Numeri ufficiali Covid-19 del 25 novembre 2021. Se cerchi la libertà in una concessione, un’autorizzazione, un lasciapassare, una protezione, hai accettato di non essere libero

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“Comunque, volevo dirvi che più ci sono divieti, censure, strette – sì, dicono proprio così: strette – più i giornali e i telegiornali con entusiasmo approvano e quindi è tutto un super green pass o maxi green pass, un obbligo di terza dose per più categorie, un escludere, un discriminare in nome della salute pubblica senza vera responsabilità di Stato. In pratica, un regime autoritario auto-imposto” (Giancristiano Desiderio, 25 novembre 2021).

“La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva“ (Sergio Mattarella, il 25 aprile 2019 a Vittorio Veneto).

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi giovedì 25 novembre 2021

Positivi al Sars-CoV-2:
ricoverati con sintomi di malattia da Sars-CoV-2 (COVID-19): 4.689 (+60) [Occupazione all’8%]
in terapia intensiva: 588 (+15) [con 57 nuovi ingressi del giorno] [*] [Occupazione al 6%]
deceduti: 133.486 (+71)

Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose): 45.554.227 (84,34% degli over 12) [Aggiornato al 25 novembre 2021 ore 20:09] [**]
[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione. Anche se sarebbe opportuno sapere chi tra coloro che sono usciti dalla terapia intensiva sono guariti o in fase di guarigione, oppure deceduti.
[**] La vaccinazione in tempo reale [cioè, in differita… e anche molto]: QUI. https://lab24.ilsole24ore.com/numeri-vaccini-italia-mondo/

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 207 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Perché il “bene comune” non giustifica il super green pass
di Giancristiano Desiderio
Nicolaporro.it, 25 novembre 2021


Il costituzionalismo italiano è al limite della barzelletta. Una costituzione ha il suo senso nella limitazione del potere statale. I costituzionalisti italiani, invece, posti dinanzi alla questione “Stato o libertà individuali” giustificano sempre l’aumento del potere statale. Fanno uso di un concetto spinoso: il “bene comune”.
In realtà, è il bene dello Stato che prevale su cittadini, individui, persone. Ed è proprio qui che i costituzionalisti – almeno loro – dovrebbero essere cauti e rigorosi, perché gli Stati sono creature anti-eroiche ed economiche, non certo morali, ed hanno viscere di bronzo. Invece, son sempre lì a giustificare non il limite del potere ma il suo aumento e arbitrio. Come se fossero anti-costituzionalisti.
Comunque, volevo dirvi che più ci sono divieti, censure, strette – sì, dicono proprio così: strette – più i giornali e i telegiornali con entusiasmo approvano e quindi è tutto un super green pass o maxi green pass, un obbligo di terza dose per più categorie, un escludere, un discriminare in nome della salute pubblica senza vera responsabilità di Stato. In pratica, un regime autoritario auto-imposto.
Comunque, volevo dirvi anche un’altra cosa. Questa: ricordo che si disse che si adottava il green pass per non chiudere più. E il coro aggiunse: sì, che bello, così non chiudiamo più perché è il vaccino che ci rende liberi. Ecco, vedete, se uno cerca la libertà in qualcosa di esterno, in una concessione, in un’autorizzazione, in un lasciapassare, in un sistema protettivo, vuol dire che ha già accettato di non essere libero.

«Green Pass, l’allarme degli alberghi: “Discriminati rispetto agli affitti brevi. Problemi per le famiglie”. Per Federalberghi (Confcommercio) le nuove norme avvantaggiano le altre forme di ospitalità. Mentre per Confindustria Alberghi si rischia di far entrare in crisi le famiglie con bambini piccoli. Non è che gli albergatori siano contrari al Green Pass, anche perché a essere richiesto sarà quello “semplice”, quindi va bene anche il tampone. Ma dalle principali organizzazioni degli albergatori arrivano due diversi allarmi: il primo (Confindustria Alberghi) è che le famiglie con bambini piccoli non faranno in tempo a vaccinare la fascia 5-11 anni se, come sembra, la vaccinazione diventerà obbligatoria e comunque saranno costretti a fare ogni due giorni tamponi per i più piccoli, il che potrebbe scoraggiare molte partenze (Rosaria Amato – Repubblica.it, 25 novembre 2021).

