La storia si può ignorare, ma non si può cancellare. Vergogna Germania, Paesi Bassi, Europa. Grazie Cina, Russia, Cuba, Brasile, Venezuela, Albania…

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Aiuti per gli Italiani che soffrono (e muoiono, non lo dimentichiamo, con ritmi spaventosi) arrivano dalla Cina, dalla Russia, da Cuba, dal Brasile, dal Venezuela… e certamente mi sono dimenticato qualcuno. E oggi anche dall’Albania, Paese povero ma grato per l’aiuto che ha ricevuto sempre dall’Italia, quando era nel bisogno. Grazie, fratelli!

Dall’Albania aiuti per l’Italia, medici e infermieri: “Non dimentichiamo l’Italia che ci ha aiutato”

L’Italia si era subito messa in prima linea quando vi fu il terremoto in Albania. Subito la macchina dei soccorsi italiani si è mobilitata ed ha inviato soccorsi, medici e tanto altro per far rialzare subito il popolo albanese.

Oggi i ruoli sono invertiti: dall’Albania arriva un team di 30 medici ed infermieri. Il Premier Rama: “Paesi ricchissimi hanno voltato le spalle agli altri. Noi non siamo ricchi ma neanche privi di memoria: non possiamo non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli Albanesi non abbandonano mai un proprio amico in difficoltà. Oggi siamo tutti italiani, e l’Italia deve vincere e vincerà questa guerra anche per noi, per l’Europa e il mondo intero”.

Questo ha detto il Primo ministro albanese Edi Rama, salutando all’aeroporto di Tirana un team di 30 medici e infermieri albanesi in partenza per l’Italia in aiuto ai colleghi impegnati nella lotta al Coronavirus in Lombardia. E rivolgendosi al team sanitario ha aggiunto: “Voi membri coraggiosi di questa missione per la vita, state partendo per una guerra che è anche la nostra”.

“Trenta nostri medici e infermieri partono oggi per l’Italia, non sono molti e non risolveranno la battaglia tra il nemico invisibile e i camici bianchi che stanno lottano dall’altra parte del mare. Ma l’Italia è casa nostra da quando i nostri fratelli e sorelle ci hanno salvato nel passato, ospitandoci e adottandoci mentre qui si soffriva”, ha aggiunto Rama nel breve saluto cui era presente anche l’Ambasciatore d’Italia in Albania, Fabrizio Bucci. “Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile. Le risorse umane e logistiche non sono illimitate, ma non possiamo tenerle di riserva mentre in Italia c’è ora un enorme bisogno di aiuto”. E ha concluso: ” È vero che tutti sono rinchiusi nelle loro frontiere, e paesi ricchissimi hanno voltato le spalle agli altri. Ma forse è perche noi non siamo ricchi e neanche privi di memoria, non possiamo permetterci di non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non l’abbandonano”.

“Voglio ringraziare il premier Edi Rama, il governo e il popolo albanese per la solidarietà che ci stanno dimostrando”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio accogliendo la delegazione a Fiumicino. “La solidarietà che l’Albania dimostra è un valore comune che ha fatto nascere l’Unione europea e che sta ricordando a tanti Paesi dell’Ue in questo momento”, ha aggiunto.
Grazie Albania e grazie popolo albanese.

E cosa arriva dalla matrigna Europa??? Bye, bye burocrati europei, buongiorno e buonanotte governo della Germania, che ci colpisci alle spalle, anche in questo secolo. Buongiorno e buonanotte voi che governate indegnamente il popolo dei Paesi Bassi, miei fratelli di sangue. Buongiorno e buonanotte politici che governate il Paese della mia scelta e di chi sono fiero, noi non vi meritiamo. Ce lo faremo, non da soli, ma con chi dimostra nel bisogno di essere un nostro amico.

Il vertice Ue dei litigi
Vogliono alla Troika i Paesi stremati dalla pandemia Coronavirus

