60SA. Lo scandalo finanziario della Segreteria di Stato di Sua Santità. Il meglio deve ancora avvenire…

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La retroscena dello scandalo di compravendita della Segreteria di Stato di Sua Santità sta diventando sempre più inquietante, come abbiamo predetto da tempo. Adesso sommergono delle registrazioni audio di una discussione animata durante un incontro segreto in una stanza dell’Hotel Bulgari a Milano, pubblicate oggi dal Corriere della Sera. La vicenda riguarda il palazzo di lusso al numero 60 di Sloane Avenue a Londra, che ha scatenato uno dei più grandi scandali finanziari che affliggono lo Stato della Città del Vaticano, comprato dalla Segreteria di Stato di Sua Santità del con un’operazione finanziaria enorme, che ha portato ad un giro d’affari milionario.

L’incontro all’Hotel Bulgari si svolge in un momento cruciale della vicenda, perché la voce dell’operazione finanziaria era arrivata ai piani alti della Santa Sede e gli uomini della Segreteria di Stato dovevano trattare per riprendere il comando sul palazzo 60SA e poterlo rivendere.

Tre uomini – si legge sul Corriere della Sera – discutono animatamente, di soldi, di affari. Forse di tangenti. Il primo è il broker molisano Gianluigi Torzi (arrestato nello Stato della Città del Vaticano lo scorso giugno con le accuse di peculato, estorsione, truffa aggravata, autoriciclaggio), il secondo è il funzionario della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi (in stato di accusa e licenziato) e il terzo è lo storico gestore delle finanze della Santa Sede Enrico Crasso. «Discutono dell’affare da centinaia di milioni del palazzo di Sloane Avenue a Londra – scrive il Corriere della Sera -: Torzi, da semplice intermediario, ha assunto il controllo dell’immobile; Tirabassi tratta per farlo uscire; Crasso media. E forse registra. È il 19 dicembre 2018. Nasce da qui lo scandalo che ha travolto le finanze della Santa Sede».

Basta ascoltare l’audio per capire che “gentiluomini” sono questi tre e la vergogna del modo in cui “gestiscono” le finanze della Segreteria di Stato. E qui ricordo quello che ha scritto l’amico e collega Andrea Gagliarducci tre giorni fa:

«Da un paio di settimane, i media sono pieni di cronache giudiziarie che riguardano il Vaticano o persone che orbitano intorno al Vaticano. Sembra che tutto, nella Santa Sede, sia corrotto. Che, anzi, sarebbe meglio che la Santa Sede smettesse di esistere, se questi devono essere gli effetti. Un tema, tra l’altro, che è frutto di antiche campagne contro la Chiesa, ideate anche dallo stesso ministro della Propaganda nazista Goebbels, il quale individuò negli scandali sessuali e finanziari i grimaldelli per sradicare il cattolicesimo se non dai cuori delle persone, dall’opinione pubblica.
Chi scrive di Vaticano non è protagonista di queste cronache. Sono i cronisti di giudiziaria a dettare l’agenda, sono loro che ottengono le carte, sono loro che le pubblicano. Da tempo è così. Sia il primo che il secondo Vatileaks si sono diffusi attraverso la cronaca giudiziaria. La stessa cronaca che poi rivendica il diritto di primogenitura nel parlare di Vaticano e di scandali, perché sarebbe senza pregiudizi di sorta.
C’è un Vaticano nascosto composto da tutte quelle persone che credono nel lavoro che fanno, e sono moltissime. Che non sono nella Santa Sede semplicemente per fare un lavoro, ma per portare avanti una missione. Non sono solo sacerdoti. In molti casi, sono laici, e sono laici che hanno compreso cosa significa contribuire a far sentire la voce della più grande autorità morale del mondo.
Critiche e attacchi alla Chiesa tengono questo Vaticano nascosto in ombra, e loro stessi si nascondono, perché non hanno l’obiettivo della visibilità. Probabilmente vedono con fastidio le grandi dichiarazioni su piccole migliorie tecniche alle leggi, le interviste promozionali dei capi dicastero, i grandi annunci. Perché il loro obiettivo è quello di contribuire a far funzionare la Santa Sede in modo che questa possa essere davvero uno strumento al servizio dell’umanità, non ad esaltare il lavoro che svolgono.
Sanno che è più facile, per loro, essere denigrati che compresi. Sanno che il loro è un lavoro oscuro, per cui in pochi daranno loro merito. Conoscono il terrorismo delle chiacchiere, ma se ne guardano bene. Se parlano con un giornalista, è più facile gli spieghino la ragione di alcune scelte, che invitino a guardare lo scenario complessivo, che si soffermino su cavilli nelle pieghe di documenti in cui loro vedono spazi immensi» [Al Vaticanista è chiesto di essere “nel mondo, ma non del mondo”, di mostrare al di là di ogni scandalo una prospettiva più ampia – 16 ottobre 2020].