L’Ema approva il vaccino per i bambini fra 5 e 11 anni
Le prime dosi attese il 20 dicembre
di Elena Dusi
Repubblica.it, 25 novembre 2021


L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha approvato il vaccino di Pfizer per i bambini tra 5 e 11 anni. La dose sarà ridotta a un terzo rispetto a quella degli adulti: 10 microgrammi anziché 30. Servirà un richiamo dopo 3 settimane. In Italia i bambini in questa fascia d’età sono circa 4 milioni. Lunedì dovrebbe avvenire un altro passaggio essenziale: il via libera da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Le prime fiale per l’età pediatrica dovrebbero arrivare nei paesi dell’Unione Europea, che hanno fatto un acquisto congiunto, a partire dal 20 dicembre. La Francia e la Germania hanno già annunciato che non si partirà con le iniezioni prima del 2022. Gli Stati Uniti hanno già iniziato la campagna vaccinale fra 5 e 11 anni il 2 novembre, immunizzando [*] finora 3 milioni di bambini. Israele e il Canada sono partiti all’inizio di questa settimana.
L’approvazione dell’Ema si basa su un test condotto da Pfizer su 2mila bambini, che hanno ricevuto in parte il vaccino, in parte il placebo. Confrontando i contagi nei due gruppi, si è osservato che il vaccino ha un’efficacia del 90,7% nel prevenire le infezioni sintomatiche. Il risultato è paragonabile a quello ottenuto nella fascia 16-25 anni con la dose da adulti, 30 microgrammi. Gli effetti collaterali sono stati simili a quelli delle persone sopra ai 12 anni: dolore nel punto dell’iniezione, stanchezza, mal di testa, brividi per uno o due giorni.

[*] Termine non corretto, non si immunizza.

Super Green Pass, nel Dl manca l’obbligo sul Tpl locale e dal 1 gennaio non c’è copertura normativa
di Fabrizio Giulimondia
Labparlamento.it, 25 novembre 2021


