In atto un’operazione turco-azera per annientare l’Armenia e l’Artsakh. Oggi nuova aggressione sul territorio armeno. Assordante silenzio dell’Unione Europea disinteressata

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Il suo principale, il dittatore guerrafondaio dell’Azerbajgian ha deciso di dare un assist al suo Ambasciatore presso la Santa Sede, per sottolineare il significato delle sue parole ieri in conferenza stampa con giornalisti “compiacenti”. Ed ecco, appena pubblicato oggi nostro articolo [La narrazione agit-prop della diplomazia azera, alla luce delle parole di odio contro gli Armeni dell’arrogante dittatore guerrafondaio, ad un anno dalla fine della sua guerra contro l’Artsakh], l’escalation azero-turco contro gli armeni cristiani, nel più totale silenzio dell’Europa e dei Governi europei (velo pietoso sugli attivisti professionisti che hanno gli occhi puntati contro la Polonia che difende le sue frontiere). Le azioni militari azeri di oggi sono un’aggressione diretta contro il territorio sovrano dell’Armenia.

Ormai è chiaro che è in atto un’operazione turco-azera per annientare l’Armenia e l’Artsakh. Dallo scorso maggio forze azere occupano stabilmente porzioni di territorio dell’Armenia dopo la guerra in Artsakh. Oggi, un nuovo attacco azero-turco all’Armenia. Intorno alle ore 13.00, unità corazzate delle forze armate azere hanno attaccato le posizioni armene situate nella zona di confine orientale della Repubblica di Armenia, usando artiglieria, veicoli corazzati, armi da fuoco di vario calibro. Per alcune ore si è combattuto furiosamente a seguito dell’attacco delle forze armate azeri in territorio armeno. L’esercito azero ha continuato a sparare con armi di grosso e piccolo calibro nelle immediate vicinanze delle comunità armene. Sparatorie sono state udite nei villaggi di Noravan, Ishkhanasar, Aghitu e nella Città di Sisian.

L’Ombudsman di Armenia ha ricevuto allarmi dai civili, le cui vite e salute sono in pericolo. Gli Armeni avrebbero perso due posizioni, ignote le perdite azere. Ancora provvisorio il bilancio dell’attacco azero di oggi contro l’Armenia. A seguito delle azioni di rappresaglia della parte armena, le forze armate azere hanno subito una grande perdita di combattenti, diverse unità di equipaggiamento militare sono state distrutte o messe fuori servizio. Si registrano vittime anche da parte armena. Al momento, la parte armena conterebbe 15 vittime e 12 militari fatti prigionieri. In corso di verifica anche il numero dei feriti. Gravi perdite anche da parte azera. Colpi azeri anche sui minatori armeni della miniera di Sotk.

La Repubblica di Armenia, a seguito dell’aggressione azerbajgiana di oggi, si è appellata alla Federazione Russa per l’applicazione del Trattato di mutua difesa del 1997. Allarme alla base russa di Gyumri. A fine giornata il Ministero della Difesa russo ha annunciato un cessate il fuoco tra Armenia e Azerbajgian dopo i colloqui di Shoigu. Secondo l’accordo raggiunto attraverso la mediazione della parte russa, l’aggressione azero-turca lungo il confine orientale dell’Armenia con l’Azerbajgian è stata fermata dalle ore 18:30. Al momento la situazione è relativamente stabile, ha dichiarato il Ministero della Difesa armeno.

Come di consueto, si registra l’assordante silenzio dell’Unione Europea. Invece, il nuovo attacco azero di oggi va immediatamente condannato.

Il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan ha presieduto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Armenia

L’aggressione dell’Azerbajgian può essere descritta solo come una minaccia diretta al territorio sovrano dell’Armenia, ha affermato il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan durante la seduta speciale del Consiglio di Sicurezza dell’Armenia.

Verso le ore 13.00 di oggi unità delle forze armate azere hanno attaccato la zona di confine orientale dell’Armenia. Le forze armate armene hanno adottato contromisure, ha affermato il Primo Ministro. “Danni considerevoli sono stati inflitti al personale militare azero, almeno sei unità di veicoli corazzati sono state distrutte. Ci sono vittime dalla nostra parte e le informazioni verificate verranno fornite in seguito”, ha osservato Pashinyan.