I contrasti e le divisioni in seno al Consiglio europeo sulle misure da adottare per fronteggiare la crisi sanitari. Il battibecco tra il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il Primo ministro italiano. Conte a Merkel: «Guardi il mondo con gli occhiali di ieri». Solo un attimo, dopo sei ore davanti in teleconferenza con gli altri 26 leader europei, Merkel ha mostrato gli spigoli. È successo quando Conte ha reso chiaro che non avrebbe firmato le conclusioni del vertice, se avessero citato il Fondo Europeo di Salvataggi (MES) quale risposta alla recessione prodotta da Covid-19. Neanche se l’aiuto fosse vincolato a condizioni «leggere» legate alla pandemia, destinate diventare stringenti in seguito. Lì Merkel è scattata: «Questo è lo strumento che abbiamo – ha risposto a Conte -. Non capisco perché tu voglia minarlo». Conte a quel punto ha proseguito con una durezza che i suoi colleghi europei non gli conoscevano: «State guardando alla realtà di oggi con gli occhiali di dieci anni fa. Il MES è stato disegnato nella crisi dell’euro per Paesi che hanno commesso degli errori».
In quel momento decisivo anche il Presidente francese Emmanuel Macron, fin lì più attento di Conte e il Premier spagnolo Pedro Sánchez a cercare un compromesso, ha sconfessato la Merkel: «Il MES serve per choc asimmetrici su singoli Paesi. Questa pandemia è uno choc simmetrico: ci riguarda tutti».
Quattro persone con una conoscenza degli scambi di giovedì hanno ricostruzioni convergenti. Quello di Macron è stato un modo elegante di dire ciò che Conte e Sánchez hanno ripetuto per ore: i Paesi che soffrono per il contagio non vanno sottoposti a una vigilanza europea con condizioni da rispettare.

È stato il momento più teso di un vertice senza sbocco, iniziato in modo surreale. Merkel aveva scelto di restare invisibile. Sugli schermi appariva solo una sua vecchia foto in giacca azzurra.
La cancelliera in questi giorni vive rinchiusa in casa a Berlino, in quarantena per essere stata a contatto con un medico contagiato. Di fronte ai colleghi europei che le chiedono di lavorare all’idea dell’eurobond – uno strumento finanziario congiunto dell’area euro per rispondere alla crisi – Merkel ha scelto la difesa più ineffabile: scomparire. Non far sentire neanche la propria voce, dapprincipio. Così Merkel al vertice Ue di giovedì inizia a parlare in tedesco e di sé concede ai colleghi solo la voce di un interprete in traduzione simultanea. La donna più potente d’Europa era diventata un avatar, che discetta di come si debba «difendere le catene del valore negli scambi internazionali» (come se il tema del vertice fosse stato quello). Merkel viene al sodo solo dopo, per dire che non può far approvare al Bundestag un eurobond. Più tardi ancora, con lo sfilacciarsi dei nervi, si lascia sfuggire persino un ammonimento ai colleghi:«Non dovremmo promettere alle persone cose che non possiamo dar loro».

Il riferimento alla proposta dell’eurobond firmata da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Irlanda, Slovenia e Grecia era evidente.
Mark Rutte, il premier olandese, è andato anche più lontano: pretendeva un nella dichiarazione riferimento esplicito dei leader alle regole attuali del MES, che consegnerebbero alla Troika i Paesi stremati dall’epidemia: «Non siamo pronti per un eurobond, dobbiamo mantenere in serbo delle armi in caso di scenari peggiori».
Sánchez si è chiesto cosa possa esserci di peggio della strage che oggi stringe l’Europa in una morsa e ha chiesto che in pochi giorni i presidenti delle istituzioni europee presentino un rapporto con proposte precise. Conte lo ha appoggiato e ha risposto indirettamente a Rutte: non è il momento di «dividere l’Europa fra cicale e formiche e comunque l’Italia ha chiuso il 2019 con un deficit all’1,6% del prodotto, molto più basso del previsto».
Persino Christine Lagarde ha preso una posizione politica: per lei «uno strumento di debito a lungo termine delle istituzioni Ue» è l’opzione migliore (la presidente della Banca centrale europea non ha parlato esplicitamente di eurobond), mentre per lei il rimando al Mes è«subottimale».
Alla fine i leader si sono separati senza accordo, dopo aver litigato sulle virgole di una dichiarazione asettica mentre la pandemia divora l’Europa. Perché decidano di agire, forse serve solo che Covid-19 distrugga i loro Paesi ancora di più.
Fonte: Corriere della Sera

Arcuri: “Gli acquisti del Governo sono complementari, in qualche modo suppletivi, a quelli che le regioni possono fare”. Complimenti! Stiamo vedendo di quali complementi si tratta. Quando serve il Governo non c’è.

Gallera: “Abbiamo commesso errori, ma fatto il massimo. Nei pronto soccorso si riducono gli accessi, si inizia a tirare il fiato”. Non tireremo il fiato al massimo quando questa gente con la faccia di bronzo, con la faccia tosta del sedere, con la faccia di Bunny il coniglietto se ne saranno andati.

Perilli a Salvini: “Monumento all’incoerenza, lei voleva tutto aperto”. Bagarre in Senato. Casellati: “Basta urlare”. Salvini: “Volevo aprire tutto? Ho sbagliato, come ha sbagliato Conte. Colpa mia se esiste il virus?”. “Grazie Draghi per le sue parole. Benvenuto, ci serve il suo aiuto”. E a Conte: “Ammettere errori è segno di forza”. Bye, bye politici, andate a casa e restateci. I vostri stipendi servono a tanta gente che ha perso il lavoro e non sa come andare avanti.

