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The Sun: senza te non si può fare
Il 31 maggio 2024 è stata una data storica per la musica in Italia e non solo! Con il nuovo singolo ‘Senza te non si può fare’, disponibile su tutte le piattaforme digitali, per la prima volta nel nostro Paese una band cattolica e un cantante evangelico, i più seguiti nei loro relativi contesti, collaborano insieme per un progetto straordinario.
The Sun e Angelo Maugeri, infatti, hanno unito le loro voci per celebrare l’uscita della nuova stagione dell’innovativo dramma storico ‘The Chosen’, la prima serie cinematografica dedicata alla figura di Gesù, diventata fenomeno mondiale con centinaia di milioni di spettatori, oltre 770.000.000 di visualizzazioni di singoli episodi ed oltre 12.000.000 di follower sui social media.
‘Senza te non si può fare’, come racconta Francesco Lorenzi nell’articolo apparso all’interno del suo blog Per Anime Libere, è frutto di una serie di giorni intensi trascorsi a riflettere sul rapporto di Dio con Mosè, e viceversa: “Vedevo di fronte a me in modo nitido come questa relazione parlasse al cuore di ogni uomo pronto a guardarsi dentro per lasciarsi guidare oltre l’Egitto interiore, superando il deserto e giungendo alla propria Terra Promessa. Così, parole e musica si sono mostrate in modo unitario, quasi come una dichiarazione di fiducia, vicinanza e supporto dal Padre verso ognuno di noi”.
Un brano suggestivo, pubblicato dall’etichetta discografica La Gloria, rivestito di un sound nettamente rock, in cui batteria e basso trainano l’ascolto dando alla melodia e alle parole una immediata energia che coinvolge mente e cuore:
“Questa canzone è una ennesima benedizione per noi e per le persone a noi vicine e speriamo possa esserlo anche per chiunque la ascolterà a cuore aperto, sottolinea sempre Francesco nel suo articolo. Nella vita di ognuno ci sono attese talvolta incomprensibili: momenti in cui dobbiamo decidere di fare un passo indietro o in cui qualcosa a cui teniamo ci pare venga tolta vita o visibilità o importanza. Ma se cerchiamo la volontà del Padre affinché diriga i nostri passi, se cerchiamo la Sua volontà nelle scelte che compiamo, avviene poi che si manifestano meraviglie… Meraviglie che avevano solo bisogno di un certo tempo per mostrarsi e della nostra personale adesione a quel tempo, proprio come Mosè”.
Angelo Maugeri, uno dei massimi esponenti di musica cristiana in Italia con all’attivo 9 album da solista e produttore di numerosi altri nella sua etichetta Hopeful Music, racconta che “in Mosè mi rivedo un po’ perché per otto lunghi anni della mia infanzia, sono stato un balbuziente cronico! Quando The Chosen Italia mi ha contattato per invitarmi a mettere in piedi il progetto della sigla finale della quarta stagione, non ci ho pensato due volte! Cantare di Gesù, farlo con degli amici speciali ed insieme innalzare la stessa bandiera credo sia un privilegio che in tempi come questi non è scontato”.
Ad accompagnare l’uscita di ‘Senza te non si può fare’ è stato realizzato un videoclip ufficiale, che uscirà la sera di venerdì 7 giugno alle ore 21.00 in occasione della premier al cinema dei primi due episodi della quarta serie di The Chosen, diretto da Damiano Ferrari e da Francesco Lorenzi, che verrà lanciato venerdì 7 giugno in occasione della premier al cinema dei primi due episodi della quarta serie di The Chosen.
(Foto: The Sun)
Papa Francesco: la pace si costruisce con impegno
Papa Francesco invita alla docilità per il popolo
Dopo l’incontro con le autorità sud sudanesi oggi papa Francesco ha incontrato i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate ed i seminaristi nella cattedrale di Santa Teresa a Giuba, riprendendo l’immagine delle acque del fiume Nilo che attraversa il Paese, a cui già ieri si era ispirato parlando alle autorità sud sudanesi, e tratteggiando la figura di Mosè per cogliere alcune indicazioni utili:
Conclusi gli esercizi spirituali: Dio è presente tutti i giorni
In mattinata si sono conclusi gli esercizi spirituali per la Curia Romana ad Ariccia, predicati da p. Pietro Bovati, seguiti dal papa dal Vaticano, sul tema ‘La presenza di Dio’, che è il mandato dato da Gesù ai discepoli, dicendo: ‘Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi’.
Ispirandosi a letture tratte dal capitolo 33 del libro dell’Esodo, dal Vangelo di Matteo e dal salmo 90, il predicatore ha esordito sottolineando che ‘il Signore è presente nella nostra vita, è l’Emmanuele per noi, e ci accompagna nel nostro cammino’; questa presenza è stata capita da Mosè.
