Nella ricorrenza della liberazione dell’Italia, ricordiamo anche i molti sacerdoti che nel 1941-54 furono uccisi dai partigiani comunisti

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In Italia esiste la storia di un massacro dimenticato. Andando a spulciare nei dati storici si evince che “né i partigiani democristiani (80.000 in Italia). né i repubblicani, né i socialisti, né i liberali hanno continuato a sparare dopo la guerra. Solo i comunisti, non tutti per fortuna, hanno abbondantemente e impunemente ucciso anche nel dopoguerra” (Don Mini Martelli in “Diario di un prete romagnolo assassinato”).

Facendo un calcolo dei morti in guerra e dei morti in parrocchia viene fuori un dato pazzesco: i cappellani militari morti furono 148, i parroci italiani uccisi furono 238 (più 41 viceparroci e 129 tra seminaristi, novizi e religiosi laici). In pratica era più pericoloso stare sotto il campanile del proprio paese che stare sotto le bombe del fronte. Poveri preti, messi in mezzo sempre: se aiutavano i rossi, allora erano sotto le mira dei neri. Se aiutavano i neri, allora venivano i rossi. In fondo motivi per farli fuori ce ne erano sempre e se non venivano trovati si utilizzava la vecchia tattica della calunnia: aveva l’amante ed il marito l’ha ucciso! Così si mettevano a tacere tutte le voci e le ricerche dei veri assassini, i quali solitamente se la svignavano all’Est, coperti dal Partito.

Molti degli assassini sono ancora vivi, molti dei preti sono ancora insepolti, dei corpi massacrati e lasciati marcire nelle campagne. Neanche si sono meritati una sepoltura cristiana. Solo perché erano preti. Questa è sicuramente una pagina della storia italiana che ancora gronda sangue, per il semplice motivo che questi sono tutti morti dimenticati e di cui solo in pochi vogliono parlare. Se un paese vuole dichiararsi maturo, dovrebbe fare luce su questi casi.

Ricordare è un atto di Giustizia, di Verità e di Libertà.

L’anniversario della liberazione d’Italia è una festa nazionale della Repubblica Italiana che ricorre il 25 aprile di ogni anno. È un giorno fondamentale per la storia d’Italia e assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze armate alleate, dall’Esercito Cobelligerante Italiano ed anche dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale contro l’occupazione nazista e a partire dall’8 settembre 1943 anche contro la Repubblica Sociale Italiana.

«Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire» (Sandro Pertini proclama lo sciopero generale, Milano, 25 aprile 1945).
Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate. Parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.

Su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi, il Re Umberto II, allora principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale (“Disposizioni in materia di ricorrenze festive”) che recitava: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale». La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, ma solo il 27 maggio 1949, con la legge 260 (“Disposizioni in materia di ricorrenze festive”), essa è stata istituzionalizzata stabilmente quale festa nazionale: «Sono considerati giorni festivi, agli effetti della osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici, oltre al giorno della festa nazionale, i giorni seguenti: […] il 25 aprile, anniversario della liberazione;[…]».

Ricevo sull’argomento le considerazioni e l’appello seguono dall’amico Gr.Uff. Rodolfo Armenio, he volentieri pubblico:

