Aotearoa Gate. In Nuova Zelanda abusi su 250mila persone in 70 anni, in massima parte minori. Parte la Fase 2 della Commissione Reale d’Inchiesta sugli Abusi nelle Cure

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In Aotearoa (il nome della Nuova Zelanda in maori) la Royal Commission of Inquiry in Abuse in Care da oggi 15 marzo fino al 29 marzo 2021 condurrà le sessioni di ascolto delle vittime di abusi da parte del clero neozelandese. Abusi fisici, sessuali. Scariche elettriche su gambe e genitali, anche più volte al giorno, trattamenti farmacologici. Per cinque o dieci anni di seguito. Tra il 1950 e il 2019 più di 250mila persone, in massima parte minori, ospiti di istituzioni pubbliche o religiose, sono state vittime in Nuova Zelanda di una lunga serie di violenze.

La Commissione Reale d’Inchiesta sugli Abusi nelle Cure, istituita nel 2018, è giunta alla conclusione che il 40% degli ospiti di istituzioni pubbliche o religiose, molti dei quali maori, è stata vittime di violenze di ogni tipo [QUI e QUI]. Era il 30 novembre 2020 quando Catherine Fyfe affermava: “I vescovi cattolici e i responsabili delle Congregazioni sono impegnati ad assumersi le proprie responsabilità per fermare gli abusi nella Chiesa Cattolica e per imparare a rispondere a ciò che è accaduto”.

Catherine Fyfe è il Presidente di Te Rōpū Tautoko (Gruppo di Sopporto), l’organismo incaricato del coordinamento e della cooperazione tra la Royal Commission of Inquiry in Abuse in Care [QUI], la New Zealand Catholic Bishops Conference (NZCBC) e la Congregational Leaders’ Conference Aotearoa New Zealand (CLCANZ) [QUI].

Il Cardinale John Atcherley Dew sottolinea, in rappresentanza dei vescovi neozelandesi: “I presuli e i responsabili delle Congregazioni hanno chiesto di essere inclusi nei lavori della Commissione Reale. Sono impegnati a collaborare con essa, affinché gli accadimenti del passato siano esaminati in modo trasparente e aperto”. I presuli sono interessati, inoltre, ad “attuare le eventuali raccomandazioni della Commissione stessa”. Dal porporato anche “il riconoscimento del danno causato a molti”, per il quale esprime “profondo dolore”.

Dal novembre 2020 la Commissione Reale d’Inchiesta sta esaminando cosa è successo ai bambini, ai giovani e adulti vulnerabili mentre erano sotto la responsabilità dello Stato e delle istituzioni religiose, tra il 1950 e il 1999. La Commissione Reale è un organo indipendente dal governo dello stato neozelandese, ma il governo è impegnato a sostenere il suo lavoro, al fine di ottenere il risultato per il sostegno delle vittime di violenza. Lo scopo della Commissione Reale è “trasformare il modo in cui noi, come Nazione, ci prendiamo cura dei bambini, dei giovani e adulti vulnerabili nella nostra comunità”. La risposta del governo all’inchiesta e all’impegno con i sopravvissuti si basa anche sulla collaborazione che Il Ministero della Giustizia presta al progetto, per sostenere la Commissione Reale. Il Ministero della Giustizia risponderà ai problemi e ai consigli man mano che verranno formulati in modo da poter imparare dagli errori del passato per proteggere meglio i bambini, i giovani e adulti vulnerabili. La Commissione Reale è guidata da un presidente e quattro commissari, i quali raccolgono informazioni e intraprendono indagini, per presentare il loro Rapporto Finale al Governatore generale nel 2023.

Da oggi 15 marzo fino al 29 marzo 2021 vengono avviate le audizioni delle vittime di abusi da parte del clero. La Commissione Reale analizzerà i casi di violenze commessi su bambini e adulti vulnerabili che sono tuttora in cura riabilitativa dopo le violenze subite. Al termine delle sezioni d’ascolto la Commissione Reale neozelandese presenterà delle raccomandazioni simili a quelle presentate dalla Commissione Reale australiana, del quale abbiamo analizzato gli esiti e i protocolli attuativi nel nostro approfondimento in quattro parti Australian Gate – Un Oceano dell’Orrrore.

Le sessioni d’ascolto della Commissione Reale si concentreranno sulle prove processuali e sulle audizioni dei testimoni chiamati a nome della Chiesa Cattolica Romana in Nuova Zelanda, la Chiesa Anglicana in Nuova Zelanda e Polinesia e l’Esercito della Salvezza in Nuova Zelanda. Poniamo in evidenza:

– Martedì 23 marzo 2021 alle ore 09.00 è prevista la dichiarazione di apertura della Chiesa Cattolica Romana in Nuova Zelanda, rivolta a tutti i partecipanti pertinenti. La dichiarazione sarà presentata da Padre Thomas P. Doyle, sacerdote domenicano, avvocato e terapista. Dal 1982 si occupa della questione degli abusi sessuali da parte del clero, iniziando con la sua attività di avvocato canonico presso la Nunziatura Apostolico a Washington DC. Il suo coinvolgimento include: cura pastorale delle vittime e delle loro famiglie, difensore canonico per i chierici accusati, consulente di diocesi e comunità religiose e come testimone esperto e consulente in cause civili e penali negli Stati Uniti e in altri paesi. Nel 2006 è stato coautore del libro Sex, Priests and Secret Codes: The Catholic Church’s 2.000 Year Paper Trail of Sexual Abuse. Ha lavorato come consulente ed esperto in diverse commissioni investigative in Irlanda e, nel 2017, come testimone esperto davanti alla Commissione Reale australiana sulle risposte istituzionali agli abusi sessuali sui minori. La relazione di Padre Doyle definirà in primo luogo la portata e la storia recente degli abusi sessuali del clero nella Chiesa Cattolica Romana, come si applica il diritto canonico e come ha risposto la Chiesa Cattolica Romana. Inquadrerà la sua relazione nel contesto, spiegando il governo e la struttura della Chiesa Cattolica Romana e la natura del sacerdozio cattolico. Padre Doyle esplorerà come il sistema istituzionale della Chiesa Cattolica Romana consenta gli abusi. Descriverà anche il “legame traumatico” e il danno spirituale subito dai sopravvissuti agli abusi del clero. La relazione di Padre Doyle si concluderà con un’analisi del motivo per cui la Chiesa Cattolica Romana non è riuscita a rispondere adeguatamente alla questione degli abusi sessuali del clero.

– Venerdì 26 marzo 2021 alle ore 10.00 è in programma l’intervento deI Cardinale John Atcherley Dew, Arcivescovo metropolita di Wellington e Ordinario militare per la Nuova Zelanda, Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica della Nuova Zelanda. Il suo intervento riguarderà l’approccio diocesano al risarcimento delle vittime di violenza, l’approccio a livello nazionale della Chiesa Cattolica Romana in Nuova Zelanda al risarcimento e gli sviluppi del risarcimento dal Vaticano.

Glenis Philip-Barbara: “Sarebbe un errore credere che ciò che è successo in passato non stia ancora succedendo oggi” [Il grande caso di abusi scoperto in Nuova Zelanda].

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