So che noi giuristi in questi tempi dominati da ondate di terrore diamo noia a molti, specie se invochiamo la Costituzione, oramai per troppi semplice carta da parati. Neanche la litania “Ce lo chiede l’Europa” ha più valore.
Consentitemi però due colpi di pennello sul testo del decreto legge varato ieri 24 novembre dal Consiglio dei Ministri.
Primo colpo di pennello. Il provvedimento ha affiancato al Green Pass “base”,  rilasciato a vaccinati, guariti e “tamponati” (il colore  Green sarebbe più opportuno sostituirlo con altra tinta), il Green Pass “rinforzato”, concesso solamente ai guariti da Covid o vaccinati a ciclo completo: solo i titolari del secondo sono ammessi ad attività ludiche (bar e ristoranti seduti al chiuso, cinema, teatri, discoteche ed altri luoghi di spensieratezza), mentre chi possiede il primo può “permettersi” soltanto di recarsi al luogo o negli spazi dedicati ad attività “essenziali” (alberghi, supermercati e negozi di ogni genere merceologico).
Costoro sono i c.d. “No Vax” (di interesse sarebbe analizzare – in un’era nella quale l’analisi è vista come una minaccia – questa locuzione, ma non è questa la sede), ossia coloro che hanno legittimamente esercitato il diritto riconosciuto dalla legge a non vaccinarsi (ad esclusione di alcune categorie professionali, non è stato introdotto alcun obbligo generalizzato). Anche la dicotomia attività essenziale e non essenziale – che ci affligge da anni – sarebbe interessante scrutinare, ma lo spazio stringe.
Bene! Le prescrizioni – fortemente coercitive e limitative di basilari diritti fondamentali e altrettante basilari libertà costituzionali dei c.d. “No Vax” – sono previste dal 6 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022 (ovviamente virus permettendo).
Ma lo stato di emergenza non scade il prossimo 31 dicembre secondo l’ennesima proroga determinata dal decreto legge 105/2021, convertito nella legge 126 /2021? E come si possono prevedere dal 1° gennaio al 15 gennaio 2022 siffatti penetranti e diffusi contenimenti della sfera di azione personale se non supportati da una ulteriore proroga dello stato emergenziale?
Mi si potrebbe far notare che sarà fatto in un secondo momento, ma tale risposta non esime dalla necessità che già al momento della previsione di così gravosi argini alle libertà personali e di movimento debba esistere una “ufficiale” situazione emergenziale. L’art. 24 d.lgs. 1/2018 è originato da questo intento, non volendo dimenticare che al comma 3 il Legislatore non ha voluto la procrastinazione dello stato di emergenza oltre i due anni dalla sua prima dichiarazione. Oltrepassare il 31 gennaio 2022 segnerebbe, pertanto, la commutazione di uno stato da emergenziale a “di eccezione”, destando in non solo chi scrive una qualche apprensione.
Le due settimane di gennaio del prossimo anno non hanno, ad oggi, alcuna copertura normativa e, di conseguenza, le misure immaginate per quel lasso di tempo, ad oggi, sono del tutto illegittime.
Solo illegittime? A tale proposito ci viene in aiuto il Considerando 36 del regolamento europeo 953/2021, istituente il Green Pass per la mobilità fra Stati della Unione europea, che così recita: “È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate (periodo che nella versione italiana era stato, “per errore”, omesso)”.
“Pertanto, il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione o per l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati“.
I regolamenti europei entrano in vigore immediatamente e in tutti i territori degli Stati membri senza alcun ulteriore passaggio presso i Governi o le Assemblee. Come la mettiamo? Non ce lo chiede l’Europa? E come si conciliano con il regolamento europeo tutti questi obblighi, a partire da quelli deliberati ieri? Non possono esser qualificati, alla luce del citato regolamento europeo, come palesemente discriminatori ai danni dei c.d. “No Vax”?
E non è finita qui! La Risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa del 28 gennaio 2021 ha sollecitato gli Stati membri e l’Unione europea ad ′′assicurarsi che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno subisca pressioni politiche, sociali o di altro tipo per vaccinarsi, se lui o lei non vuole farlo personalmente′′; e ad “assicurarsi che nessuno sia vittima di discriminazione per non essere vaccinato, a causa del rischio potenziale per la salute o per non voler essere vaccinato“.
Mi sia consentita una seconda pennellata. Il comunicato stampa di Palazzo Chigi di ieri 24 novembre include il trasporto pubblico locale fra i luoghi ove è obbligatorio mostrare il Green Pass base. Tutti i giornali, di rimando, hanno riportato la medesima notizia.
Dal testo del decreto-legge diffuso da tutti i mass media si evince l’opposto. L’art. 4, comma 1, lett. c), n. 1, recita: “al comma 1, lettera c), del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, dopo le parole “di tipo” sono inserite le seguenti: “regionale, a eccezione di quelli espletati esclusivamente all’interno del medesimo territorio comunale o della città metropolitana, interregionale”.
La norma afferma chiaramente che il trasporto pubblico locale (autobus e metropolitane in primis) è escluso dall’uso del Green Pass base, previsto, invece, dal 6 dicembre anche per il trasporto pubblico regionale e interregionale. Gli stessi controlli, a campione, si riferiscono al trasporto pubblico regionale.
Una svista? Un abbaglio preso da chi ha redatto il comunicato stampa diffuso dall’Esecutivo al termine del Consiglio e ripreso, poi, dalla stampa e dalle televisioni? Lo capiremo solo vivendo e leggendo il testo che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Desidero concludere con quando detto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 25 aprile 2019: “La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva“. Concordo con Lei, caro Presidente.

Vaccinati ricoverati ed eventi avversi: le cifre che la retorica vaccinista cerca di occultare
di Aldo Maria Valli
Duc in altum, 21 novembre 2021


Mi ha scritto di nuovo il Medicus Cogitans, medico italiano con ampia esperienza clinica, anche all’estero. Un’analisi inoppugnabile. A parlare sono le cifre stesse. Quelle cifre che la follia collettiva rifiuta di prendere in esame, contribuendo a spargere odio razzista contro i non vaccinati.
A.M.V.
***
di Medicus Cogitans

