Appello per un cessate il fuoco in Ucraina

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 17.10.2022 – Vik van Brantegem] – Domenica 16 ottobre 2022 è stato reso noto un appello per un negoziato credibile per fermare la guerra, con un piano di sei punti.

Sottoscriviamo e condividiamo questo appello trasversale, promosso da undici autorevoli intellettuali di orientamento politico e culturale molto diverso tra loro, perché tacciano le armi e si investa seriamente sui negoziati con spirito realistico e costruttivo.

I primi sottoscrittori sono Antonio Baldassarre, Presidente emerito Corte Costituzionale; Pietrangelo Buttafuoco, scrittore; Massimo Cacciari filosofo; Franco Cardini, storico; Agostino Carrino, costituzionalista; Francesca Izzo, orientalista; Mauro Magatti, sociologo, Università Cattolica del Sacro Cuore; Eugenio Mazzarella, filosofo; Giuseppe Vacca, filosofo; Marcello Veneziani, scrittore; Stefano Zamagni, economista, Presidente della Pontificia Accademia di Scienze Sociali.

Lo dice anche il Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, in un’intervista con Gianmaria Pitton per L’Arena: «Putin e Zelensky devono venirsi incontro, non c’è altra strada. Qualcuno dice che lo stanno facendo, anzi, che si stanno preparando a farlo, ma ciascuno vorrebbe trattare da una posizione di forza. Speriamo che il dialogo ci sia, perché questi attacchi ai civili, queste distruzioni senza senso ripugnano la coscienza civile e cristiana». Anche se il Cardinal Parolin ammette che «le prospettive non sono per nulla incoraggianti. Da quanto si può conoscere, non c’è disponibilità a un cessate il fuoco, a una tregua armata e all’avvio di negoziati, che dovrebbero essere i passi logici per porre fine a questa guerra». Il Segretario di Stato è preoccupato perché il conflitto russo-ucraino è in una situazione di stallo, «nonostante le pressioni, perché è generale il timore per il prolungamento della guerra e per una sua eventuale escalation, in base alle minacce che sono state fatte».
Il Cardinal Parolin ricorda che «i problemi del mondo si risolvono non solo con un cambio strutturale, lo squilibrio fondamentale è nel cuore dell’uomo. Da lì nascono i conflitti, nascono le guerre, gli scontri. Non possiamo pensare di risolvere i problemi del mondo senza una conversione, un rinnovamento. Un coinvolgimento personale che porti a una modifica del nostro modo di pensare e del nostro modo di agire. Papa Francesco lo dice in riferimento alla Curia: le riforme strutturali siano accompagnate da una profonda consapevolezza interiore che dobbiamo cambiare noi stessi. La Chiesa dovrebbe essere voce ma soprattutto testimonianza di questo cambiamento. Dobbiamo dare esempio prima di tutto, perché ci si ascolta poco, ma non ci si ascolta per nulla se parliamo soltanto ma non siamo capaci di dare il buon esempio”.

Un negoziato credibile
per fermare la guerra

La minaccia di un’apocalisse nucleare non è una novità. L’atomica è già stata usata. Non è impossibile che si ripeta. È caso ampiamente contemplato nei manuali di strategia.

Di fronte a questa minaccia l’opinione pubblica sembra pericolosamente assuefatta. Nessuna forte reazione popolare, nessuna convinta e razionale volontà di impedirlo. Si diffonde una pericolosa sensazione di inevitabilità e di rassegnazione, o, peggio, l’idea che solo una “resa dei conti” possa far nascere un nuovo e stabile ordine mondiale. Ma oggi nessuna guerra può imporre un ordine sotto le cui macerie non restino il pianeta, i popoli, l’umanità tutta.

Non ci si può rassegnare. Ma a una volontà razionale di pace bisogna offrire uno scenario credibile per chiudere questo conflitto, divampato con l’aggressione russa al di là delle gravissime tensioni nel Donbass. Un conflitto che non può avere la vittoria tutta da una parte e la sconfitta tutta dall’altra, secondo una concezione manichea del mondo e della storia.

Tutti gli attori in conflitto, quelli che stanno sul teatro di guerra e quelli che l’alimentano o non lo impediscono, ne devono essere consapevoli. Bisogna fermare l’escalation e impedire la catastrofe del sonnambulismo. In quest’ottica riteniamo che i governi responsabili debbano muoversi su queste linee:

  1. Neutralità di un’Ucraina che entri nell’Unione Europea, ma non nella Nato, secondo l’impegno riconosciuto, anche se solo verbale, degli Usa alla Russia di Gorbaciov dopo la caduta del Muro e lo scioglimento unilaterale del Patto di Varsavia.
  2. Concordato riconoscimento dello status de facto della Crimea, tradizionalmente russa e illegalmente “donata” da Krusciov alla Repubblica Sovietica Ucraina.
  3. Autonomia delle regioni russofone di Lugansk e Donetsk entro l’Ucraina secondo i Trattati di Minsk, con reali garanzie europee o in alternativa referendum popolari sotto la supervisione dell’Onu.
  4. Definizione dello status amministrativo degli altri territori contesi del Donbass per gestire il melting pot russo-ucraino che nella storia di quelle regioni si è dato ed eventualmente con la creazione di un ente paritario russo-ucraino che gestisca le ricchezze minerarie di quelle zone nel loro reciproco interesse.
  5. Simmetrica de-escalation delle sanzioni europee e internazionali e dell’impegno militare russo nella regione.
  6. Piano internazionale di ricostruzione dell’Ucraina.

A nostro avviso questi possono essere i punti di partenza realistici e credibili per un cessate il fuoco. In una direzione simile va da ultimo la proposta di Elon Musk, e da tempo le sollecitazioni di Henry Kissinger a una soluzione che nel rispetto delle ragioni dell’Ucraina offra insieme una via d’uscita al fallimento militare di Putin sul terreno. Fondamentalmente sono le linee più credibili di un negoziato possibile e necessario, anche per l’unica Agenzia mondiale all’opera davvero per la pace, la Chiesa di Roma. Questa soluzione conviene a tutti, anche all’Occidente e in particolare ai Paesi dell’Unione Europea, i più minacciati dall’ipotesi di un disperato attacco nucleare russo. E all’Ucraina stessa, se non vorrà essere la nuova Corea nel cuore dell’Europa per i prossimi 50 anni.

Liberiamo la ragione e la politica dalle pastoie dell’odio, e forse troveremo anche il cuore e l’intelligenza per mettere fine a questo macello. È un invito rivolto a tutti, a quanti ascoltandolo vorranno rilanciarlo e farsene carico.

Antonio Baldassarre
Pietrangelo Buttafuoco
Massimo Cacciari
Franco Cardini
Agostino Carrino
Francesca Izzo
Mauro Magatti
Eugenio Mazzarella
Giuseppe Vacca
Marcello Veneziani
Stefano Zamagni

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