«Tu lo sai che su questa operazione c’è tutto il mondo, sì? Ci sono i servizi vostri, i servizi inglesi… — afferma Torzi — questa cosa va fatta come ti dico io e nessuno si fa male, perché non è che Gianluigi è caduto dal cielo e vi ha salvato l’operazione …». L’operazione di cui parlano, rimasta segreta fino a ottobre 2019, è conosciuta oggi come «lo scandalo del palazzo di Londra», cuore dell’inchiesta penale della magistratura vaticana. La complessa manovra fu affidata all’allora sconosciuto Torzi. «Tu mi hai salvato il culo— sostiene Tirabassi, il laico più alto in grado tra i gestori dei fondi della Segreteria— di fronte a un’operazione di cui… non ero responsabile de’ sape’ cose… e a differenza di tutti non ho preso niente».

Nostre informazioni su Tirabassi si fermano a questa estate. Sino a quel momento Tirabassi si era reso irreperibile, dal momento della sua sospensione ha fatto perdere le sue tracce. Questa estate sono state fatte trapelare delle carte sugli interrogatori degli inquirenti e non vi sono notizie su alcun interrogatorio di Tirabassi, poiché è irreperibile. Da questa estate per noi non vi sono novità in merito in quanto non vi è alcuna notizia di una dichiarazione di Tirabassi, proprio perché non esiste tale dichiarazione. Tutto fa dedurre che il Tirabassi resta irreperibile. Nel frattempo Mons. Perlasca è stato richiamato nella Città del Vaticano per essere sentito. Lui è tornato, dopo essersi allontanato indebitamente “nottetempo” dallo Stato della Città del Vaticano, ma Tirabassi non possiamo dire che sia tornato a rilasciare dichiarazioni agli inquirenti. Quindi per noi resta irreperibile.

Del broker originario di Termoli si era parlato negli ultimi tempi per il coinvolgimento in diverse strane operazioni, da un annunciato tentativo, da parte sua, di salvataggio della Banca Popolare di Bari all’indagine su una presunta truffa compiuta ai danni del Fatebenefratelli di Roma.

Torzi – scrive il Corriere della Sera – si è autoassegnato mille fondamentali azioni di Gutt, la società lussemburghese che ha rilevato il palazzo. Quelle azioni, che valgono solo il 3 per cento del capitale, gli danno però tutte le leve di gestione dell’immobile della Segreteria di Stato. «Io pensavo di gestire 3-4 anni. Dammi 10 milioni e me ne vado; dammi 8 milioni, che cazzo ti devo dire… Sì, comunque me ne vado… Se mi dai 2 milioni ti dico “mi hai ca… in mano” perché ne ho dati tre e mezzo solo a… C’è il bonifico! Ti faccio vedere!». È uno dei passaggi più inquietanti. Poco dopo ribadisce: «Ce l’ho qua il bonifico, non è che sto’ a di’ cazzate… Oggi se piglio 10 milioni me ne porto a casa 3 o 4».

Postscriptum

1. Scandalo 60SA. Memoriale difensivo di Mincione per la magistratura vaticana e sequestro dispositivi elettronici – 15 luglio 2020
… chissà quale sarà il prossimo ospite invitato al Hotel de Russie (tra Piazza di Spagna e Piazza del Popolo a Roma) e poi pugnalato a tradimento.

2. … e il tempo corre. E vedremo delle belle, ormai è una sceneggiata da avanspettacolo di una soap opera.

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