Caro Valli,
torno a scriverle pur nello sconforto di vedere quanto odio è stato volutamente seminato per dividere le persone, per creare categorie da chiudere nel ghetto e capri espiatori sui quali scaricare il panico e l’ignoranza pensando così di pulirsi la coscienza e vivere sicuri.
L’esempio di sapore nazista (sì, chiamiamolo con il suo nome!) dell’Austria è spaventoso: si impone a una categoria di gente sana e con tampone negativo di chiudersi in casa per evitare guai agli altri, vittime invece di un vaccino inefficace. Ormai siamo al ghetto senza neanche tentare di nasconderlo!
Ricordatevi che Pfizer a inizio 2020 in due diverse occasioni aveva già dichiarato la ridotta efficacia del proprio prodotto ritenendo necessaria la terza dose (che puntualmente si è palesata adesso dopo quasi un anno di silenzio dei media che avevano “dimenticato” il comunicato Pfizer) e addirittura un richiamo annuale per tutta la vita (e di questo sentiremo poi parlare a tempo debito, vedrete).
Voglio segnalare oggi altri due esempi di omessa o distorta informazione: il primo riguarda l’eterna contrapposizione vaccinati/non vaccinati ricoverati in terapia intensiva, il secondo gli effetti collaterali del vaccino.
1) Dal Sole 24 ore del 17 novembre apprendiamo che la percentuale di vaccinati ricoverati in intensiva è del 26% (fonte Federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere, monitoraggio del 16 novembre): ma i reietti untori non vaccinati non erano il 95% dei ricoverati? Come mai sono scesi al 74%? O non dovremmo allora dire che la percentuale di vaccinati ricoverati è aumentata del 400% (dal 5% al 26%)?
Ovviamente i mezzi di comunicazione si guardano bene dal porre la notizia in questo modo, anzi non la danno affatto, altrimenti cadrebbe la retorica violenta e razzista contro i non vaccinati, colpevoli di tutti i mali della brava gente che invece sconta lo sfacelo di un servizio sanitario carente e continuamente smembrato negli ultimi decenni, con un numero di posti in terapia intensiva ridicolmente basso e l’assenza quasi totale di servizi sul territorio che dovrebbero alleggerire i reparti dai ricoveri evitabili.
2) Eccoci al nono rapporto Aifa sulla sorveglianza dei vaccini Covid- 19 (periodo 27/12/2020 – 26/09/2021). Nelle ventisette pagine del rapporto ci sono molti dati interessanti, soprattutto riguardo agli eventi avversi. A pagina 6 apprendiamo che nel suddetto periodo si sono avute 101.110 segnalazioni (totale per i quattro tipi di vaccino in commercio) di cui il 14,4% gravi (quindi 14559 casi), più numerose dopo la prima dose. A pagina 9 si sottolinea che gli eventi sono maggiormente concentrati tra i 20 e i 60 anni di età, con un’età media di 47,8 anni. Il 71% dei casi riguarda donne.
Nel 76% dei casi l’evento si è verificato entro 48 ore dalla somministrazione. A pagina 12 dalla figura 6 si ottengono i dati più interessanti: si sono rilevati tra l’altro 608 decessi, 910 soggetti in pericolo di vita, 970 casi di invalidità e 4348 ricoveri in ospedale.
Nonostante nel rapporto si scriva che secondo “l’algoritmo Oms” una correlazione certa tra la vaccinazione e l’evento sia stata rilevata nel 73% dei casi, a me come medico pare estremamente allarmante che 14559 ignare persone, spinte in buona fede a fare il loro dovere civico, abbiano riportato conseguenze gravi e che in 6836 abbiano rischiato la vita o abbiano riportato invalidità o siano morte dopo aver firmato una liberatoria all’atto della vaccinazione. 6836 persone sono sempre e comunque troppe, anche in rapporto ai milioni di dosi somministrate: non è un prezzo accettabile e lo Stato lo sa bene, evitando accuratamente di rendere obbligatorio il vaccino.
Sarebbe doverosamente obbligatorio, come altri dieci, se fosse efficace e sicuro: sulla sicurezza è l’Aifa stessa a spiegare (a chi ha voglia di usare la ragione) perché lo Stato non si prende responsabilità; sull’efficacia è Pfizer stessa a porre dubbi avendo già spinto nel 2020 per la terza dose e (ricordate!) il richiamo annuale a vita.
Che lo Stato obblighi nei fatti la gente a vaccinarsi senza prendersi responsabilità è deprimente e squallido, che si sparga odio nei confronti di chi ha dei dubbi che nessuno al momento può fugare è altrettanto inaccettabile.
Purtroppo al momento non c’è dialogo, si tira in ballo la scienza solo nei modi e nei limiti che fanno comodo volta per volta, una serie di medici che si pavoneggiano in televisione blanditi dai vantaggi della fama improvvisa, un Servizio sanitario che non è riuscito a potenziare le terapie intensive o a far funzionare i servizi sul territorio e continua a ricorrere ai volontari e agli specializzandi, nuove assunzioni scarse e a tempo (come lamentato dalla Federazione degli Ordini dei medici): il quadro è desolante, e la malattia del secolo o presunta tale è un’arma formidabile impugnata per mantenere la gente ancora di più a capo chino, obbediente, convinta, non pensante.

