La Chiesa della misericordia questa volta colpisce Callao… serve poco, quanto basta, per far scendere la scure

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La lettura del Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede quotidiano è impresa ardua, con le sue “informazioni” asciutte e rarefatte, per qui serve essere molto devoto e specialmente la particolare devozione alla lente (comunque, dopo quasi quarant’anni di assidua lettura, ne ho fatto pure il callo… aggiunge una “a” e siamo alla notizia che ci interessa oggi).

Ieri, 15 aprile 2020 ci venivano servite due frasi stringenti, a cui oggi l’amico e collega Marco Tosatti, vaticanista di lunga corsa sempre sul pezzo, ha dedicato un’articolo che faccio seguire. Vale la pena di leggerlo con molta attenzione. Si tratta di uno di questi atti di grande misericordia, per cui questo pontificato verrà ricordato (e non sarà l’ultimo, statene certi).

L’informazione dateci ieri alle ore 12.00 canoniche per le nomine pontificie, come si vede sopra, era questa:

Rinuncia del Vescovo di Callao (Perú) e nomina dell’Amministratore Apostolico “sede vacante”
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Callao (Perú), presentata da S.E. Mons. José Luis del Palacio y Pérez-Medel.
Il Santo Padre ha nominato Amministratore Apostolico “sede vacante”, della Diocesi di Callao S.E. Mons. Robert Francis Prevost, O.S.A., Vescovo di Chiclayo.

José Luis del Palacio y Pérez-Medel (Madrid, 18 marzo 1950) è un vescovo spagnolo, missionario, scrittore, insegnante, filosofo, canonista e teologo, membro del Cammino Neocatecumenale. Dal 1975 in Perù, dal gennaio 2012 era Vescovo di Callao e Consulente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione della Santa Sede.
Ha completato la sua istruzione primaria e secondaria a Madrid. Successivamente, quando scoprì la sua vocazione religiosa, entrò in seminario e il 3 febbraio 1985 fu ordinato sacerdote da San Giovanni Paolo II, per l’Arcidiocesi di Madrid. Si è laureato in Teologia e Filosofia, ottenendo anche un dottorato in Teologia e Diritto Canonico.
Ha iniziato il suo ministero pastorale come membro del gruppo itinerante del Cammino Neocatecumenale in varie città spagnole (Toledo, Cuenca, Murcia, Alicante, Siviglia, Huelva e Cadice). Nel 1975 andò in Perù, dove continuò il suo lavoro, come capo del Camino Neocatecumenale in tutto il Paese, mentre era Professore di Teologia e Diritto canonico nella Facoltà di Teologia Redemptoris Mater, situato nel distretto di La Punta. Il 12 dicembre 2011 Papa Benedetto XVI lo ha nominato Vescovo della diocesi di Callao, in sostituzione del vescovo spagnolo Miguel Irízar Campos, che si era dimesso per aver raggiunto il limite di età.
Scelse come suo motto episcopale “Ama Deum et fac quod vis” (Ama Dio e fai ciò che vuoi). Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 7 gennaio 2012 per mano dell’Arcivescovo metropolita di Madrid, il Cardinale Antonio María Rouco Varela, del Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il Cardinale Antonio Cañizares, e del Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, il Cardinale Paul Josef Cordes, come co-consacranti. Ha preso possesso della Diocesi di Callao, il 22 gennaio 2012.
Nella Curia romana era Consulente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Si era dottorato alla UCAM-Universidad Católica di San Antonio de Murcia con una tesi su Nuova evangelizzazione e antropologia ed è autore di numerosi scritti sulla liturgia, l’iniziazione cristiana e la nuova evangelizzazione.
Ha ricevuto l’Ordine di Isabel la Católica, concesso dal Re di Spagna Felipe VI, in riconoscenza del suo lavoro missionario nel Perù.

