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Attaccata la minoranza cristiana in Turchia

“Esprimo la mia vicinanza alla comunità della chiesa di Santa Maria a Istanbul, che durante la Messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e diversi feriti”: al termine della recita dell’Angelus di domenica scorsa papa Francesco ha invitato a pregare dopo l’attacco alla chiesa Santa Maria a Sariver, appartenente alla parrocchia della cattedrale dello Spirito Santo ad Istanbul, dove il vicario apostolico, mons. Massimiliano Palinuro, stava celebrando la messa, uccidendo una persona, avvenuto nella mattinata della domenica.

Dalle riprese delle telecamere di sicurezza è possibile vedere l’irruzione di due uomini incappucciati durante la celebrazione eucaristica domenicale cui partecipavano circa 40 persone. I due uomini con il volto coperto da passamontagna neri hanno aperto il fuoco con armi automatiche, uccidendo un uomo di 52 anni, senza alcun ferito, rivendicata dal Daesh, il sedicente Stato islamico, attraverso i canali Telegram.

Subito anche i vescovi italiani hanno espresso solidarietà e vicinanza ai cristiani in Turchia: “Esprimiamo il nostro cordoglio per l’uccisione del cittadino turco e lo affidiamo all’abbraccio misericordioso del Padre… A tutta la comunità giunga il nostro affetto. Insieme preghiamo perché cessi ogni forma di violenza e si intraprenda con decisione la via della pace”.

Inoltre la CEI, attraverso Caritas Italiana, continua a essere a fianco di Caritas Turchia nell’accompagnamento e nel supporto alla popolazione e alla comunità cristiana con diversi progetti, soprattutto nell’ambito della ricostruzione post-terremoto.

Secondo quanto riferisce il quotidiano turco Hurriyet il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha espresso le sue condoglianze con una telefonata al parroco della chiesa, assicurando che ‘si stanno prendendo tutte le misure necessarie per catturare i colpevoli il più presto possibile’.

Mentre all’Agenzia Sir mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia, ha parlato di attacco ‘anticristiano’: “Ho visto il video dell’attacco e mi pare di poter dire che si tratti di un attentato anticristiano, di matrice religiosa. Per fare totale chiarezza bisognerà che vengano assicurati alla giustizia gli esecutori materiali, diversamente sarà difficile connotare con maggiore precisione l’attentato… E’ un attentato contro la minoranza cristiana, una delle tante presenti in Turchia e in Medio Oriente. In Turchia da decenni i cristiani sono bersagli numero 1. Pensiamo, per esempio, a don Andrea Santoro, ucciso a Trebisonda il 5 febbraio 2006, mentre pregava in chiesa, e a mons. Luigi Padovese, ucciso il 3 giugno 2010, a Iskenderun, dal suo autista reo confesso”.

Mentre mons. Martin Kmetec, arcivescovo metropolita di Izmir e presidente della Conferenza episcopale turca, ha chiesto la garanzia della sicurezza per i cristiani: “Condanniamo fermamente questo atto di violenza contro l’umanità. Confidiamo che le forze di sicurezza dello stato turco trovino i responsabili e che sia fatta giustizia. Chiediamo fermamente che la verità venga rivelata e che venga garantita una maggiore sicurezza alle nostre comunità e alle nostre chiese. Chiediamo a tutti di non diffondere la cultura dell’odio e della discriminazione religiosa. Chiediamo a tutti i nostri fedeli di pregare per la vittima e la sua famiglia”.

(Foto: Dayfr.com)

Condanna unanime contro l’attentato ai cristiani in Nigeria

“Il Papa ha appreso dell’attacco alla chiesa a Ondo, in Nigeria, e della morte di decine di fedeli, molti bambini, durante la celebrazione della Pentecoste. Mentre si chiariscono i dettagli dell’accaduto, Papa Francesco prega per le vittime e per il Paese, dolorosamente colpiti in un momento di festa, e affida entrambi al Signore, perché invii il Suo Spirito a consolarli”: così nella solennità di Pentecoste ha riferito la Sala Stampa della Santa Sede dopo la pubblicazione della notizia dell’attentato.

40 anni fa l’attentato a papa Giovanni Paolo II

Oggi ricorrono 40 anni dall’attentato a papa Giovanni Paolo II da parte di Alì Agca durante la catechesi pubblica del mercoledì. Mentre il papa stava facendo il giro di piazza san Pietro, tra i fedeli a distanza ravvicinata il ‘lupo grigio’ sparò alcuni colpi al ventre, al gomito destro e all’indice, come ha ricordato mons. Stanislaw Dziwisz nel discorso ufficiale pronunciato il 13 maggio 2001 in occasione del conferimento della ‘Laurea honoris causa’ in teologia all’Università di Lublino:

Mons. Crociata: dalla vita di Vittorio Iacovacci nasca un movimento di giustizia

La comunità cittadina di Sonnino, in provincia di Latina, si è stretta intorno alla famiglia di Vittorio Iacovacci, il carabiniere ucciso lunedì in Repubblica democratica del Congo insieme all’ambasciatore Luca Attanasio, di cui sono stati celebrati i funerali nella parrocchia di Santa Maria Annunziata, all’abbazia di Fossanova, presenziati dall’arcivescovo di Latina-Sezze, mons. Mariano Crociata, che nell’omelia ha ricordato la morte violenta del carabiniere:

Card. De Donatis al funerale di Attanasio e Iacovacci chiede di smascherare l’indifferenza

La marcia funebre di Chopin suonata dalla fanfara dei Carabinieri, ha accolto l’entrata nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma dei due feretri avvolti nel tricolore dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi lunedì scorso.

Attentato in Congo: uccisi l’ambasciatore italiano e la scorta

Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano in Congo, Vittorio Iacovacci, carabiniere della sua scorta e un’altra persona di cui non sono state ancora rese note le generalità, forse l’autista, sono morti in un attacco rivolto a un convoglio dell’ONU nell’est della Repubblica democratica del Congo.

Attentato a Nizza: il cordoglio del papa

“Informato del feroce attentato di questa mattina in una chiesa di Nizza, che ha provocato la morte di diverse persone innocenti, papa Francesco si unisce con la preghiera al dolore delle famiglie”: così si legge nel telegramma di cordoglio per le vittime dell’attentato avvenuto questa mattina nella Basilica di Notre-Dame a Nizza, in Francia.

Il papa prega per il Libano

Anche al termine dell’Angelus di domenica scorsa papa Francesco ha chiesto di pregare per la situazione libanese: “In questi giorni il mio pensiero ritorna spesso al Libano; lì vedo una bandiera del Libano, un gruppo di libanesi. La catastrofe di martedì scorso chiama tutti, a partire dai Libanesi, a collaborare per il bene comune di questo amato Paese. Il Libano ha un’identità peculiare, frutto dell’incontro di varie culture, emersa nel corso del tempo come un modello del vivere insieme.

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