La ricorrenza della liberazione dell’Italia del 25 aprile nasce col Decreto Legislativo Luogoteneziale di S.A.R. il Principe Umberto di Savoia, il 22 Aprile 1946, come festa nazionale. Oggi questa festa è proprietà esclusiva della repubblica, dei comunisti o dei partigiani comunisti. Questo non è giusto! Alcune considerazioni.
Il partigiano è un combattente armato che non appartiene a un Esercito regolare, ma a un movimento che si organizza in bande o in gruppi, in cui ci sono politici, cattolici, socialisti, comunisti, liberali, monarchici, preti, suore, seminaristi e anche repubblicani, sostenuti dalla popolazione. Ognuno aiuta secondo la necessità e fa la sua parte. L’obiettivo dei partigiani era uno: liberare la nostra Patria dai nazi-fascisti ancora legati alla Germania di Hitler. Questo si ottenne grazie a tutti, come citato sopra e anche grazie aiuto di Umberto e Maria Jose di Savoia. Tra qualche giorno, malgrado il Covid-19, stampa e tv parleranno solo di un gruppo di partigiani: i comunisti. Quest’ultimi che oggi si prendono tutti i meriti, vorrei ricordare che ci sono stati anche partigiani assassini e senza scrupolo, massacrando e uccidendo Uomini disarmati, Ministri di Dio, dimenticati dall’Italia e dalla stessa Chiesa: i Sacerdoti. Tra il 1941 e il 1954 furono massacrati e uccisi molti Sacerdoti. I partigiani rossi, anche dopo la guerra, continuarono a massacrare Sacerdoti, dei quali solo pochi simpatizzavano per il fascismo; alcuni infatti furono uccisi solo perché nelle omelie denunciavano gli abusi dei partigiani. Basta ricordare solo le luci ricordiamo anche le ombre e i massacri. Diamo Giustizia a questi Martiri! Personalmente ricordo spesso i nomi di questi martiri nelle mie preghiere, e penso sia giusto ricordarli anche ai tanti lettori di questo giornale.
Di seguito i nomi dei Sacerdoti vittime dal 25 aprile 1945:
Don Edmondo De Amicis – Torino – 27 Aprile 1945;
Don Sebastiano Caviglia – Asti – 27 Aprile 1945;
Fratel Josef Dorfmann – Posina (VI) – 27 Aprile 1945;
Don Tullio Calcagno – Milano – 29 Aprile 1945;
Don Carlo Terenzini – Ventoso di Scandiano (RE) – 29 Aprile 1945;
Don Casimiro Paich – San Giovanni di Sterna d’Istria (GO) – 29 Aprile 1945;
Don Ernest Bandelj – Bria di Gorizia – 30 Aprile 1945;
Don Leandro Sangiorgio – Sordevolo (BI) – 30 Aprile 1945;
Bruno Finotto Cuscevie – Maggio 1945;
Don Giovanni Dorbolo – Sgonico (Ts) – 1 Maggio 1945;
Fratel Pietro Bonsembiante – Trieste – 1 Maggio 1945;
Don Antonio Greskovic – Lussino – 3 Maggio 1945;
Don Domenico Benussi – Albona di Pola – 4 Maggio 1945;
Don Giuseppe Rocco – Santa Sofia in Marecchia (AR) – 4 Maggio 1945;
Padre Angelico (Cesare) Romiti – Boschetto Montanaro (TO) – 7 Maggio 1945;
Don Tiso Gallet – Spazzate-Sassatelli (BO) – 9 Maggio 1945;
Don Viktor Perkan – Elsane (Istria ) – 9 Maggio 1945;
Don Francesco Pellizzari – Tagliolo Monferrato (AL) – 10 Maggio 1945;
Don Enrico Donati – Lorenzatico (BO) – 13 maggio 1945;
Don Colombo Fasce – Cestino (GE) – 19 maggio 1945;
Don Giuseppe Preci – Montalto di Montese (MO) – 24 Maggio 1945;
Don Giuseppe Tarozzi – Riolo di Castelfranco (MO) – 26 Maggio 1945;
Don Giuseppe Galassi – San Lorenzo in Selva (BO) – 31 Maggio 1945;
Padre Ivan Tul – Corte d’Isola (Istria) – Giugno 1945;
?Don Giovanni Guicciardi – Lama Mocogno (MO) – 10 Giugno 1945;
Don Raffaele Bortolini – Dosso (Fe) – 20 Giugno 1945;
Don Giuseppe Lenzini – Crocette di Pavullo (MO) – 21 Luglio 1945;
Don Achille Filippi – Maiola (BO) – 25 Luglio 1945;
Don Dolfo Dolfi- Volterra (PI) – 8 Settembre 1945;
Don Teobaldo Daporto – Casalfiumanese (BO) – 10 Settembre 1945;
Padre Joze Bric – Montespino (GO) – 21 Novembre 1945;
Don Alfonso Reggiani – Amola di Piano (BO) – 5 Dicembre 1945;
Don Filip Tercelj – Sturie delle Fusine (GO) – 7 Gennaio 1946;
Don Francesco Venturelli – Fossili (MO) – 15 Gennaio 1946;
Don Luigi Bordet – Hone (AO) – 5 Marzo 1946;
Don Augusto Galli – Pereto (PS) – 31 Maggio 1946;
Don Pietro Anelli – Pigiano di Varano Melegari (PR) – 1 Giugno 1946;
Don Umberto Pessina – Correggio (RE) – 18 Giugno 1946;
Don Giuseppe Rasori San Martino in Casola (BO) – 2 Luglio 1946;
Don Nazareno Lombardi – Pian di Porto Todi (PG) – 23 Agosto 1946;
Don Francesco Bonifacio – Villa Gardossi (TS) – 11 Settembre 1946;
Don Isidor Zavadlav – Goregna di Salona d’Isonzo (GO) -15 Settembre 1946;
Don Valentino Pirec – Idria della Baccia (GO) – 23 Settembre 1946;
Don Luigi Grandet – Pieve di Offiano (MS) – 31 Gennaio 1947;
Don Giacomo (Guido) Minghet – Borovnica – Giugno 1947;
Don Alojzij Kristan – Mune (Istria) – 14 Agosto 1947;
Don Miroslav Bulesic – Mompaderno (Istria) – 24 Agosto 1947;
Don Pietro Maraglia – Cerignano (MS) – 26 Febbraio 1948;
Don Ugo Bardot – Cevoli (PI) – 4 Febbraio 1951;
Don Giovanni Errani – Forlì – 23 Settembre 1954.
Ricordare è un atto di Giustizia, di Verità e Libertà. Grazie

