Sars-CoV-2. Le chiese rimangono aperte e le Sante Messe vengono celebrate, con prudenza

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“E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità” ( Mt 13,58).

I vescovi di tutte le diocesi d’Italia stanno prendendo atto delle nuove disposizioni in materia di Sars-CoV-2 e si inizia a notare uniformità di comportamento tra le diocesi italiane ed è evidente l’esito positivo delle direttive che vengono dall’alto: chiese aperte e Sante Messe celebrate, con prudenza. La parte del popolo che è ancora credente e praticante si è fatto sentire ed è stato ascoltato.

In questo articolo, dopo le direttive del Vicariato di Roma, che è una parte della Diocesi di Papa Francesco, che ho riportato in quello precedente (qui) – in attesa delle direttive per il Vicariato della Città del Vaticano, l’altra parte (annunciate in una dichiarazione del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede questo pomeriggio) – riporto le indicazioni emanate dalla Conferenza Episcopale Italiana, dalla Conferenza Episcopale Campana (il territorio dove risiedo), dalla Diocesi di Nola (dove segue regolarmente le attività della Rappresentanza di Nola e Terra di Lavoro della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio) e dall’Arcidiocesi di Ancona-Osimo.

Antica figura da esporre “per evitare il flagello Sterminatore”, antica pratica indulgenziata legata al Santissimo Nome di Gesù e alla predicazione dei Francescani del Quattrocento, in modo particolare a San Bernardino. Sono sintetizzate in questa figura le principali devozioni, alla Santissima Trinità, a Maria Santissima, a San Giuseppe, al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, al Santo Rosario e alla Cattedra Petrina. “Mai spunti il Sole, che non vi trovi con Gesù, né mai il sol tramonti, che non vi lasci con Gesù. Il Nome di Gesù sia il primo, che sul mattino vi apra la bocca, e il Nome di Gesù sia l’ultimo che su la sera ve la sigilli; acciocché Gesù sia quello, che raccolga l’anima vostra tra le sue braccia, quando darete l’ultimo respiro, morendo con Gesù sugli occhi, con Gesù in bocca, con Gesù nel cuore” (“Fate tutte nel nome di Gesù”, Prediche quaresimali del Beato Leonardo da Porto Maurizio, Minore Riformato e Missionario Apostolico del Ritiro di San Bonaventura in Roma, 1806) (Fonte: Radio Spada).

Conferenza Episcopale Italiana

Coronavirus: la posizione della CEI
È in vigore un nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finalizzato a definire in modo unitario il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del “coronavirus” (COVID-19) ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario.
Il testo conferma le misure restrittive emanate lo scorso 1 marzo – e destinate a restare in vigore fino a domenica 8 marzo inclusa – con le quali in tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in alcune province (Savona, Pesaro e Urbino) sono state stabilite limitazioni anche per i luoghi di culto, la cui apertura richiede l’adozione di misure tali da evitare assembramenti di persone. Alla luce del confronto con il Governo, in queste realtà la CEI chiede che, durante la settimana, non ci sia la celebrazione delle Sante Messe.
Il nuovo decreto, inoltre, stabilisce – per l’intero territorio nazionale, fino al 3 aprile – la “sospensione delle manifestazioni, degli eventi e degli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 1, b). Tra le misure di prevenzione, si evidenzia, in particolare, l’“espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 2, b).
Nelle aree non a rischio, assicurando il rispetto di tali indicazioni in tutte le attività pastorali e formative, la CEI ribadisce la possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima.
Le misure adottate mettono in crisi le abituali dinamiche relazionali e sociali. La Chiesa che è in Italia condivide questa situazione di disagio e sofferenza del Paese e assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus. Attraverso i suoi sacerdoti e laici impegnati continua a tessere con fede, passione e pazienza il tessuto delle comunità. Assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica.
Roma, 5 marzo 2020