La Chiesa della misericordia questa volta colpisce Callao…
di Marco Tosatti
Stilum Curiae, 16 aprile 2020

La Chiesa della misericordia ha colpito ancora, e questa volta sotto la scure è caduto un vescovo spagnolo, ma titolare della diocesi di Callao in Perù, vicino al Movimento Neocatecumenale, e a quanto pare, responsabile di essere stato vicino anche all’ex arcivescovo di Lima, Luis Cipriani (Opus Dei) sostituito dal super progressista e Teologia della Liberazione Carlos Castillo Mattasoglio. Ora sia i Neocatecumenali che l’Opus Dei non sembrano godere particolare favore presso la corte del Pontefice regnante (non abbiamo trovato traccia, nella sua biografia dell’ordinazione episcopale del Prelato attuale dell’Opus, nonostante che abbia assunto quella carica nel 2017; e a parte un caso in una zona remota dell’Asia non ci ricordiamo di nomine episcopali di sacerdoti dell’Opus Dei, sotto questo pontificato).
Il bollettino ha dato sobriamente la notizia della decapitazione: “Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Callao (Perú), presentata da S.E. Mons. José Luis del Palacio y Pérez-Medel. Il Santo Padre ha nominato Amministratore Apostolico “sede vacante”, della Diocesi di Callao S.E. Mons. Robert Francis Prevost, O.S.A., Vescovo di Chiclayo”.
Del Palacio era da otto anni vescovo di Callao, nel Paese in cui ha svolto lavoro missionario dal 1976 – quarantaquattro anni – dove si è occupato prevalentemente di poveri ed emarginati, e ha creato case di accoglienza e un seminario missionario “Redemptoris Mater e Giovanni Paolo II” situato nella zona più depressa della zona di Callao. “Ama e fai ciò che vuoi” è il suo motto episcopale, e da vescovo ha basato il suo lavoro su tre obiettivi: vocazioni, istruzione e carità. E, fra l’altro, ha dato impulso all’assistenza pastorale ai detenuti reclusi del penitenziario Sarita Colonia. Insomma, aveva tutto quello che poteva permettergli di piacere al Sommo Pontefice. Ma…secondo quanto ci dicono – e che ancora non abbiamo potuto verificare, ma le fonti sono buone – il peccato originale (Cammino neocatecumenale), quello secondario (vicinanza la cardinale Luis Cipriani) e il fatto che non vedesse di buon occhio alcune innovazioni – per esempio la comunione ai divorziati risposati – l’hanno messo nel mirino dei poteri forti episcopali del Perù, iper-progressisti, guidati dal nuovo arcivescovo di Lima, e così senza ragioni apparenti è stato obbligato a dare le dimissioni. Senza appello, senza essere ricevuto da papa Bergoglio, senza una motivazione reale. Un caso che ricorda quello – altrettanto pesante – di mons. Livieres Plano, della diocesi di Ciudad del Este, licenziato senza ragione apparente, e che attese per due settimane a Roma di essere ricevuto dal papa. A monsignor Livieres Plano non venne mai permesso di vedere il dossier elaborato dal visitatore apostolico e neppure, seppur presente a Roma il giorno dell’annuncio della sua rimozione, ebbe esaudita la richiesta di un colloquio con papa Francesco., e alla fine tornò a casa, dove morì due anni più tardi.
La comunicazione della sostituzione di Del Palacio il vescovo l’ha ricevuta – un gesto di indubbia delicatezza clericale – alla vigilia di Pasqua. Nel suo messaggio ai fedeli di Callao Del Palacio dice: “Certo che perdono i fratelli che mi hanno offeso e diffamato, e non ho alcun risentimento nel mio cuore, che Dio li benedica”, e chiede perdono “a tutti per il mio carattere, per i miei peccati, siamo tutti peccatori, chiedo il vostro perdono”. A quanto pare negli ultimi mesi c’erano stati contrasti fra diversi sacerdoti “progressisti” e membri del Cammino Neocatecumenale, ed erano partite accuse – anche anonime – nei confronti del vescovo, che secondo alcune fonti “”Ha un carattere complicato, difficile”, e indicano un pessimo rapporto con l’attuale arcivescovo di Lima, Carlos Castillo. E nella Chiesa della misericordia tanto basta.

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