Gr.Uff. Rodolfo Armenio
21 aprile 2020

“Storia dei preti uccisi dai partigiani” (2005) è una ricostruzione di 129 omicidi avvenuti tra il 1944 ed il 1947 e che si possono storicamente inquadrare nella cosiddetta strage dei preti. L’autore Roberto Beretta è un giornalista di Avvenire specializzato in temi religiosi. In questo libro riprende e amplia una lunga serie di articoli da lui pubblicati sul quotidiano. Secondo i documenti e le testimonianze trovate dall’autore nel periodo indicato furono uccisi, prevalentemente in Istria, Emilia e Romagna, 129 sacerdoti da parte di estremisti comunisti a seguito degli eccessi ideologici della Resistenza. Solo una ristretta minoranza erano simpatizzanti del regime fascista, pertanto l’autore ritiene che i motivi per cui furono ammazzati fossero altri. L’autore si domanda se queste uccisioni fossero state – in tutto o in parte – frutto di un disegno ordinato. Vengono peraltro ricondotte ai veri colpevoli, i tedeschi, alcune uccisioni di sacerdoti (al di fuori dei 129 suddetti) finora attribuite ai partigiani. La zona d’Italia dove le vittime furono più numerose fu denominata “Il triangolo della morte”, con vertici a Bologna, Modena e Reggio Emilia.

È del 1976, in anni ormai lontani dai fatti, una ricerca di don Mino Martelli, pubblicata col titolo “Una guerra e due resistenze” (Edizioni Paoline 1976).

Il libro è anche un atto d’accusa nei confronti dei molti responsabili del lungo silenzio su questi fatti.

Centro studi Giuseppe Federici-Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 37/16 del 26 aprile 2016, Madonna del Buon Consiglio
Elenco parziale dei sacerdoti uccisi dai partigiani comunisti e dimenticati dalla storiografia ufficiale

