Trattativa Stato-Mafia. Corte Costituzionale dichiara ergastolo ostativo incostituzionale. Richieste del “papello” della Mafia vengono esaudite ed assecondate dallo Stato, punto per punto

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Con la notizia di oggi dalla Consulta, gli Eroi della lotta al crimine organizzato, che hanno versato il sangue per il contrasto a ogni forma di “mafia”, si stanno rivoltando nella tomba. Il “papello” è la lista delle “pretese” della Mafia allo Stato. In questi anni, incredibilmente, si stanno esaudendo tutte le “pretese” del “papello”. Tutto ciò è la prova, che non solo c’è stata la Trattativa Stato-Mafia, ma soprattutto che questa trattativa è tutt’ora in essere. Il “papello” viene allegato alla lettera che le famiglie dei mafiosi fanno recapitare al Presidente della Repubblica Scalfaro tramite due cappellani delle carceri, Mons. Curioni e Don Fabbri. Ne abbiamo parlato alcuni mesi fa [Il “papello” con le richieste mafiose. La strage di Capaci: l’intervista a Claudio Martelli del 4 maggio 2016 – 10 gennaio 2021].

Ecco il “papello”, la lista delle richieste che i corleonesi fecero allo Stato per mettere fine alle stragi, dopo Capaci e prima di Borsellino. Lo ha consegnato ai magistrati Massimo Ciancimino, figlio di Vito, ex sindaco della città inquisito per mafia. Nella lista, sicuramente ispirata da Totò Riina, ma scritta da uno dei figli o dal boss Antonino Cinà, ci sono tutte le richieste dei mafiosi:

1) revisione sentenza del maxiprocesso;
2) annullamento decreto legge 41 bis;
3) revisione legge Rognoni-La Torre;
4) riforma legge pentiti;
5) riconoscimento benefici dissociati (Brigate rosse) per condannati di mafia;
6) arresti domiciliati dopo i 70 anni di età;
7) chiusura delle supercarceri;
8) carcerazioni vicino le case dei familiari;
9) niente censura posta familiari;
10) misure di prevenzione e sequestro: non familiari;
11) arresto solo in flagranza (nel testo fragranza) di reato;
12) levare tasse dei carburanti come Aosta.

La Corte Costituzionale ha stabilito che l’ergastolo ostativo è incompatibile con la Costituzione, ma occorre un intervento legislativo e quindi dà un anno di tempo al Parlamento.

La Consulta ha esaminato le questioni di legittimità sollevate dalla Corte di Cassazione sul regime applicabile ai condannati alla pena dell’ergastolo per reati di Mafia e di contesto mafioso che non abbiano collaborato con la giustizia e che chiedano l’accesso alla liberazione condizionale. E ha rilevato- come informa una nota dell’Ufficio stampa (l’ordinanza sarà depositata soltanto nelle prossime settimane) – che la vigente disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo preclude in modo assoluto, a chi non abbia utilmente collaborato con la giustizia, la possibilità di accedere al procedimento per chiedere la liberazione condizionale, anche quando il suo ravvedimento risulti sicuro.

Veramente abominevole questa frase. Come può si può parlare di “ravvedimento sicuro” in riferimento ad un mafioso condannato, che non si è pentito, perché rifiuto di collaborare con lo Stato? Poi la Consulta invoca i diritti dell’uomo per criminali che con le loro azioni criminali hanno affogato nel sangue i diritti dell’uomo.

La Corte Costituzionale ha osservato che tale disciplina ostativa, facendo della collaborazione l’unico modo per il condannato di recuperare la libertà, è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Tuttavia, l’accoglimento immediato delle questioni rischierebbe di inserirsi in modo inadeguato nell’attuale sistema di contrasto alla criminalità organizzata. La Corte ha perciò stabilito di rinviare la trattazione delle questioni a maggio 2022, per consentire al legislatore gli interventi che tengano conto sia della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, e delle relative regole penitenziarie, sia della necessità di preservare il valore della collaborazione con la giustizia in questi casi.

Ricordiamo un nostro articolo recente [Ergastolo ostativo, libertà condizionale anche per i mafiosi che non collaborano? La Consulta verso il verdetto. A rischio il carcere duro inventato per i boss delle stragi – 24 marzo 2021]: «Durante l’udienza pubblica alla Consulta pure l’Avvocatura dello Stato – che in teoria avrebbe dovuto difendere le leggi vigenti sull’ergastolo ostativo per conto del Governo – ha aperto alla liberazione condizionale ai condannati all’ergastolo ostativo. Un cambio di posizione visto che inizialmente aveva chiesto di dichiarare l’inammissibilità o l’infondatezza della questione di costituzionalità sollevata dalla Cassazione. Il giudice Antonino Di Matteo, esperto investigatore antimafia, eletto come Consigliere togato del Csm senza essere mai iscritto a una corrente: “Così smantellano il sistema complessivo di contrasto alle organizzazioni mafiose ideato e voluto da Falcone”. Totò Riina voleva fargli fare la fine del “primo tonno, il tonno buono“. Voleva fare “un’esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo con i militari”: chiaro riferimento al periodo delle stragi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Dava fastidio al capo dei capi il lavoro di Antonino Di Matteo, all’epoca sostituto procuratore di Palermo che indagava sulla Trattativa Stato-Mafia. Ed è alla lotta alla mafia e ai misteri delle stragi che ha dedicato la sua carriera Di Matteo».

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Trattativa Stato-Mafia, “papello”, stragi di mafia. Verità di cui non si deve parlare. #restiamoliberi per accogliere la verità. “Report” torna stasera alle 21.20 su RAI 3 – 11 gennaio 2021

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