Vaccinati ricoverati ed eventi avversi: un confronto
di Aldo Maria Valli
Duc in altum, 24 novembre 2021


Alcuni giorni fa, il 21 novembre, ho pubblicato su questo sito un articolo del Medicus Cogitans al quale ho dato il titolo Vaccinati ricoverati ed eventi avversi: le cifre che la retorica vaccinista cerca di occultare. Medicus Cogitans, lo ricordo, è lo pseudonimo usato da un medico italiano, con ampia esperienza clinica anche all’estero, che da un po’ di tempo mi scrive per condividere le sue riflessioni e che io ospito volentieri perché offre una visione alternativa a quella dominante e propone, a mio giudizio, utili spunti di riflessione sul modo in cui questa vicenda del Covid è stata e continua a essere affrontata dalle autorità, in primis da quelle sanitarie.
L’articolo del Medicus Cogitans, come tutti gli altri suoi interventi, ha avuto ampia risonanza, ma ha raccolto anche critiche. La più forte è quella che qui vi propongo, inviata dal lettore Claudio Traino, e alla quale fa seguito la replica del Medicus Cogitans.
A.M.V.
***
“Attenzione a interpretare i dati in modo fuorviante”
di Claudio Traino

Gentilissimo dottor Valli,
mi perdoni, ma ritengo che bisognerebbe stare molto attenti, in un momento estremamente delicato come questo, a fornire informazioni che possono rivelarsi fuorvianti.
Ho letto sul suo blog l’intervento del Medicus Cogitans, il quale si stupisce di come mai Il Sole 24 ore riporti una percentuale in terapia intensiva del 25% di vaccinati a fronte, quindi, di una percentuale del 75% di non vaccinati e si indigna di come mai l’opinione pubblica filo-vaccinista mainstream non dia conto di questi dati, senza rendersi conto che queste percentuali, a fronte di quella di vaccinati sulla popolazione totale (circa l’85% ha completato un ciclo di due dosi) dimostrano inequivocabilmente che il vaccino protegge molto efficacemente le persone dal rischio di finire in terapia intensiva.
Ora, a prescindere dal fatto che sul sito dell’Iss sono presenti i numeri ufficiali sulla pandemia dei quali ciascuno può prendere visione (www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-sorveglianzadati) e, se ne è capace, interpretarli, e a prescindere dal fatto che l’informazione su questa questione del virus è stata (e continua) a essere fatta in modo demenziale (la sera, a reti unificate, uno spazio di un quarto d’ora una volta alla settimana dovrebbe essere appannaggio di un matematico del Comitato tecnico scientifico che spiega quelli che sono i dati ufficiali dell’Iss), resta il fatto che l’interpretazione dei dati fatta dal Medicus Cogitans è fuorviante (forse sarebbe necessario “cogitare” un po’ di più, soprattutto quando ci si lancia in ardite analisi statistiche senza conoscerne bene i meccanismi).
Cerchiamo di spiegare in modo semplice il perché senza entrare nel merito del dato ovvero prendendo per buoni i dati forniti dal Medicus Cogitans (credo che i dati da lui riportati siano quelli relativi ai sedici ospedali sentinella Fiaso, ma il discorso che faremo è di metodo e quindi valido in generale).
Supponiamo che il virus si diffonda in maniera uniforme in una popolazione di mille abitanti e che il virus stesso conduca 20 di questi 1000 abitanti in terapia intensiva. Supponiamo che di questi 1000 abitanti 850 si siano vaccinati e 150 no (percentuale dei vaccinati pari al 85% del totale, guarda caso quella della popolazione italiana over 12 che ha completato il ciclo vaccinale). Delle 20 persone finite in terapia intensiva 5 sono vaccinate (pari al 25% del totale di coloro che si trovano in terapia intensiva) e 15 no (pari, ovviamente, al 75% di coloro che si trovano in terapia intensiva).