Don GIUSEPPE AMATEIS, parroco di Coassolo (Torino), ucciso a colpi d’ascia dai partigiani comunisti il 15 marzo 1944, perché aveva deplorato gli eccessi dei guerriglieri rossi.
Don GENNARO AMATO, parroco di Locri (Reggio Calabria), ucciso nell’ottobre ’43 dai capi della “repubblica rossa” di Caulonia.
Don ERNESTO BANDELI, parroco di Bria, ucciso da partigiani slavi a Bria il 30 aprile 1945.
Don VITTORIO BAREL, economo del Seminario di Vittorio Veneto, ucciso il 26 ottobre 1944 da partigiani comunisti.
Don STANISLAO BARTHUS, della Congregazione di Cristo Re (Imperia), ucciso il 17 agosto 1944 perché in una predica aveva deplorato le “violenze indiscriminate dei partigiani”.
Don DUILIO BASTREGHI, parroco di Cigliano e Capannone Pienza, ucciso la notte del 3 luglio 1944 da partigiani comunisti che lo avevano chiamato con un pretesto.
Don CARLO BEGHE’, parroco di Novegigola (Apuania), sottoposto il 2 marzo 1945 a finta fucilazione che gli produsse una ferita mortale.
Don FRANCESCO BONIFACIO, curato di Villa Gardossi (Trieste), catturato da miliziani comunisti iugoslavi l’11 settembre 1946 e gettato in una foiba rimasta sconosciuta.
Don LUIGI BORDET, parroco di Hóne (Aosta), ucciso il 5 marzo 1946 perché aveva messo in guardia i suoi parrocchiani dalle insidie comuniste.
Don SPERINDIO BOLOGNESI, parroco di Nismozza (Reggio Emilia), ucciso da partigiani comunisti il 25 ottobre 1944.
Don CORRADO BORTOLINI, parroco di Santa Maria in Duno (Bologna), prelevato da partigiani il 1̊ marzo 1945 e fatto sparire.
Don RAFFAELE BORTOLINI, canonico della Pieve di Cento, ucciso da partigiani la sera del 20 giugno 1945.
Don LUIGI BOVO, parroco di Bertipaglia (Padova), ucciso il 25 settembre 1944 da un partigiano comunista.
Don MIROSLAVO BULLESCHI, parroco di Monpaderno (Diocesi di Parenzo e Pola), ucciso il 23 agosto 1947 da comunisti jugoslavi.
Don TULLIO CALCAGNO (direttore di Crociata Italica, scomunicato), fucilato dai partigiani comunisti a Milano il 29 aprile 1945.
Don SEBASTIANO CAVIGLIA, cappellano della GNR, ucciso il 27 aprile 1945 ad Asti.
Fra CRISOSTOMO CERAGIOLO, o.f. m., cappellano militare decorato al v.m., prelevato il 19 maggio 1944 da partigiani comunisti nel Convento di Montefollonico e trovato cadavere in una buca con le mani legate dietro la schiena.
Don ALDEMIRO CORSI, parroco di Grassano (Reggio E.), ucciso da partigiani comunisti la notte del 22 ottobre 1944 nella sua canonica.
Don FERRUCCIO CRECCHI, parroco di Levigliani (Lucca), fucilato all’arrivo delle truppe di colore nella zona su false accuse dei comunisti del luogo.
Don ANTONIO CURCIO, cappellano dell’11” Btg. Bersaglieri, ucciso il 7 agosto 1941 a Dugaresa da comunisti croati.
Fra SIGISMONDO DAMIANI, o.f.m., ex cappellano militare, ucciso da comunisti slavi a San Genesio di Macerata l’11 marzo 1944.
Don TEOBALDO DAPPORTO, arciprete di Castel Ferrarese (diocesi di Limola), ucciso da un comunista nel settembre 1945.
Don EDMONDO DE AMICIS, cappellano, pluridecorato della prima guerra mondiale, ucciso il 26 aprile 1945 da partigiani comunisti.
Don AURELIO DIAZ, cappellano della Sez. Sanità della Divisione “Ferrara”, fucilato nelle carceri di Belgrado nel gennaio del ’45 da partigiani “titini”.
Don ADOLFO DOLFI, canonico della Cattedrale di Volterra, sottoposto il 28 maggio 1945 a torture che lo portarono alla morte l’8 ottobre successivo.
Don ENRICO DONATI, arciprete di Lorenzatico (Bologna), massacrato il 23 maggio 1945 sulla strada di Zenerigolo.
Don GIUSEPPE DORFMANN, fucilato nel bosco di Posina (Vicenza) il 27 aprile 1945.
Don VINCENZO D’OVIDIO, parroco di Poggio Umbricchio (Teramo), ucciso nel maggio ’44 sotto accusa di filo-fascismo.
Don GIOVANNI ERRANI, cappellano militare della GNR, decorato al v.m., condannato a morte dal CLN di Forlì, salvato dagli americani e deceduto in seguito, a causa delle torture subite.
Don COLOMBO FASCE, parroco di Cesino (Genova), ucciso nel maggio del 1945 da partigiani comunisti.