“Nel silenzio dei nostri partner nella comunità internazionale, l’Azerbajgian continua le sue azioni aggressive. La mia valutazione è inequivocabile. L’Azerbajgian, le forze che lo incoraggiano, stanno prendendo di mira la nostra sovranità, la nostra statualità, la nostra indipendenza”, ha aggiunto il Primo Ministro armeno.

“Oggi abbiamo avuto una giornata difficile e stiamo vivendo giorni difficili. Ma oggi abbiamo anche dimostrato che siamo qui, esistiamo, siamo uno Stato, siamo una nazione e per noi il linguaggio della coercizione è inammissibile. Possiamo negoziare, possiamo cercare e trovare soluzioni reciprocamente accettabili, agiamo come membri responsabili della comunità internazionale. Ma non permetteremo di parlare con noi nel linguaggio dell’arroganza”, ha affermato.

Pashinyan ha invitato la comunità internazionale a rilasciare dichiarazioni mirate di condanna dell’aggressione azerbajgiana. “I discorsi sulle controversie sui confini sono assurdi e insensati. Non c’è disputa di confine, c’è aggressione contro il territorio sovrano della Repubblica di Armenia. I confini tra Armenia e Azerbajgian sono stati chiari fin dal periodo dell’Unione Sovietica, dagli accordi giuridicamente vincolanti. E se il problema fosse la disputa sui confini, l’Azerbajgian avrebbe dovuto accettare la nostra proposta di ritirare le forze contemporaneamente dal confine tra l’Armenia sovietica e l’Azerbajgian, dispiegare osservatori internazionali lungo il confine e avviare da tempo il processo di demarcazione e delimitazione dei confini. L’Azerbajgian, che non accetta questa proposta, è uno stato aggressore e deve inequivocabilmente ritirare le sue forze dal territorio sovrano dell’Armenia. Le sue speranze di imporre la sua volontà all’Armenia sono inutili”, ha detto Pashinyan.

Ha sottolineato che il Governo e il popolo della Repubblica di Armenia sono determinati “e difenderemo la nostra sovranità, integrità territoriale, stato e indipendenza con tutti i mezzi possibili”. “Allo stesso tempo, continuiamo a sottolineare la necessità di una soluzione pacifica della situazione, tutte le nostre precedenti proposte sono valide. Ci impegniamo a rispettare le disposizioni delle dichiarazioni trilaterali del 9 novembre e dell’11 gennaio”, ha affermato il Primo Ministro.

Tornando alla situazione al confine, ha detto che al momento la situazione al confine è relativamente calma, ma rimane in generale estremamente tesa.

L’inviato armeno negli USA ha informato il copresidente americano del gruppo di Minsk sulla situazione delle frontiere

L’Ambasciatore Lilit Makunts ha avuto una conversazione telefonica con Andrew Schofer, il Copresidente statunitense del Gruppo di Minsk dell’OSCE, informa l’Ambasciata armena negli Stati Uniti. L’Ambasciatore ha informato il Sig. Schofer sull’attuale situazione sul territorio sovrano armeno derivante dall’aggressione scatenata dall’Azerbajgian.

L’Ambasciatore ha sottolineato la necessità di appelli mirati di condanna da parte della comunità internazionale.

Il Deputato statunitense Pallone: “L’escalation di violenza dell’Azerbajgian sul suolo armeno è inaccettabile”

Il Copresidente Frank Pallone Jr., fondatore del Caucus armeno del Congresso USA, ha condannato gli attacchi dell’Azerbajgian all’Armenia, chiedendo un’immediata azione diplomatica statunitense e internazionale per fermare l’assalto, che ha provocato perdite umane.

“L’escalation di violenza dell’Azerbajgian sul suolo armeno è inaccettabile. Questo aumento della violenza mortale contro l’Armenia continuerà solo a meno che la Missione degli Stati Uniti presso l’OSCE, la Segreteria di Stato e la Comunità internazionale non intraprendano un’azione diplomatica immediata e decisiva”, ha affermato il Deputato Pallone in un post su Twitter.

“Le affermazioni secondo cui entrambe le parti sono in errore ignorano il fatto che le truppe azere stanno attaccando all’interno del territorio sovrano dell’Armenia e terrorizzano civili innocenti. Questa è una violazione intenzionale del diritto internazionale che incoraggerà ulteriormente Aliyev se non verrà fermato”, ha aggiunto il Deputato Pallone.

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