L’isola di Gorée, la Casa degli schiavi e la storia semplice di una fotografia di un grande fotoreporter

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Venerdì 16 ottobre 2020 alle ore 16.00 si è svolta nella Galleria Arte Poli in Borgo Vittorio 88 a Roma l’inaugurazione della mostra “Giovanni Paolo II-A cent’anni dalla nascita”, organizzata da Progetto Arte Poli in collaborazione con il Museo dei Papi e Catholic Press Photo, con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede e dalla Fondazione Vaticana di Giovanni Paolo II-Centro di Documentazione e Studio del Pontificato di Giovanni Paolo II.

Inaugurazione della mostra
“Giovanni Paolo II-A cent’anni dalla nascita”
Roma, 16 ottobre 2020

Si tratta di una mostra fotografica degli amici Giancarlo e Alessia Giuliani, con reliquie e oggetti che fanne parte delle Opere Sante del Maestro Albano Poli. Purtroppo, non ho potuto partecipare a questo evento molto particolare, perché sono amico di ambedue i fotoreporter, di Alessia che è figlia d’arte del fotoreporter storico di Famiglia Cristiana e Catholic Press Photo, il fraterno amico Giancarlo Giuliani, compagno di viaggio in tantissime visite apostoliche, che ho conosciuto in occasione della prima visita pastorale di Giovanni Paolo II a cui ho partecipato, in Veneto dal 15 al 17 giugno 1985. Non sarei mancato a questo evento molto speciale, se non fosse per il fatto che da marzo non incontro nessuno, non partecipo ad eventi.

A Roma la mostra “Giovanni Paolo II-A cent’anni dalla nascita”, con una selezione fotografica di Giancarlo e Alessia Giuliani – 8 ottobre 2020

Il video dell’inaugurazione della mosta (ripresa privat di Monica Giuliani).

Durante l’inaugurazione, Giancarlo Giuliani ha ricordato la storia della sua fotografia esclusiva, al centro della mostra, che ha scattato il 22 febbraio 1992 presso la Casa degli schiavi sull’isola di Gorée in Senegal, mentre Giovanni Paolo II in questo luogo carico di storia si affaccia sul mare, dalla Porta del non ritorno. Mi ha fatto ritornare con la memoria a questo grande ed esclusivo scatto. Ne vorrei ripresentare oggi in questo mio “Blog dell’Editore” la storia autentica, che ho già raccontato in passato sul mio diario Facebook, il 27 gennaio 2019.

Isola di Gorée (Senegal).

L’isola di Gorée, la Casa degli schiavi
e la storia semplice di una fotografia
di un grande fotoreporter

Il 22 febbraio 1992 avevo accompagnato i giornalisti ammessi al Volo Papale con un traghetto all’isola di Gorée, situata a meno di 3 km dalle coste della capitale senegalese Dakar, prima dell’arrivo del Papa. In attesa prima della visita di San Giovanni Paolo II alla Casa degli schiavi, ci eravamo fermato in uno dei tipici locali dell’isola. Qui, Giancarlo Giuliani, che aveva già visitato il posto in precedenza, mi fece una proposta, visto che era previsto soltanto un pool molto ristretto di alcuni fotoreporter, qualche operatore televisivo e alcuni corrispondenti, però soltanto all’interno della Casa degli schiavi. Mi chiese di farlo scendere sul mare per poter fotografare il Papa mentre si sarebbe affacciato sulla Porte del non ritorno, guardando il mare.

Isola di Gorée (Senegal), la Casa degli schiavi.

L’isola di Gorée è un luogo di incredibile bellezza paesaggistica e di altrettanto incredibile e triste storia. Un piccolo gioiello che rimanda ad un triste passato. La visita qui con San Giovanni Paolo II era davvero un pugno allo stomaco, ma necessario per comprendere ciò che è stato.
Dichiarata sito di grande interesse storico e patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1978, l’isola di Gorèe, che è stata governata in momenti diversi da portoghesi, olandesi, inglesi e francesi, ha rappresentato, per chi l’ha attraversata in catene fin dal lontano 1536, “la porta per l’inferno” della schiavitù.

Per oltre 300 anni, fino al 1848, anno dell’abolizione della schiavitù, Gorée è stata il punto di partenza per milioni di uomini e donne africane, che venivano strappati dalla loro terra, per essere inviati oltreoceano, a bordo di imbarcazioni portoghesi, spagnole e francesi, per lavorare nei campi di cotone, di canna da zucchero o di caffè in America del Sud e nelle isole dei Caraibi.

Camminando tra le stradine caratteristiche, dai colori vivaci, dell’isola, si percepisce subito l’influenza della dominazione francese. Uno di questi vicoli conduce direttamente alla “Maison des Esclaves” ovvero la Casa degli schiavi, una vecchia residenza privata dove gli schiavi venivano tenuti prigionieri, in attesa di essere venduti.

La Casa degli schiavi sull’Isola di Gorée (Senegal).

Proprio i due grandi scaloni a ferro di cavallo, posti all’ingresso della residenza, erano il punto in cui veniva contrattata la vendita di queste persone.

La Porta del non ritorno della Casa degli schiavi sull’Isola di Gorée (Senegal).

Il simbolo più forte, significativo e triste di questa residenza è rappresentato dalla Porta del non ritorno, che si apre sull’Oceano Atlantico, e che conduceva gli schiavi africani direttamente a bordo delle navi per essere poi trasportati oltreoceano, senza avere più la possibilità di fare ritorno in patria.

La foto di San Giovanni Paoli II nella Porta del non ritorno della Casa degli sciavi sull’Isola di Gorée (Senegal) scattata da Giancarlo Giuliani.

Con queste informazioni in mente, la proposta che mi fece Giancarlo Giuliani mi trovò subito d’accordo. Rintracciò subito il Capo della sicurezza del Papa, il Comm. Camillo Cibin e lo chiese di accompagnarci per un sopralluogo alla Casa degli schiavi, poco prima dell’arrivo del Papa, per spiegare l’idea e verificare la fattibilità di quanto Giancarlo aveva proposto.
Il nulla osta del Comm. Cibin non si fece attendere e quindi fece scendere Giancarlo sulle rocce a riva del mare davanti alla Porta del non ritorno della Casa degli schiavi. E lo raggiunse poco prima dell’arrivo del Papa con il Seguito Papale.

La foto di San Giovanni Paoli II nella Porta del non ritorno della Casa degli sciavi sull’Isola di Gorée (Senegal) scattata da Giancarlo Giuliani.

E così nacque la foto che considero una delle più belle e significative tra le innumerevoli foto scattate dall’amico fotoreporter Giancarlo Giuliani nella sua lunga carriera. Una di quelle foto di cui sono ancora oggi felice di aver prestato il mio aiuto nel renderle possibile.

La foto di Giancarlo Giuliani su un manifesto per le strade di Roma, per il 40° anniversario dell’elezione al papato di San Giovanni Paolo II.
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