le maniche diventando, in soli due anni,  un’istituzione di spicco della società civile egiziana. Essa ha dato vita a numerosi progetti, tra cui l’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, i Convogli medici, l’Ospedale Pediatrico ‘Bambino Gesù’ del Cairo (il primo Ospedale del Papa fuori dall’Italia) e la Scuola della Fratellanza Umana per le  persone portatori di disabilità, oltre alla serie di Ristoranti della Fraternità Umana ‘Fratello’.

Il Ministro della Solidarietà Sociale ha affermato, inoltre, che lo Stato si prefigge l’intento di adottare quei programmi che consolidino i principi della giustizia sociale. Per tale motivo stanzia ogni anno  ingenti budget, destinati sia al sostegno economico, sia al sostegno mediante prodotti alimentari, tra cui il pane, oltre a fornire cartoni di cibo e carne alle comunità locali. Ha annunciato, altresì, che intende finanziare il 20% del costo di questo progetto, sia attraverso finanziamenti di sostegno, sia attraverso il canale di solidarietà della Nasser Social Bank.

L’Ambasciatrice Nabila Makram, Fondatrice e Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Fahim ha fatto riferimento al protocollo di cooperazione tra la Fondazione Human Fraternity e la Fondazione Fahim per il sostegno psicologico, apprezzando il progetto del Ristorante Human Fraternity, che costituisce una  forma di sostegno psicologico per i gruppi più bisognosi e, nel contempo,  una forma di sostegno alla famiglia.

Ha sottolineato, altresì,  che il contributo di chi è in grado di sopportare l’onere e il costo del pasto di chi non ha le possibilità economiche rappresenta  un’idea unica nel suo genere, implementata per la prima volta in Egitto, di cui si auspica il successo. Mons. Yoannis Lazhi Gaid ha affermato:“Il primo ristorante della Catena dei Ristoranti della Fratellanza Umana ‘Fratello’ è stato inaugurato il 9 gennaio 2024.

E’ nostro intento aprire altri ristoranti in tutto l’Egitto ed anche in altri Paesi che ne hanno bisogno. Il Ristorante, il cui cibo è di alta qualità, non fa pensare ad una mensa o a un luogo destinato alle famiglie povere, proprio in quanto siamo stati sorretti dall’intento di non creare discriminazioni sociali, dando vita ad un luogo accogliente ed elegante. La povertà è solo una parola e non uno stato che identifica una persona.

L’idea del Ristorante ‘Fratello’ è oggetto di ulteriore approfondimento al fine di applicarla anche in Italia, tuttavia occorre sottolineare che la realizzazione di tale intento è molto impegnativa in quanto si tratta di un ristorante che ha due caratteristiche, ossia di essere come tutti gli altri ristoranti, per la sua identità commerciale e la sua apertura al pubblico e, nel contempo, è anche un ristorante solidale ‘no profit’, in quanto tutte le entrate vengono destinate alle famiglie bisognose, le quali possono mangiare gratuitamente. Si rende, pertanto, necessario capire se le leggi italiane prevedono di far vivere anche in Italia la medesima possibilità.

Il Santo Padre conosce bene questo progetto e le caratteristiche di tale iniziativa, per esserle stata illustrata a ottobre 2022, quando era solo un’idea, da me e dallo Sceicco Osama al-Azhari, consigliere del presidente egiziano per gli affari religiosi e membro anche lui della Fondazione Fratellanza Umana. Ampio è stato l’apprezzamento del Santo Padre. Successivamente l’abbiamo presentata al Ministero della Solidarietà egiziana con cui abbiamo sottoscritto un protocollo a maggio 2023. Ci sono stati forniti dal Ministero, e quindi dal Governo, tutti i dati relativi al numero delle famiglie in difficoltà.

La presenza della Ministra della Solidarietà Dott.ssa Nivin Kabbaj alla cerimonia di inaugurazione del 9 gennaio ha attestato e consolidato il sostegno e la collaborazione del governo egiziano a questa iniziativa di solidarietà e di Fratellanza Umana. Il primo ristorante funziona molto bene e le famiglie che arrivano restano sbalordite nel poter scegliere da un menù ed essere serviti gratuitamente. Quello che notiamo è la loro gioia scaturente dal fatto che molti di essi, nel corso della loro vita, non sono mai stati in un ristorante in cui, peraltro, sono stati serviti.

Questa iniziativa è sorretta da tre principi fondamentali: il primo principio è la Fraternità, in quanto siamo tutti fratelli e di nessun fratello possiamo ignorare il bisogno del suo fratello di nutrirsi, il secondo principio è il rispetto della dignità, in quanto offrendo questo servizio in maniera dignitosa teniamo conto della dignità di chi lo riceve, il terzo principio è la solidarietà in quanto il ristorante, essendo di ottima qualità, è aperto a tutti, sicché si verifica che le persone abbienti, le quali pagano, sostengono le spese del cibo delle famiglie non abbienti e bisognose.