Zaia: “In questo momento andrebbero sospese le norme a tutela della privacy”. Conte: “Per la prima volta dalla fine del secondo conflitto mondiale siamo stati costretti a limitare delle libertà fondamentali”. Bye, bye, libertà individuali.

Renzi: “Propongo una commissione d’inchiesta dopo l’estate”. E a Conte: “Draghi le indica la strada, serve liquidità per le pmi”

Belotti piange in Aula: “Terra duramente provata. Feriti ma non ci fermeremo”. Boschi: “Non ora, ma un giorno dovremo accertare perché nella provincia di Bergamo non c’è stata subito la zona rossa”. Perché non ora, perché lo sappiamo già il perché.

Conte: “Altri Stati adottino precauzioni rigorose o rischiamo la iattura di un contagio di ritorno”. “Mai avrei pensato di vedere mezzi dell’esercito carichi di bare”.

Rezza: “Dati attuali sono normali, a fine mese vedremo effetti. Ue? Suo comportamento ci ha amareggiato molto”. Non direi che avere così tanti morti e malati gravi in così breve tempo possa essere definito “normale”. E quanto riguarda l’Ue, bye, bye Europa.

Mattarella: “Vecchi schemi fuori da realtà. Tutti comprendano prima che sia troppo tardi. Attendiamo presto azioni concrete del Consiglio Ue”. Arriveranno? E sì, quando? Quando sarà troppo tardi? Bye, bye Europa. In fuorionda, il gesto della mano tra i capelli: “Il ciuffetto? Eh… non vado dal barbiere neanche io”.

Sassoli: “Gravissimo se capi di Stato non si assumono loro responsabilità. Cittadini devono sapere cosa vogliono leader europei”

Conte al consiglio Ue: “Strumenti del passato ve li potete anche tenere”

La Stampa tedesca divisa sulla linea dura.
Die Zeit: “Senza accordo non resterà molto dell’Europa”.
Die Welt: “Merkel innervosita dall’aggressività di Conte. Gli Eurobond costerebbero a nostri contribuenti 30 miliardi”.

La Germania di Angela Merkel, paladina in Europa dell’accoglienza e dell’integrazione, caccia gli italiani: “Se poveri via dal nostro Paese”. “A rischio espulsione chi non dispone di mezzi di sussistenza”. Una lettera ai cittadini che non sono i profughi delle guerre africane ma cittadini italiani, ovvero europei. Nelle lettere ufficiali recapitate nelle scorse settimane si ricorda che i cittadini comunitari “hanno libertà di soggiorno nel territorio federale se dispongono di a protezione sanitaria e di mezzi di sussistenza sufficienti”. I destinatari, essendone sfortunatamente privi, sono pregati di trovarsi in fretta un lavoro, oppure fare le valigie e tornare in Italia. Tempo, quindici giorni. Altrimenti si procederà all’Abschiebung, ovvero espulsione, rimpatrio coatto: “Lei per la mancanza di mezzi di sussistenza perde il diritto alla libertà di circolazione ed è a rischio di Abschiebung”. L’ondata di circolari minatorie sta mettendo a rumore il mondo degli Italiani che risiedono nella Repubblica Federale di Germania, soprattutto i più giovani, la generazione attirata dal mito della piena occupazione e del sistema di welfare della locomotiva d’Europa. La legge del 2017 ha alzato da tre mesi a cinque anni la permanenza in Germania per accedere ai sussidi, ma che questo potesse tradursi in espulsioni di massa non se lo aspettava nessuno. L’italiano Ennio si chiede: “Gli arabi mantenuti dallo Stato che fanno figli per avere il Kindergeld non li cacciano?”.

