I consigli di “nonno” Benedetto XVI

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Nessun particolare trasferimento estivo per Papa Francesco che trascorrerà i caldi giorni di agosto nella Casa Santa Marta in Vaticano. Una scelta probabilmente dettata da uno stile di vita già collaudato a Buenos Aires nelle vesti di cardinale Arcivescovo. La trasferta in Brasile, in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, ha ulteriormente incrementato – e per certi versi confermato – il numero dei consensi che ruotano attorno alla figura di questo Papa, del quale stiamo imparando a conoscere le “normali” abitudini di vita quotidiana.

Immaginiamo, per esempio, che al suo rientro in Vaticano da Rio de Janeiro – dopo aver riposto il rasoio nella mensolina della toilette, l’agenda nel cassetto della scrivania, il breviario e il libro di santa Teresina nel comodino della camera da letto, e la borsa di cuoio nera nell’armadio – si sia recato in visita da “nonno” Benedetto XVI per raccontargli le emozioni vissute, in un clima di familiare cordialità, e non è escluso che gli abbia portato anche in dono un souvenir dal Brasile. Papa Francesco stesso, di Benedetto XVI dice: “per me è come avere il nonno saggio in casa. Quando in famiglia c’è il nonno, è venerato ed è ascoltato… è il mio papà. Se ho una difficoltà posso andare a parlargli, come ho fatto per quel problema grosso di Vatileaks”. Questa particolare attestazione di stima nei confronti del Pontefice emerito – annunciata da Papa Francesco ai giornalisti nel volo di ritorno dal Brasiele – ci è sembrata una rivelazione importante e un ulteriore supporto al difficile compito che un papa è chiamato a svolgere nel corso del suo ministero petrino, e che altri pontefici non hanno avuto. Forse, per alcuni, Ratzinger rappresenta una presenza scomoda, non è così per Papa Francesco che trova in lui un sapiente interlocutore e un attendibile conoscitore delle strutture vaticane, un ulteriore ausilio per il non semplice governo della Chiesa.

Un’amicizia, insomma, che può solo portare giovamento alla nostra Chiesa. “Fare il lavoro di vescovo è una cosa bella. Il problema – ricordava ancora Papa Francesco ai giornalisti – è quando qualcuno cerca quel lavoro, questo non è tanto bello. C’è sempre il pericolo di pensarsi un po’ superiori agli altri, di sentirsi un po’ principe. Ma il lavoro di vescovo è bello: deve stare davanti ai fedeli, in mezzo ai fedeli e dietro ai fedeli. Facendo il vescovo a Buenos Aires sono stato felice. Ero tanto felice. E come Papa? Anche. Quando il Signore ti mette lì, se tu accetti di fare quello che il Signore ti chiede, sei felice”.

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