Elezioni 2022. Giorgia Meloni al di là della propaganda

Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.09.2022 – Miguel Cuartero] – È possibile ragionare sulla proposta politica di Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia? È questa la domanda che mi pongo a pochi giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre, sicuro che, rintronati da campagna politica spesso priva di contenuti e ricca di slogan, avremmo bisogno di riflessioni pacate e ragionate su un argomento così delicato ed importante sul quale non si può rimanere indifferenti.

Ragionare su Giorgia Meloni, candidata di punta della coalizione di centrodestra, significa rifiutare di assimilare acriticamente la propaganda che, dalla caduta del governo Draghi, la presenta come il male assoluto, la sciagura da scongiurare il terremoto da evitare, la demolizione della democrazia e la fine del mondo come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. Significa avere il coraggio di metterci la testa, per ragionare autonomamente rifiutando di venire eterodiretti dalle opinioni del Giornale Unico coadiuvato da cantanti, influencer e “pupazzi prezzolati”.

Per chi, poi, si professa cristiano non è certo facile trovare chiarezza di fronte all’attuale panorama politico, visto che nessuno degli schieramenti si smarca da una visione nichilista e relativista della storia e dell’uomo, lontani tutti anni luce da quella che chiamiamo “antropologia rivelata”, di cui ignorano l’esistenza e i cui princìpi considerano residui di pensiero medievale. Ma proprio per questo motivo sarà necessario entrare nel merito delle proposte culturali e politiche dei partiti al fine di confrontare la propria fede con le visioni d’insieme dei candidati.

Dopo aver proposto delle riflessioni per sottolineare l’incompatibilità della proposta della coalizione di sinistra radicale (capitanata da Enrico Letta) con la visione cristiana del mondo e dell’uomo, vorrei considerare una proposta politica e culturale che non possiamo scartare a priori solo perché la quasi totalità dei giornali, un folto gruppo di influencer, cantanti, presentatori, attori, artisti e giocolieri ce lo chiedono. Così come lo chiedono gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea.

Da anni la cultura di sinistra ci ha abituati ad una visione manichea della realtà, dove le sorti del mondo si giocano in una apocalittica e drastica contrapposizione tra il bene e il male; tra il bene rappresentato dalle forze democratiche progressiste e dalla sapienza dei tecnici filantropici di Bruxelles e il male assoluto dei populismi di destra che porterà il mondo ad una tragica Armageddon.

Persino i cattolici, guidati da sacerdoti e vescovi di solito scaltramente diffidenti dalle estremizzazioni ed equidistanti dalle posizioni politiche, sono caduti nel tranello della narrazione che vede la forza oscura (di satana) rappresentata dalle destre, contrapposta alle forze (angeliche e) moderate della sinistra radical-progressista (di certo ricorderete il “Vade retro Salvini…” di chi ha nominato la Boldrini “donna dell’anno”). Un inganno difficile da smontare che crea confusione e imbarazzo al momento del voto e traina verso scelte impulsive e poco ragionate.

Per questo sarebbe necessario riflettere liberi da pregiudizi indotti. Un atto dovuto alla ragione prima ancora che alla politica e alla fede. Evidentemente chi ha già deciso di assecondare acriticamente (o forse criticamente?) la vulgata secondo cui Giorgia Meloni è in-votabile perché fascista e metterà a rischio la democrazia nel nostro Paese (e per questo meriterebbe di venir brutalmente giustiziata) potrà astenersi dalla lettura. Chi vorrà (coraggiosamente e a suo rischio e pericolo) continuare a leggere, potrà farlo.

La proposta di Giorgia Meloni
Un’alternativa alla cultura dominante

Giorgia Meloni è la donna dei record. Prima donna a capo di una organizzazione giovanile di destra (2004), ministro più giovane della storia italiana (2008), prima donna leader indiscussa di una coalizione di destra, ora ad un passo da diventare la prima donna a capo del governo italiano (2022).

L’attuale campagna elettorale ruota attorno al suo nome. Gli alleati di destra non possono farne a meno e (ob torto collo e mugugnando) ripongono in lei le speranze di un ritorno al governo. Per la sinistra Meloni rappresenta l’incubo più brutto degli ultimi decenni, sanno che buona parte del paese la sostiene, tanto che il Segretario del PD Enrico Letta ha impostato la campagna elettorale su di lei, rinunciando a proposte positive e limitandosi a contrastare il temuto avversario: “O noi o Meloni” ha sentenziato, paragonando l’avversario a Putin e gridando all’emergenza fascismo.