Avrò, in terapia intensiva, il 25% di vaccinati contro il 75% di non vaccinati (esattamente quello che Il Sole 24 ore ha riportato e che Medicus Cogitans ha letto e commentato con indignazione).
Peccato però che su 850 vaccinati solo 5 siano finiti in terapia intensiva (lo 0,6%) contro 15 persone su 150 di non vaccinati (pari al 10%). Da questi dati, mi chiedo e le chiedo, cosa potremo concludere circa il potere protettivo del vaccino? Se questi dati fossero corretti dovremmo dedurne che il vaccino protegge e molto efficacemente le persone dal finire in terapia intensiva (che non è, mi creda, una bella situazione) o no?
Sul punto due tralascio ulteriori commenti (anche qui ci sarebbe da dire…). Faccio semplicemente notare che 14000 segnalazioni di effetti gravi sono un numero assoluto che non significa niente. 14000 segnalazioni su quante somministrazioni? Se supponiamo 93000000 di somministrazioni circa (dati del ministero della Salute), 14000 effetti gravi su 93000000 corrisponde allo 0,015% dato comparabile con quello degli incidenti stradali mortali in Italia negli ultimi anni (circa 13 incidenti mortali per 100000 residenti in Italia).
Lanciandomi ora io in un’ardita e alquanto rozza interpretazione dei dati (un’analisi completa dovrebbe prendere in considerazione la percentuale di morti vaccinati e di morti non vaccinati, il risultato però, mi creda, non cambierebbe in maniera sostanziale), faccio notare che il numero di morti per Covid in Italia, secondo l’Iss è pari a circa 133000. La percentuale sul numero totale di italiani over 12 (circa 53000000) è pari allo 0,25%. Questo sembrerebbe indicare che la probabilità di morte per Covid è circa 17 volte superiore a quella di effetti gravi non desiderati dovuti al vaccino (tralasciando colpevolmente l’analisi della mortalità per fasce di età).
In queste condizioni lei si vaccinerebbe o no? Facciamo un calcolo, per così dire reale.
Oggi in terapia intensiva in tutta Italia ci sono 500 pazienti (over 12). Di questi il 75%, cioè 375, sono non vaccinati, mentre 125 (il 25%) sono vaccinati (dati del Medicus Cogitans e del Sole 24 ore del 17 novembre). Il numero di pazienti over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale è di 45000000, corrispondenti all’85% della popolazione over 12. Di conseguenza i non vaccinati saranno 8000000 (il 15%).
375/8000000=4,7×10-5 (percentuale di non vaccinati in terapia intensiva)
125/45000000=2,8×10-6 (percentuale di vaccinati in terapia intensiva)
da cui si evince che il vaccino protegge dal finire in terapia intensiva circa 17 volte di più chi si è vaccinato rispetto a chi non lo ha fatto. Si potrebbe dire che, se il numero di pazienti vaccinati e non vaccinati fosse lo stesso, ogni 17 pazienti non vaccinati che finiscono in terapia intensiva ci finirebbe un paziente vaccinato. Il che è equivalente a dire che, a parità di numero di vaccinati e non vaccinati, ogni 100 pazienti non vaccinati che finiscono in terapia intensiva ce ne finirebbero 6 vaccinati. Ecco che il vaccino protegge al 94%. Tutto, guarda caso, torna.
***
“Ma gli eventi avversi gravi restano una realtà. E chi decide se sono pochi o tanti?”
di Medicus Cogitans

