Uno scudo penale per il Coronavirus: nel decreto Cura Italia spunta l’emendamento PD per sanare le responsabilità politiche

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I medici italiani chiedono lo scudo penale durante l’emergenza Coronavirus, contro eventuali denunce e azioni legali. Un emendamento, a prima firma Andrea Marcucci (Partito Democratico), che ha ricevuto il parere favorevole del Governo (e ti pare, l’esecutivo è il primo responsabile, seguito a ruota dal legislativo e dal mediatico, per arrivar al Capo dello Stato e del giudiziario, nel caso di omissione anche da parte loro), vorrebbe però una tutela anche per le figure amministrative, che cancellerebbe il reato di epidemia colposa. La denuncia di Francesca Nava su TPI, 2 aprile 2020.

È proprio della cazzimma, le faccia di bronzo della politica senza vergogna [*]. Certamente, per loro le persone sono solo numeri che muoiono (non abbastanza in fretta, per avere la curva in discesa dal “plateau” [**]), mentre loro si parano il sedere per la resa dei conti del dopo. Ecco, l’espressione più adatta per quelli è faccia tosta come il sedere (e mi sforza a rimanere signorile). Con loro cazzimma [***] vanno presi tutti con pedate il quel posto.
[*] Il Governo italiano ha portato il Sud ad un passo dalla tragedia. La denuncia del Governatore De Luca. Intervenga Mattarella
[**] Abbassiamo i toni, smorziamo i flashmob dai balconi, che non c’è nulla da cantare, che non c’è nulla da ballare
[***] È proprio della cazzimma, un fuoco che accresce sé stesso

Se voteranno questa cazzimma, aggiungerò alla foto di copertina dei social la denuncia di questo scandalo da regime. Già i responsabili di questo ammendamento PD vanno esposti al PUBBLICO LUDIBRIO, nel posto esatto sui Navigli dove Nicola Zingaretti andò a pendere lo spritz per #Milanononsiferma (e abbiamo visto, e vediamo, e vedremo con quale risultato di disastro sanitario e di morti), mettendo in ridicolo le misure sanitari consigliati dall’OMS, dopo il primo avviso ufficiale del 31 dicembre 2019.

Foto di Imagoeconomica e Testo Askanews.

Ricordiamocelo quel #Milanononsiferma, lo slogan della campagna social della Federazione milanese del PD, rilanciata dal Sindaco Beppe Sala su Facebook, a sostegno delle attività commerciali maggiormente colpite a livello economico dalla paura del coronavirus che in quei giorni ha svuotato la città. L’invito era scattare una foto e condividerla sui social con l’hashtag, il nome della propria città e “non si ferma”.

Foto di Imagoeconomica e Testo Askanews.

Questo video e la sua divulgazione – pubblicato il 27 febbraio 2020 dal Sindaco di Milano Beppe Sala sul suo profilo Facebook – ha aggravato la situazione, amplificando gli effetti di una scelta sbagliata presa dai politici, ossia quella di aspettare che il problema scoppiasse all’ennesima potenza prima di intervenire rigidamente in via preventiva. E oggi loro vogliono pararsi il sedere. Invece, vanno presi con delle pedate in quel posto, direttamente nella galera.

Prima aiutano se stessi.
Faccia di bronzo.

Uno scudo penale per il Coronavirus: nel decreto Cura Italia spunta l’emendamento PD per sanare le responsabilità politiche
I medici italiani chiedono lo scudo penale durante l’emergenza Coronavirus, contro eventuali denunce e azioni legali. Un emendamento del Pd, a prima firma Andrea Marcucci, vorrebbe però una tutela anche per le figure amministrative, che cancellerebbe il reato di epidemia colposa
di Francesca Nava
TPI, 2 aprile 2020