Abbiamo creato, inoltre, anche le carte prepagate, che le persone benestanti possono caricare e donare alle famiglie bisognose. Questa iniziativa viene realizzata insieme ad alcune istituzioni, associazioni, fondazioni che caricano le carte prepagate non solo una sola carta, ma anche per 10 o 100 pasti da offrire a molte famiglie. Il progetto sta procedendo benissimo e, per tale motivo, nutriamo l’intento di aprire un altro ristorante sempre a Il Cairo in un’ altra zona disagiata”.

Verso le riaperture di bar e ristoranti

Più di nove italiani su dieci (90,5%) per un totale di 53.900.000 persone nella nuova settimana sono fuori dalle zone rosse e dai vincoli restrittivi che le caratterizzano: è quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla nuova mappa dei colori con sole 3 regioni (Valle d’Aosta, Puglia e Sardegna) in zona rossa e tutte le restanti in arancione fino al 26 aprile, quando in molte regioni passeranno in giallo rafforzato  con la possibilità di aperture serali della ristorazione all’aperto.

Covid 19: fuga dalla città

Appena lo 0,3% dei contagi colpisce le campagne dove in molti sognano di trasferirsi per sfuggire ai pericolosi assembramenti delle grandi città senza limitare la possibilità di movimento, grazie ai grandi spazi disponibili.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base delle denunce complessive di infortunio da Covid 19 al 31 dicembre 2020 registrate dall’Inail che evidenzia come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio in agricoltura dove peraltro non si è mai smesso di lavorare durante l’anno per garantire le forniture alimentari degli italiani, come ha sottolineato la Coldiretti:

“Il lavoro in campagna risulta essere più sicuro perché garantisce il rispetto delle distanze che nelle aree rurali si misurano in ettari e non in metri ma ad essere meno pericolosa è anche la vita nei borghi rispetto alle metropoli segnate da una forte densità di popolazione.

Nei 5500 piccoli comuni italiani con meno di 5.000 abitanti il distanziamento è infatti garantito per i 10.000.000 di abitanti che dispongono di oltre il 54% del territorio nazionale mentre i restanti 50.000.000 devono dividersi il resto dello spazio.

Il risultato è che si è verificato un aumento del 29% delle ricerche di case in campagna, nei borghi e nei piccoli comuni per la voglia di maggior sicurezza e ma anche di una migliore qualità della vita, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi Idealista rispetto al periodo pre-Covid”.

Un situazione di maggiore tranquillità riconosciuta dallo stesso ultimo DPCM che, come chiarito dalla FAQ del Governo, consente a chi vive in un Comune fino a 5.000 abitanti di spostarsi anche entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), con il divieto però di recarsi nei capoluoghi di Provincia:

“Inoltre anche a chi vive in città è offerta la possibilità di muoversi per lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, sia per i residenti nelle zone rosse che arancioni.

Una precisazione importante che consente gli spostamenti per 1.200.000 italiani che fanno gli agricoltori solo per passione coltivando appezzamenti di terreno pubblici o privati per garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta.

Accanto a chi esprime la propria passione in orti e giardini ci sono anche molti che non si accontentano e coltivano almeno un ettaro di terreno a uso familiare. Si tratta in larga maggioranza di famiglie che hanno ereditato aziende o pezzi di terreno da genitori e parenti dei quali hanno voluto mantenere la proprietà per esercitarsi nel ruolo di coltivatori e allevatori, piuttosto che venderli come accadeva spesso nel passato.

Ma ci sono anche tanti che hanno acquistato terreni o piccole aziende agricole anche in aree svantaggiate per ristrutturarle e avviare piccole attività produttive, dall’olio al vino, dall’allevamento delle galline a quello dei cavalli”.

Inoltre sono oltre 291.000 i bar, i ristoranti, le pizzerie e gli agriturismi costretti a stare chiusi nella nuova mappa delle regioni rosse e arancioni per l’emergenza Covid, secondo l’analisi della Coldiretti che evidenzia che oltre alla Provincia Autonoma di Trento i locali sono aperti solo in Campania, Basilicata, Molise e Toscana che restano gialle.

Per questo la Coldiretti ribadisce le regole che occorrono rispettare: “Il risultato è che sono chiusi piu’ di 8 locali su 10 (81%) presenti in Italia fra bar, ristoranti, delle pizzerie e agriturismi, con un drammatico impatto su economia ed occupazione.

Nelle regioni rosse o arancioni è consentita la consegna a domicilio o l’asporto, con limitazioni fino alle 18 per i bar che riducono ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le aperture tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate”.

Però la situazione è preoccupante: “Una situazione che rischia di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per la ristorazione che dimezza il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi € 41.000.000.000.

Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”.

(Foto: Coldiretti)

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