Padre GIOVANNI FAUSTI, s.i. Superiore generale dei Gesuiti in Albania, fucilato il 5 marzo 1946 perché italiano. Con lui furono trucidati ALTRI sacerdoti dei quali non si è mai potuto conoscere il nome.
Fra FERNANDO FERRAROTTI, o.f.m., cappellano militare reduce dalla Russia, ucciso nel giugno 1944 a Champorcher (Aosta) da partigiani comunisti.
Don GREGORIO FERRETTI, parroco di Collevecchio (Teramo), ucciso da partigiani slavi ed italiani nel maggio 1944.
Don GIOVANNI FERRUZZI, arciprete di Campanile (Imola), ucciso da partigiani il 3 aprile 1945.
Don ACHILLE FILIPPI, parroco di Maiola (Bologna), ucciso la sera del 25 luglio 1945 perché accusato di simpatie fasciste.
Don GIUSEPPE GABANA, della diocesi di Brescia, cappellano della VI Legione della Guardia di Finanza, ucciso il 3 marzo 1944 da un partigiano comunista.
Don SANTE FONTANA, parroco di Cornano (Pontremoli), ucciso dai partigiani il 16 gennaio 1945.
Don GIUSEPPE GALASSI, arciprete di S. Lorenzo in Selva (Imola), ucciso il 1̊ maggio 1945 perché sospetto di filo-fascismo.
Don TISO GALLETTI, parroco di Spazzate Sassatelli (Imola), ucciso il 9 maggio 1945 perché aveva criticato il comunismo.
Don DOMENICO GIANNI, cappellano militare in Jugoslavia, prelevato la sera del 21 aprile 1945 e soppresso dopo tre giorni.
Don GIOVANNI GUICCIARDI, parroco di Mocogno (Modena), ucciso il 10 giugno 1945 dopo sevizie inflittegli nella sua canonica.
Don VIRGINIO ICARDI, parroco di Squaneto (Acqui), ucciso il 4 luglio 1944 a Preto da partigiani comunisti.
Don LUIGI ILARIUCCI, parroco di Garfagnolo (Reggio Emilia), ucciso il 19 agosto 1944 da partigiani comunisti.
Don GIUSEPPE JEMMI, cappellano di Felina (Reggio Emilia), ucciso il 19 aprile 1945 perché aveva deplorato gli “eccessi inumani di quanti disonoravano il movimento partigiano”.
SERAFINO LAVEZZARI, seminarista di Robbio (Piacenza), ucciso il 25 febbraio 1945 dai partigiani insieme alla mamma e a due fratelli.
Don LUIGI LENZINI, parroco di Crocette (Modena), ucciso da partigiani rossi la notte del 21 luglio 1945.
Padre GIUSEPPE LORENZELLI, priore di Corvarola di Bagnone (Pontremoli), ucciso da partigiani il 27 febbraio 1945 dopo essere stato obbligato a scavarsi la fossa.
Don LUIGI MANFREDI, parroco di Budrio (Reggio Emilia), ucciso il 14 dicembre 1944 perché aveva deplorato gli “eccessi partigiani”.
Don DANTE MATTIOLI, parroco di Coruzzo (Reggio Emilia), prelevato la notte del 1̊ aprile 1945 e scomparso per sempre.
Don FERNANDO MERLI, mansionario della Cattedrale di Foligno, ucciso il 21 febbraio 1944 presso Assisi da jugoslavi istigati dai comunisti.
Don ANGELO MERLINI, parroco di Fiamenga (Foligno), ucciso il medesimo giorno dagli stessi, presso Foligno.
Don ARMANDO MESSURI, cappellano delle Suore della S. Famiglia in Marino, ferito a morte da partigiani comunisti e deceduto il 18 giugno 1944.
Don GIACOMO MORO, cappellano militare in Jugoslavia, fucilato dai comunisti “titini” a Micca di Montenegro.
Don ADOLFO NANNINI, parroco di Cercina (Firenze), ucciso il 30 maggio 1944 da partigiani comunisti.
Padre SIMONE NARDIN, dei Benedettini Olivetani, tenente cappellano dell’Ospedale Militare “Belvedere” in Abbazia di Fiume prelevato da partigiani jugoslavi nell’aprile 1945 e fatto morire tra sevizie orrende.
Don LUIGI OBID, economo di Podsabotino e San Mauro (Gorizia), prelevato da partigiani e ucciso a San Mauro il 15 gennaio 1945.
Don ANTONIO PADOAN, parroco di Castel Vittorio (Imperia), ucciso da partigiani l’8 maggio 1944 con un colpo di pistola in bocca ed uno al cuore.
Don ATTILIO PAVESE, parroco di Alpe Gorreto (Tortona), ucciso il 6 dicembre 1944 da partigiani dei quali era cappellano, perché confortava alcuni prigionieri tedeschi condannati a morte.
Don FRANCESCO PELLIZZARI, parroco di Tagliolo (Acqui), chiamato nella notte del 10 maggio 1945 e fatto sparire per sempre.
Don POMPEO PERAI, parroco dei SS. Pietro e Paolo di Città della Pieve, ucciso per rappresaglia partigiana il 16 giugno 1944.