Mentre in Italia – e soprattutto in Lombardia – si continua a morire di Coronavirus, mentre emergono i numeri reali di questa catastrofe sanitaria, che solo a Bergamo e provincia ha fatto 4.500 morti (concentrati tutti nel mese di marzo), mentre continua incessante il flusso di testimonianze di persone che hanno perso i propri famigliari in modo traumatico e impietoso – chi dentro casa e chi in ospedali come quello di Alzano Lombardo in Val Seriana, dove tutto è iniziato il 23 febbraio – a Roma c’è già chi si sta mobilitando per mettere in campo uno scudo penale, non solo a difesa dei medici, ma anche dei responsabili gestionali di questa crisi. Si sta cercando, in pratica, di eliminare il reato di epidemia colposa per mantenere solo quello di epidemia dolosa.
I partiti di maggioranza e opposizione hanno infatti depositato emendamenti al decreto ‘Cura Italia’ per ridefinire, per il periodo di emergenza da Covid19, il perimetro della responsabilità per medici e operatori del settore. Si va da richieste di esonero totale, che cancellerebbero la responsabilità penale, civile, amministrativa ed erariale di tutti i protagonisti di questa vicenda, a richieste di rendere perseguibili penalmente le sole colpe gravi, fino alle richieste di chiedere il patrocinio gratuito dello Stato a chi sarà accusato di presunti errori. Il decreto ‘Cura Italia’ è da ieri all’esame della Commissione Bilancio del Senato, che vaglierà gli emendamenti prima della discussione in Aula, prevista per la settimana prossima.
L’emendamento a prima firma Marcucci (Partito Democratico) – che ha ricevuto il parere favorevole del Governo – chiede ad esempio di limitare la punibilità penale per “le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie – professionali – tecniche amministrative del Servizio sanitario” alle sole violazioni “macroscopiche” di “colpa grave”. Secondo il testo, tuttavia, la protezione riguarda non solo le “condotte professionali”, ma anche “le condotte gestionali o amministrative” purché non “sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione”.
“Lo trovo inaccettabile – sottolinea a TPI l’avvocato bergamasco Roberto Trussardi, che segue da vicino il caso di Alzano Lombardo – approvare un emendamento del genere significa dare un colpo di spugna ai tre quarti degli eventi che si sono verificati in questo periodo, tranne i casi gravissimi. Se le condotte gestionali o amministrative, anche se eclatanti, non potranno essere perseguite se non c’è dolo, significa che non si potranno perseguire mai”.
Questo significa, dunque, che la vera novità di questa modifica che potrebbe essere inserita nel decreto “Cura Italia” è la protezione fornita ai burocrati e ai dirigenti amministrativi, il che potrebbe far sorgere il ragionevole dubbio che il vero scopo della norma sia quello di tutelare la direzione politica e gestionale dell’emergenza Covid19, anche perché – come primo effetto immediato – faciliterebbe la difesa dei futuri imputati. E proprio sulla vicenda dell’Ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo, nei cui confronti l’ipotesi di reato potrebbe essere quella di epidemia colposa, l’avvocato Trussardi ci spiega che se passasse questo emendamento “ci sarà da discutere se si tratta di un caso macroscopico, eclatante oppure solo di colpa grave e in questo caso il reato non sarebbe perseguibile”.
Raggiunto telefonicamente da TPI per commentare questi emendamenti al decreto “Cura Italia”, il senatore Gregorio De Falco (del gruppo misto) ha così commentato: “Qui si sta cercando di precostituire una assoluzione per le responsabilità che in realtà non hanno carattere sanitario e medico, ma manageriale, probabilmente politico. Mi è stato detto che in questo momento sarebbe opportuno proteggere quei ragazzi, quei volontari che sono buttati al fronte, senza che abbiano una esperienza adeguata, magari non specializzati, ma qui non stanno proteggendo quelle specifiche categorie, qui si sta proteggendo tutto il sistema sanitario. Perché? E da che cosa? Forse dalle responsabilità che hanno assunto per aver messo medici e infermieri nelle condizioni di lavorare con quella carta straccia che hanno indosso al posto delle mascherine? Questo è gravissimo. Penso che si sia scritta una cosa che va ben oltre le intenzioni.”
Il senatore De Falco è un fiume in piena: “La responsabilità dei medici è già coperta da una recente legge – aggiunge – quindi non capisco quale sia la necessità di un emendamento di questo tipo. Tutti gli operatori sanitari stanno dando un contributo enorme, se però vengono mandati al fronte con quelle mascherine swifter che non servono a niente, bisogna stabilire chi ha certificato che quei dispositivi fossero ritenuti idonei. Qualcuno ne dovrà rispondere. Perché poi le persone muoiono”.

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