In proposito p. Bovati ha affermato che “Gesù ha raccomandato di pregare nel segreto senza esibizione; la preghiera non deve mai diventare spettacolo e men che meno autocelebrazione”, facendo notare che “essere un esempio luminoso è un dovere… questa esemplarità è veritiera quando non ha di mira il plauso fatto all’uomo, ma al contrario, l’adorazione di Dio”.
Ritornando alla storia di Mosè ha sottolineato il linguaggio tra Dio e Mosè attraverso l’uso dell’imperativo, che “può essere fastidioso solo se è pensato semplicemente come la volontà di un altro; ma quando il comando è promulgato dalla bocca dell’amico, dal Dio di amore, se viene compreso nella sua verità, illumina, rende sapienti, incoraggia, promuove la vita del credente, perché è come una strada spalancata, una porta che si apre sul mistero dell’amore”.
Un ulteriore elemento individuato dal segretario della Pontificia commissione biblica rimanda al fatto che Mosè non domanda al Signore “ricompense, né segni, né promesse, ma chiede solo di essere strumento. E’ come un profeta che ogni volta deve essere istruito dal Signore per compiere giorno dopo giorno la sua missione”.
In questo il pastore ha il dovere di “saper riconoscere e promuovere nel comune ministero le persone che Dio ha eletto e consacrato, ha inviato; così da essere poi lui a scegliere chi è stato scelto da Dio e poter consacrare chi è stato santificato da Dio, cioè dotato dello Spirito per il ministero…
Mosè ha fin dall’inizio compreso la necessità di avere collaboratori per andare dal faraone deve essere accompagnato da Aronne; per celebrare il trionfo del Signore sul mare deve coinvolgere la voce e i tamburelli di Miriam.
Per vincere Amalek deve attivare Giosuè, ma anche Aronne e Cur per sostenere le sue mani, e per amministrare la giustizia, con le sue innumerevoli esigenze, deve fare ricorso a un collegio di giudici, così che nella suddivisione dei compiti sia possibile portare il peso di tanta responsabilità e attivare anche una sinodalità, cioè un’unità di intenti, una collaborazione verso il medesimo obiettivo”.
In queste situazione è importante il discernimento: “Non sono certo i criteri mondani di amicizia, simpatia, affinità culturale o quant’altro, né una semplice considerazione di qualità oggettive nel campo intellettuale o pratico che assicurano competenza, efficienza, affidabilità…
Tutto ciò va sottoposto a un’intuizione spirituale di ordine profetico che sappia riconoscere ciò che Dio vuole, ciò che Dio ha già posto in una determinata persona, magari anche a sua insaputa, perché sia preparata al compito che il Signore le affiderà”.
Attualizzando la riflessione, il predicatore ha parlato del percorso che il pastore deve seguire per portare le greggi ai ‘pascoli eterni’: “In un tempo di cambiamenti, di difficoltà, di incertezze come quello odierno è quanto mai necessario saper trovare la via adatta a ciò che Dio vuole oggi”.
Il discernimento è pratico perché ha “quella capacità sapienziale di natura profetica di riconoscere nel concreto, nelle circostanze complicate della storia, nell’oggi, nella varietà delle persone, dei momenti, le priorità da seguire; riconoscere quindi in ogni realtà ciò che Dio vuole”.
Quindi “non basta la conoscenza teorica o una competenza nelle scienze teologiche. E’ necessario un dono spirituale, non comunicato una volta per sempre, ma ‘distillato’ giorno dopo giorno per aiutare le persone a scegliere la via che è stata indicata, per aiutare il pastore a condurre sulle vie buone”.
Concludendo p. Bovati ha esortato a meditare gli ultimi versetti del capitolo 28 del Vangelo di Matteo, dedicati all’incontro di Gesù Risorto con i suoi apostoli, perché ‘Cristo ha sparso il suo sangue per la moltitudine’.
Mentre nella meditazione pomeridiana di ieri il gesuita aveva riflettuto sul significato di intercessione: “In un tempo di cambiamenti, di difficoltà, di incertezze come quello odierno è quanto mai necessario saper trovare la via adatta a ciò che Dio vuole oggi.
Con una certezza: che la via giusta è quella tracciata dai comandamenti, che sono come pietre miliari, delineano il sentiero, illuminano il percorso, proprio come Mosè che ha ricevuto la Torah, l’ha anche scritta, poi l’ha comunicata e spiegata al popolo dopo essere stato ripetutamente all’ascolto del Signore sulla santa montagna”.