Don ENRICO PERCIVALLE, parroco di Varriana (Tortona), prelevato da partigiani e ucciso a colpi di pugnale il 14 febbraio 1944.
Don VITTORIO PERKAN, parroco di Elsane (Fiume), ucciso il 9 maggio 1945 da partigiani mentre celebrava un funerale.
Don ALADINO PETRI, pievano di Caprona (Pisa), ucciso il 27 giugno 1944 perché ritenuto filo-fascista.
Don NAZARENO PETTINELLI, parroco di Santa Lucia di Ostra di Senigallia, fucilato per rappresaglia partigiana l’il luglio 1944.
Don UMBERTO PESSINA, parroco di San Martino di Correggio, ucciso il 18 giugno 1946 da partigiani comunisti.
GIUSEPPE PIERAMI, studente di teologia della diocesi di Apuania, ucciso il 2 novembre 1944 sulla Linea Gotica da partigiani comunisti.
Don LADISLAO PISACANE, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso da partigiani slavi il 5 febbraio 1945 con altre dodici persone.
Don ANTONIO PISK, curato di Canale d’Isonzo (Gorizia), prelevato da partigiani slavi il 28 ottobre 1944 e fatto sparire per sempre.
Don NICOLA POLIDORI, della diocesi di Nocera e Gualdo, fucilato il 9 giugno 1944 a Sefro da partigiani comunisti.
Don GIUSEPPE PRECI, parroco di Montaldo (Modena), ucciso il 24 maggio 1945 dopo che era stato chiamato ad assistere un morente.
Don GIUSEPPE RASORI, parroco di San Martino in Casola (Bologna), ucciso la notte sul 2 luglio 1945 nella sua canonica sotto accusa di simpatie fasciste.
Don ALFONSO REGGIANI, parroco di Amola di Piano (Bologna), ucciso da marxisti la sera del 5 dicembre 1945.
ROLANDO RIVI, di Reggio Emilia, di sedici anni, ucciso il 10 aprile 1945 da partigiani comunisti solo perché indossava la tonaca.
Don GIUSEPPE ROCCO, parroco a Santa Maria, diocesi di S. Sepolcro, ucciso da slavi il 4 maggio 1945.
Fra ANGELICO ROMITI, o.f.m., cappellano degli allievi ufficiali della Scuola di Fontanellato, decorato al v.m., ucciso la sera del 7 maggio 1945 da partigiani comunisti.
Don LEANDRO SANGIORGI, salesiano, cappellano militare decorato al v.m., fucilato a Sordevolo Biellese il 30 aprile 1945.
Don ALESSANDRO SANGUANINI, della Congregazione della Missione, fucilato a Ranziano (Gorizia) il 12 ottobre 1944 da partigiani slavi per i suoi sentimenti di italianità.
Don LODOVICO SLUGA, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso insieme al confratello don Pisacane il 5 febbraio 1944.
Don LUIGI SOLARO, di Torino, ucciso il 4 aprile 1945 perché congiunto del Federale di Torino Giuseppe Solaro, anch’egli soppresso.
Don EMILIO SPINELLI, parroco di Campogialli (Arezzo), fucilato il 6 maggio 1944 dai partigiani sotto accusa di filo-fascismo.
Fra EUGENIO SQUIZZATO, o.f.m., cappellano partigiano, ucciso dai suoi il 16 aprile 1944 fra Corio e Lanzo Torinese perché, impressionato dalle crudeltà che essi commettevano, voleva abbandonare la formazione.
Don ERNESTO TALE’, parroco di Castelluccio Formiche (Modena), ucciso insieme alla sorella l’11 dicembre 1944 perché sospettato di filo-fascismo.
Don GIUSEPPE TAROZZI, parroco di Riolo (Bologna), prelevato la notte sul 26 maggio 1945 e fatto sparire.
Don ANGELO TATICCHIO, parroco di Villa di Rovigno (Pola), ucciso da partigiani iugoslavi nell’ottobre 1943 perché “aiutava troppo gli italiani”.
Don CARLO TERENZIANI, prevosto di Ventoso (Reggio Emilia), fucilato la sera del 29 aprile 1945 perché ex cappellano della Milizia.
Don ALBERTO TERILLI, arciprete di Esperia (Frosinone), morto in seguito a sevizie inflittegli dai marocchini eccitati da partigiani nel maggio 1944.
Don ANDREA TESTA, parroco di Diano Borrello (Savona), ucciso il 16 luglio 1944 da una banda partigiana perché osteggiava il comunismo.
Mons. EUGENIO CORRADINO TORRICELLA, della Diocesi di Bergamo, ucciso il 7 gennaio ’44 ad Agen (Francia) da partigiani comunisti perché accusato d’italianità.
RODOLFO TRCEK, diacono della Diocesi di Gorizia, ucciso il 1̊ settembre 1944 a Montenero d’Idria da partigiani comunisti.
Don FRANCESCO VENTURELLI, parroco di Fossoli (Modena), ucciso il 15 gennaio 1946 perché inviso ai partigiani.