Gentile signor Traino,
il disprezzo che lei usa nella sua lettera è un’ulteriore dimostrazione della divisione che si è voluto creare contrapponendo due schieramenti che dovrebbero stare nella stessa barca.
L’unica cosa che mi può rimproverare è lo pseudonimo, ma devo pur proteggermi dalle rappresaglie degli odiatori come lei.
Sono un convinto sostenitore dei vaccini, mi sono sottoposto a tutti quelli obbligatori e così hanno fatto i miei figli. Non ho mai negato la presenza del Covid, cosa che lei automaticamente mi attribuisce nella fretta di etichettarmi.
Le fonti sono appunto Aifa e Fiaso: direi attendibili tanto quanto l’Iss.
Signor Traino, anch’io lavoro in ospedale, non bevo e non vedo gli asini volare: sto solo aspettando che lo Stato, quello Stato che ci riempie di dati a senso unico, si decida a rendere il vaccino obbligatorio, certificando che è sicuro, efficace, indispensabile e assumendosi quindi la responsabilità in caso di eventi avversi gravi, altrimenti non è credibile ed è scorretto far firmare una liberatoria.
Come lei sa, ci sono appunto altri dieci vaccini obbligatori: qual è il problema allora? Cosa aspettano? Non hanno il coraggio?
Questa è la madre di tutte le domande, anzi è l’unica domanda, e ad essa nessuno risponde, davanti a questa domanda si eclissano tutti, anche lei: per questo lo Stato, con tutti i suoi numeri e le sue dichiarazioni, non è credibile.
Signor Traino, contrariamente a Lei io La rispetto, non mi faccio coinvolgere dal vortice di odio e disprezzo, dall’ansia di parlare di “epidemia dei non vaccinati” tanto per dare la colpa sempre a qualcun altro.
Lei sa benissimo che il Servizio sanitario nazionale fa acqua da tutte le parti e che il vaccino è ben lungi dal risolvere il problema.
Già ad aprile 2021, con solo il 22% di persone completamente vaccinate (in massima parte anziani da tempo confinati e socialmente non attivi) il tasso di contagiosità del virus era sceso al 2%, con ogni evidenza non certo grazie alla ancora modestissima campagna vaccinale.
In tutti questi mesi il tasso finora ha sempre oscillato intorno a quella percentuale in barba alla possente azione del generale Figliuolo che mira alla chimera populista e rassicurante di eradicare definitivamente il virus, una cosa pressoché impossibile come è noto a chiunque abbia un minimo di competenze in biologia.
Io non nego nessuna realtà, cerco certezze, non quelle che dà il telegiornale, e molti dati incontestabili sono scomodi purtroppo, ma io non vi odio e non vi disprezzo, come invece fate voi.
Pensi un po’, sono talmente a favore del vaccino che non vedo l’ora che diventi obbligatorio: sarebbe la fine di ogni discussione, sarebbe quello il trionfo delle evidenze scientifiche, non le chiacchiere televisive dei virologi ex cathedra.
Ma queste evidenze ancora non ci sono, mi pare ovvio, tanto da far firmare liberatorie alla cieca, e su questo anche lei glissa.
La sua analisi matematica è impeccabile e algida, ma non riesce comunque a far accettare tutti quegli eventi avversi gravi, per non parlare del trito e ritrito confronto con i morti della strada che fa tanto effetto: le 6836 persone di tutte le età morte o invalide o in pericolo di vita (definizioni Aifa) in seguito alla vaccinazione ci possono sembrare poca roba, finché non ci tocca da vicino… Qual è la soglia accettabile secondo lei? Chi dovrebbe decidere se sono pochi o tanti? Sono solo “danni collaterali”, innocent bystanders? No, sono vittime invisibili di cui nessuno sa niente, costrette al silenzio perché, avendo firmato la liberatoria, non avranno neanche mai diritto a un qualche risarcimento per il danno ingiusto subito: complimenti alle Autorità che proteggono la salute pubblica ma, beninteso, senza assumersi alcuna responsabilità.
Facile decretare che 6836 persone sono il giusto prezzo da pagare per il presunto bene comune quando la cosa non ci tocca personalmente: nel Novecento molti altri hanno provveduto a simili conteggi sulla pelle degli altri, ma tuttora alcuni non ascoltano mai e altri non imparano mai.
E io non corrispondo affatto all’identikit del no vax idiota e invasato come lei crede di aver capito brillantemente: la realtà è molto meno semplice, altro che tuttologi e relativismo, altro che matematica e consuntivi di condominio.
Io curo la gente e da molti anni. Non faccio firmare liberatorie alla cieca e non categorizzo nessuno.
Non ho mai insultato nessuno come fa lei con facilità e leggerezza, tutto preso e schierato dalla parte giusta, preoccupato di distruggere gli idioti che intralciano il cammino: la scienza vera è un’altra cosa, è umiltà, è dubbio, tutto il contrario del relativismo che il mai tanto rimpianto Ratzinger ha cercato di arginare (tanto per rimanere nel nostro amato campo della Fede cattolica).
Purtroppo non c’è più dialogo possibile, ce lo hanno impedito ormai, ma io le voglio bene lo stesso e la ringrazio lo stesso, speriamo bene.
Cordialmente.

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