Il Premier portoghese Costa: “Ripugnanti proposte del ministro delle Finanze olandese. Meschinità che mina lo spirito europeo”
Un discorso “ripugnante” che può rappresentare “una minaccia per il futuro dell’Unione europea”. Il primo ministro portoghese, Antonio Costa, non ha usato mezzi termini per definire le parole del ministro delle Finanze dei Paesi Bassi, Wopke Hoekstra, che nel corso del fallimentare Consiglio europeo di giovedì, secondo quanto riporta anche El Paìs, chiesto che la Commissione avvii un’indagine sul perché alcuni Paesi dicano di non avere margine di bilancio per far fronte all’emergenza coronavirus nonostante il fatto che l’area dell’euro sia in crescita da sette anni, il periodo più lungo dalla nascita della moneta unica nel 1999. Hoekstra non ha fatto nomi, ma era evidente il riferimento a Italia e Spagna, finora i Paesi Ue più colpiti, nonché capofila del “gruppo dei nove” che sostengono la necessità degli eurobond.
“Questo discorso è ripugnante nel contesto dell’Unione europea”, ha detto il leader socialista in conferenza stampa. “E dico ripugnante perché non eravamo preparati, nessuno era preparato ad andare ad affrontare una sfida economica come abbiamo visto nel 2008, 2009, 2010 e negli anni seguenti. Ed è un buon momento per comprendere tutti che non è stata la Spagna a creare il virus, né a importarlo. Il virus sfortunatamente ci colpisce tutti allo stesso modo. E se non ci rispettiamo tra noi, e non comprendiamo che davanti a una sfida comune dobbiamo esser capaci di una risposta comune, non si è capito niente dell’Unione europea. Se ogni Paese pensa di risolvere il problema del virus lasciandolo a un altro Paese, si sbaglia di grosso”.
“Perché la Ue che difende la libertà delle persone, dei commerci, ha le frontiere aperte, e il virus non conosce frontiere. Tutti sappiamo che i primi portoghesi sono stati contagiati durante viaggi all’estero (in Italia, ndr) e non possiamo incolpare i Paesi dove si sono contagiati perché hanno più contagi… E’ di assoluta irresponsabilità questo tipo di risposta, è una meschinità ricorrente e mina completamente lo spirito dell’Unione europea. È una minaccia per il futuro della Ue”. “Se la Ue vuole sopravvivere”, ha concluso Costa, “è inaccettabile che un responsabile politico, di qualsiasi Paese, possa dare una risposta del genere a una pandemia come quella che stiamo vivendo”.

Infine, un pensiero affettuoso per il Governo Tedesco

La Germania ha dimenticato quando gli furono dimezzati i debiti di guerra.
“L’ammontare del debito di guerra tedesco dopo il 1945 aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari (di allora) pari al 100% del Pil tedesco. La Germania non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre. Guerre da essa stessa provocate. I sovietici pretesero e ottennero il pagamento dei danni di guerra fino all’ultimo centesimo. Mentre gli altri Paesi, europei e non, decisero di rinunciare a più di metà della somma dovuta da Berlino.
Il 24 agosto 1953 ventuno Paesi (Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia), con un trattato firmato a Londra, le consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté evitare il default, che c’era di fatto.
L’altro 50% avrebbe dovuto essere rimborsato dopo l’eventuale riunificazione delle due Germanie. Ma nel 1990 l’allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione dell’accordo che avrebbe procurato un terzo default alla Germania. Anche questa volta Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto. Nell’ottobre 2010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento dell’ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro. Senza l’accordo di Londra, la Germania avrebbe dovuto rimborsare debiti per altri 50 anni”.
Fonte: Il Sole 24 Ore

Per quanto mi riguarda, che sono un nazionalista fiammingo e europeista convinto – dai tempi al collegio e dei miei tempi da leader studentesco negli anni ’60/70, con il “Beweging voor de Verenigde Staten van Europa-BVSE” (Movimento per gli Stati Uniti dell’Europa) del federalista instancabile Walter Kunnen, alleato con il movimento omologo in Italia di un’altro federalista instancabile, che fu uno dei Padri dell’Unione europea, Altiero Spinelli – per me l’Unione europea è finita. Finita l’Unione, è l’ora degli Stati Uniti dell’Europa, partendo dalla sovranità nazionale, secondo l’idea di grandi uomini come Kunnen e Spinelli. Era necessario per ciò il virus? Sì, era necessario il virus. #ci pensailvirus

Postscriptum dello staff di “Blog dell’Editore”

Sarebbe ora che la Germania restituisse l’altro 50% del debito delle due guerre. Serviva il virus per delineare la vera solidarietà senza confini politici, ma disegnando vera umanità e assistenza gratuita tra stati amici? Si serviva il virus. Era necessario il virus per far emergere la vera natura e i veri interessi, per smascherare i secondi fini di nazioni come la Germania, che non hanno a cuore l’Europa ma guardano solo al tornaconto economico? Si era necessario il virus. Bene da qui dobbiamo ripartire tirando una linea dritta, che divide i buoni dai cattivi. E una volta tracciata la linea, chi non ha dimostrato attenzione al prossimo e solidarietà aldilà della linea, deve rimanere ora e sempre dall’altra parte di quella linea. Verrà definito il futuro dell’Italia e di tanti altri stati, perché le nazioni sono fatte di esseri umani e non di moneta stampata a ciclo continuo. #ilvirusringrazia #ilvirusnonhafretta #ilviruseugualepertutti #ilvirusnonperdona

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