Don GILDO VIAN, parroco di Bastia (Perugia), ucciso da partigiani comunisti il 14 luglio 1944.
Don GIUSEPPE VIOLI, parroco di Santa Lucia di Madesano (Parma), ucciso il 31 novembre 1945 da partigiani comunisti.
Don ANTONIO ZOLI, parroco di Morra del Villar (Cuneo), ucciso da partigiani comunisti perché durante la predica del Corpus Domini del 1944 aveva deplorato l’odio tra fratelli.
Roberto Beretta ha scavato negli archivi diocesani di quasi mezza Italia scontrandosi molte volte contro l’omertà che ancora regna quando si chiedono informazioni su queste stragi. Nel suo libro “Storia dei preti uccisi dai partigiani” ha stilato l’elenco dei sacerdoti e seminaristi uccisi dai partigiani, martiri cristinai in Italia:
Val d’Aosta
Padre Fernando Ferrarotti – Champorcher giugno 1944
Don Luigi Border – Hòne 5 marzo 1946
Piemonte
TORINO
Don Edmondo De Amicis – Torino 27 aprile 1945
Padre Angelico (Cesare) Romiti – Boschetto Montanaro 7 maggio 1945
Padre Eugenio Squizzato – Corio Canadese 15-16 aprile 1944
Don Giuseppe Amatesi – Coassolo Torinese 16 marzo 1944
ALESSANDRIA
Don Virginio Icardi – Squaneto 4 dicembre 1944
Don Francesco Pellizzari – Tagliolo Monferrato 10 maggio 1945
Don Enrico Percivalle – Variana 13 (15) marzo 1944
ASTI
Don Sebastiano Caviglia – Asti 27 aprile 1945
Don Luigi Solaro – Bottigliera d’Asti 3 aprile 1945
CUNEO
Don Antonio Francesco Zali – Morra San Costanzo 8 giugno 1944
BIELLA
Don Leandro Sangiorgio – Sordevolo 30 aprile 1945
Liguria
GENOVA
Don Attilio Pavese – Alpe Gorreto 6 dicembre 1944
Don Colombo Fasce – Cesino 19 maggio 1945
SAVONA
Don Guido salvi – Castelvecchio di Rocca Barbena marzo 1945
IMPERIA
Don Antonio Padoan – Castelvittorio 8 maggio 1944
Don Andrea Testa – Diano Borello 16 luglio 1944
Lombardia
Don Tullio Calcagno – Milano 29 aprile 1945
Don Pietro Treccani – Provaglio d’Iseo (BS) 5 dicembre 1944
Serafino Lavezzari – San Pietro Casasco (PV) 26 febbraio 1945
Veneto
Don Luigi Bovo – Bertipaglia di Maserà (PD) 25 dicembre 1944
Don Vittorio Barel – Vittorio Veneto (TV) 26 ottobre 1944
Fratel Josef Dorfmann – Posina (VI) 27 aprile 1945
Friuli Venezia Giulia, Istria e Dalmazia
Don Giuseppe gabbana – Trieste 3 marzo 1944
Don Francesco Bonifacio – Villa Gardossi (TS) 11 settembre 1946
Don Angelo Tarticchio – Villa di Rovigno (Istria) 19 settembre 1943
Don Miroslav Bulesic – Mompaderno (Istria) 24 agosto 1947
Don Filip Tercelj – Sturie delle Fusine (Go) 7 gennaio 1946
Don Ludvik Sluga – Circhina (Go) 3 febbraio 1944
Don Lado Piscanc – Circhina (Go) 3 febbraio 1944
Fra Alessandro Sanguanini – Ranziano (Go) 12 ottobre 1944
Don Izidor Zavadlav – Goregna di Salona d’Isonzo (Go) 15 settembre 1946
Don Placido Sancin – San Dorligo della Valle (Ts) 14 settembre 1943
Don Antonio Satej – San Daniele del Carso (Go) 26 settembre 1943
Don Luigi Obit – Poggio San Valentino (Go) 5 gennaio 1944
Don Anton Pisk – Canale d’Isonzo (Go) 28 ottobre 1944
Don Viktor Perkan – Elsane (Istria) 9 maggio 1945
Don Ernest Bandelj – Bria di Gorizia 30 aprile 1945
Don Valentin Pirec – Idria della Baccia (Go) 23 dicembre 1946
Padre Ivan Tul – Corte d’Isola (Istria) giugno 1945
Padre Joze Bric – Montespino (Go) 21 novembre 1945
Don Alojzij Kristan – Mune (Istria) 14 agosto 1947
Don Giovanni Dorbolò – Sgonico (Ts) 1̊ maggio 1945
Don Giovanni Tul – Trieste 1945
Fratel Pietro Bonsembiante – Trieste 1̊ maggio 1945
Don Nicola Fantela – Ragusa 25 ottobre 1944
Don Rocco Rogosic – Bencovaz (Dalmazia) 17 maggio 1942
Don Giovanni Manzoni – Rava (Dalmazia) 18 ottobre 1944
Don Antonio Greskovic (Grskovic) – Lussino 3 maggio 1945
Don Casimiro Paich – S.Giovanni di Sterna d’Istria (Go) 29 aprile 1945
Don Domenico Benussi – Albona di Pola 4 maggio 1945
Fra Mariano Blazic – Ragusa 25 ottobre 1944
Padre Pietro Perich – Ragusa 25 ottobre 1944
Don Francesco Grabegna – Losizze (Go) 26 settembre 1943
Rodolfo Trcek – Montenero d’Idria (Go) 1̊ settembre 1944
Erminio Pavinci – Chersano (Fianona) gennaio 1945
Vladimir Vivoda – Pinguente (Istria) settembre 1944