Da anni ormai la sinistra – dal 2011 al potere senza aver mai vinto le elezioni – ha creato un clima di anti-fascismo senza fascismo, una caccia alle streghe senza streghe. La demonizzazione dell’avversario passa oggi attraverso la sua reductio ad Hitlerum. Se Berlusconi era attaccato per le sue vicende personali dalla politica, dai giornali e dalla magistratura (un unico mostro con tre teste),  con Meloni non resta che l’identificazione dell’avversario col male assoluto: il fascismo, Mussolini, Hitler, Putin…

Alla sinistra – senza idee e senza consensi – non resta che paventare il rischio di un ritorno al ventennio ed intimorire il popolo invitandolo a fermare l’ascesa di un nuovo Mussolini al governo votando la grande coalizione radicale del PD. Solo così, dicono, si potrà fermare l’onda nera che porterà la fine della libertà e del diritto, la fine di ogni bel sogno italiano, della civiltà, della pace, del benessere e del ben vivere.

Il popolo, chiamato alle urne, dovrebbe invece riconoscere che dopo anni di governi di sinistra (eletti da Presidenti super-acclamati ma non certo super-partes) la situazione del paese (tra guerra, crisi economica, disoccupazione e leggi discriminatorie contro chi non accetta trattamenti sanitari) non è certo delle più idilliache, se si vuole parlare di pace, di benessere e di diritti. D’altronde quello di Meloni non sarebbe certo il primo governo di destra a governare il Paese. E né Berlusconi, né Salvini hanno riportato l’Italia nel fascismo, nella guerra, nel razzismo, nelle discriminazioni, nei massacri di massa, nelle fosse comuni, nelle camere a gas, nella bomba atomica e nel disprezzo delle libertà individuali. A memoria, tutto ciò non sta succedendo neanche in quelle regioni (15 su 20 dopo l’ultima tornata elettorale del 2020) attualmente governate dal centrodestra.

Giorgia Meloni si dice pronta per governare l’Italia ed effettivamente lo è. La ragazza della Garbatella – a capo dell’unico partito che non si è seduto alla corte di Draghi – ha fatto strada. Fa parlare (e parla) di sé all’estero (parla correttamente quattro lingue oltre all’italiano: spagnolo, francese, inglese e tedesco), si è guadagnata la fiducia degli italiani, ha una squadra e degli alleati all’altezza della situazione (ricordiamo i nomi che hanno guidato l’Italia negli ultimi anni prima di affermare che Fratelli d’Italia non ha dei ministri all’altezza: Di Maio, Speranza, Fedeli, Cirinnà, Boschi, ecc, ecc).

Nonostante gli insulti che arrivano quotidianamente dai giornali, dai talkshow, dagli artisti (Toscani, Asia Argento, Fedez e consorte, Madame, Giorgia, Elodie, Loredana Bertè, Barale e compagna, sono alcuni dei tantissimi artisti che si sono schierati pubblicamente contro la candidata di FdI), ma anche da influencer di ogni grado, da professori universitari, da librai che capovolgono il suo libro per ricordare piazzale Loreto, persino da sacerdoti impegnati sui social o sui siti di divulgazione religiosa, nonostante gli insulti pesanti ricevuti durante le manifestazioni (dove casualmente e puntualmente la polizia non riesce a intercettare i contestatori che si mescolano alla folla dei sostenitori), Meloni continua con fatica a tenere la testa alta, riconoscendo di essere “la donna più insultata d’Italia” senza che questo desti preoccupazione a nessun guardiano dei diritti civili o scateni solidarietà antifascista, pacifista o femminista.  Lei – che si definisce timida ma rigida, severa con sé stessa – raccoglie il frutto del suo lavoro e si dice disposta a prendersi una grandissima e gravissima responsabilità: quella di guidare il Paese.