Bruno Fiotto – Cuscevie maggio 1945
Alojzij Kete – Planina di Aidussina (Go) 19 febbraio 1944
Emil Kete – Sambasso (Go) 12-13 novembre 1944
Gino Vosilla – Fiume 1945
Giovanni Massalin – Fiume 1945
Don Raffaele Busi Dogali – Briboj (Croazia) 15 giugno 1942
Don Giovanni Pettenghi – Gerovo (Croazia) 2 agosto 1942
Padre Agostino Curcio – Dugaresa 7 agosto 1941
Don Aurelio Diaz – Belgrado gennaio 1945
Don Giacomo Lora – 8 settembre 1943
Padre Simone Nardin – Abbazia di Fiume (Istria) aprile 1945
Don Giacomo (Guido) Minghetti – Borovnica giugno 1947
Don Hubert Leiler – Golnik 21 marzo 1942
Don Lambert Ehrlich – Lubiana 26 maggio 1942
Don Franc Kanduc – Logatec (Slovenia) 26 dicembre 1942
Don Ludvik Novak – Cave Auremiane (Ts) 17 novembre 1943
Emilia Romagna
BOLOGNA
Don Domenico Gianni – San Vitale di Reno 24 aprile 1945
Don Achille Filippi – Maiola 25 luglio 1945
Don Alfonso Reggiani – Amola di Piano 5 dicembre 1945
Don Giuseppe Rasori – San Martino in Casola 2 luglio 1946
Don Teobaldo Daporto – Casalfiumanese 10 settembre 1945
Don Giuseppe Galassi – S.Lorenzo in Selva 31 maggio 1945
Don Tiso Galletti – Spazzate Passatelli 9 maggio 1945
Don Corrado Bortolini – Lorenzatico 13 maggio 1945
FERRARA
Don Raffaele Bortolini – Dosso 20 giugno 1945
MODENA
Don Ernesto Talè – Castelluccio di Guiglia 11 dicembre 1944
Don Giuseppe Preci – Montalto di Contese 24 maggio 1945
Don Giovanni Guicciardi – Lama Mocogno 10 giugno 1945
Don Giuseppe Lendini – Crocette di Pavullo 21 luglio 1945
Don Francesco Venturelli – Fossoli 15 gennaio 1946
Don Giuseppe Tarozzi – Riolo di Castelfranco 26 maggio 1945
PARMA
Don Giuseppe Violi – S.Lucia di Medesano 31 marzo 1945
RAVENNA
Don Giovanni Ferruzzi – S.Maria in Fabriago 3 aprile 1945
REGGIO EMILIA
Don Carlo Terenziani – Ventoso di Scandiano 29 aprile 1945
Don Luigi Manfredi – Budrio di Correggio 14 dicembre 1944
Don Aldemiro Corsi – Grassano 21-22 settembre 1944
Don Luigi Ilariucci – Garfagnolo 19 agosto 1944
Don Giuseppe Jemmi – Felina 19 aprile 1945
Don Dante Mattioli – Cogruzzo 11 aprile 1945
Rolando Rivi – Castellarano 13 aprile 1945
Don Umberto Pessina – Correggio 18 giugno 1946
Don Sperindio Bolognesi – Nismozza 25 ottobre 1944
RIMINI
Don Federico Semprini – Rimini 27 dicembre 1943
Toscana
FIRENZE
Don Adolfo Nannini – Sant’Andrea a Cercìna 30 maggio 1944
AREZZO
Don Emidio Spinelli – Campogialli 6 maggio 1944
Don Giuseppe Rocco – S.Sofia in Parecchia 4 maggio 1944
LUCCA
Giuseppe Pierami – Piazza al Serchio 2 novembre 1944
MASSA CARRARA
Don Giuseppe Lorenzelli – Corvarola di Bagnone 27 febbraio 1945
Don Sante Fontana – Comano 16 gennaio 1945
Don Luigi Grandetti – Pieve di Offiano 31 gennaio 1947
Don Pietro Maraglia – Cerignano 26 febbraio 1948
Don Carlo Beghè – Novegigola 2 marzo 1945
PISA
Don Dolfo Dolfi – Volterra 8 settembre 1945
Don Aladino Petri – Caprona 27 giugno 1944
Don Ugo Bardotti – Cevoli 4 febbraio 1951
SIENA
Padre Crisostomo Ceraioli – Montefollonico 19 maggio 1944
Don Duilio Bastreghi – Celiano e Capannone 3 luglio 1944
Umbria
Don Ferdinando Merli – Foligno (PG) 21 febbraio 1944
Don Angelo Merlini – Fiamenga (PG) 21 febbraio 1944
Marche
ANCONA
Don Gildo Vian – Bastia di Fabriano 16 luglio 1944
Don Nazzareno Pettinelli – Santa Lucia a Ostra 11 luglio 1944
MACERATA
Padre Sigismondo Damiani – San Liberato 9 maggio 1944
Don Nicola Polidori – Sefro 9 giugno 1944
PESARO
Don Augusto Galli – Pereto 31 maggio 1946
Abruzzo
Don Vincenzo d’Ovidio – Poggio Umbricchio (TE) 19 maggio 1944
Don Gregorio Ferretti – Collevecchio (TE) 24 maggio 1944
Lazio
Padre Armando Messuri – Marino (RM) 8 giugno 1944
Calabria
Don Gennaro Amato – Paulonia (RC) 8 marzo 1945
Foto di copertina: «Domani un prete di meno», questa la motivazione che venne data dal commissario politico della formazione partigiana garibaldina che uccise il 13 aprile 1945 a Castellarano il seminarista Rolando Rivi di 14 anni. Fu beatificato a Modena il 5 ottobre 2013.

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