Il suo slogan urlato in piazza – col suo modo sanguineo e “verace” di esprimersi -, diventato virale e ridicolizzato sui social, è in realtà un programma di governo ben preciso che può far bene al Paese in questi tempi di fluidità e liquidità politica, sociale e religiosa, in tempi di digitalizzazione e di transizioni, di green pass, di reset sociali e di imposizioni ideologiche. “Io sono Giorgia, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”, urlò Giorgia Meloni dal palco di San Giovanni in Laterano nel 2019. La frase, sbeffeggiata e ridicolizzata, era solo la conclusione di un discorso ben calibrato, che delineava i tratti di una proposta politica e culturale:

“È il gioco del pensiero unico: devono togliere tutto quello che siamo, perché quando non avremo più un’identità e non avremo più radici, noi saremo privi di consapevolezza e incapaci di difendere i nostri diritti. È il loro gioco. Vogliono che siamo genitore 1, genitore 2, genere LGBT, cittadini x, dei codici. Ma noi non siamo dei codici, Noi siamo delle persone e difenderemo la nostra identità”.

“In quella occasione – racconterà nella sua autobiografia pubblicata dalla Rizzoli nel 2021, “Io sono Giorgia – cercai di tratteggiare una visione. (…) Parlavo del valore dell’identità, e del grande scontro aperto in quest’epoca tra chi la difende, come noi, e chi cerca di annientarla, come i nostri avversari. Spiegai che tutto ciò che oggi ci definisce è considerato un nemico dal pensiero unico, e non è un caso se sono sotto attacco la famiglia, la patria o l’identità religiosa e di genere”.

In quel discorso Giorgia Meloni affermò di voler difendere “Dio, patria e famiglia”. Una triade che fa rabbrividire la sinistra. Non a caso una nota senatrice del Partito Democratico definì questa triade come “una vita di m*”, mentre Letta ha recentemente affermato che difendere “Dio, patria e famiglia” vuol dire difendere un “modello maschilista e reazionario della società “. Le visioni dunque sono contrapposte non solo nel campo politico ed economico.

Per questo la proposta di Meloni rappresenta una valida alternativa alla cultura dominante incarnata dalla sinistra, alla cultura ibrida che dissolve e disprezza l’identità nazionali, alla cultura della morte che ha portato il nostro paese alla più grande crisi demografica della sua storia. Una proposta che rimette al centro l’identità nazionale dell’Italia e degli italiani, l’identità sociale, culturale e religiosa di ogni cittadino contro il dominio culturale del digitalmente e fluidamente corretto. Una proposta politica identitaria e conservatrice (non sono parolacce né eresie!) che ha trovato spazio e consenso in altri paesi senza per questo trascinarli nella miseria, nella guerra o nella radicalizzazione dei conflitti sociali (basti pensare senza paraocchi agli Stati Uniti di Donald Trump). Una proposta da prendere in considerazione se non si vuol rimanere spettatori paganti (e a che prezzo!) del vertiginoso ed inesorabile disfacimento della nostra civiltà.

Potremmo e dovremmo infine guardare nel dettaglio i programmi di governo per entrare nel merito delle proposte più concrete. I programmi, si sa, sono sempre e comunque delle promesse che non tutti i politici (categoria che non gode certo di buona memoria) una volta eletti riescono a mantenere.

Ma questo potremmo farlo in un prossimo articolo.

Miguel Cuartero

Questo articolo è stato pubblicato dall’autore sul suo blog Testa del Serpente, il 19 settembre 2022 (prima parte) [QUI] e il 21 settembre 2022 (seconda parte) [QUI].

Articoli collegati

L’avvelenato clima pre-elettorale. Sfregiata pure la lapide di Calabresi. Minacce, insulti e teste di maiale – 21 settembre 2022
Ideologia Gender. Sondaggio Pro & Vita Famiglia: «80% italiani per libertà educativa. Prossimo Governo difenda famiglia e minori» – 21 Settembre 2022
Domenica 25 settembre 2022: #iovoto #andiamoavotare È un diritto per cui in passato gli antenati hanno lottato e un nostro dovere civile per il presente e il futuro – 20 settembre 2022
‘#Iovoto’: Ac, Acli e Focolari in campo contro l’astensionismo – 19 settembre 2022
Il silenzio è finito. Appello di CL in vista del voto. Le simpatie dei Cattolici in movimento – 8 settembre 2022

Free Webcam Girls
151.11.48.50