Conferenza Episcopale Campana

Comunicato
Noi, Vescovi della Campania, riuniti in preghiera e riflessione nel corso degli annuali esercizi spirituali, seguiamo con trepidazione l’evolversi della situazione relativa al contagio del coronavirus, chiedendo a Dio forza e costanza nella prova (2 Tim 2,12), sostegno e vicinanza ai malati e a quanti si prodigano presso i centri sanitari e di primo soccorso.
In linea con il Comunicato della CEI, n. 10/2020 del 5 marzo 2020, che fa riferimento al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del 4 marzo 2020, invitiamo i Parroci e gli Operatori Pastorali nelle Comunità ecclesiali ad attenersi alle disposizioni precedentemente emanate e di prestare ora particolare attenzione a quanto viene indicato fino alla data prevista del 15 marzo p.v.
Invitiamo tutti i fedeli durante le liturgie ad avere particolare cura nell’osservare le indicazioni sanitarie per la tutela della persona e nel rispetto della salute comune: mantenere distanza minima di sicurezza, evitare contatti ravvicinati (segno della pace), ricevere la santa comunione sulla mano e le altre dovute attenzioni a tutela della propria persona e degli altri.
Nel confermare la possibilità di celebrare l’Eucarestia e gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano questo periodo quaresimale, osservando le particolari indicazioni previste, alla luce delle disposizioni ministeriali, confermiamo anche l’opportunità di sospendere, fino al 15 marzo p.v., gli incontri di catechismo, le attività oratoriali e quelle iniziative che potrebbero non garantire l’osservanza delle indicazioni sanitarie.
Desideriamo intanto sottolineare che questo momento è occasione per intensificare la preghiera personale e le forme di preghiera comune, in piccoli gruppi, quali l’adorazione eucaristica prolungatae il santo rosario, con l’intenzione di invocare la grazia della guarigione dei malati, il conforto nell’impegno degli operatori sanitari e la fiducia per una rinnovata speranza di vita.
Per casi particolari, il parroco si rivolgerà al proprio Vescovo.
Mentre sollecitiamo ogni persona, sacerdoti e laici, di saper creare condizioni di vita sostenute da prudenza, attenzione e responsabilità, rendiamo più vivo il senso della fede in Dio in un vissuto ecclesiale che sappia essere segno di fiduciosa speranza nell’affrontare gli sviluppi di questa situazione, collaborando con le istituzioni locali nel rendere effettivo l’impegno teso a superare questo delicato momento della nostra vita.
Rivolgiamo al Dio, trino ed unico, fonte e destinazione della nostra vita, la comune preghiera e supplichiamo l’intercessione della Madre nostra, Maria, salute degli infermi, in un filiale e comune affidamento.
5 marzo 2020
Cardinale Crescenzio Sepe
Presidente della CEC
e i Vescovi della Campania

Diocesi di Nola

Diocesi di Nola
Curia Vescovile
Al Presbiterio diocesano,
alle Comunità religiose maschili e femminili

Carissimi,
in seguito al decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e tenuto conto del Comunicato della CEI in materia, d’intesa con il Vescovo, in risposta a quesiti di alcuni confratelli vi comunico le seguenti indicazioni:
Le attività pastorali parrocchiali, interparrocchiali e diocesane per ragazzi e giovani sono sospese fino al 15 marzo al pari di quanto deciso dal governo in merito alla sospensione scolastica.
Il provvedimento non tocca le SS. Messe che potranno essere celebrate osservando le precauzioni già indicate nei giorni scorsi (evitare il segno della pace, ricevere l’Eucaristia nella mano, togliere l’acqua dalle acquasantiere, mantenere una distanza tra le persone).
Matrimoni, esequie, funerali si possono celebrare invitando i fedeli a osservare le misure di prevenzione igienico- sanitarie indicate dalle autorità (evitare contatti fisici diretti, abbracci, strette di mano, distanza tra le persone ….).
I Vescovi invitano ad assicurare la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti dalla malattia, ai loro familiari e a quanti lavorano per la soluzione immediata della problematica in corso.
Invitiamo le persone a vivere questa esperienza senza drammatizzare ma con spirito di collaborazione e di senso civico.
Auguro a ciascuno buon lavoro e pace nella mente e nel cuore.
Don Pasquale Capasso
Vicario Generale
Nola, 5 marzo 2020

Arcidiocesi di Ancona-Osimo

Prof. Ettore Gotti Tedeschi ha scritto una lettera a Marco Tosatti in relazione alla “saggia e coraggiosa decisione” dell’Arcivescovo di Ancona-Osimo, Mons. Angelo Spina, per quanto riguarda l’emergenza provocata dalla pestilenza Sars-CoV-2 e le celebrazioni liturgiche.
Condivido sia le lettera che gli allegati, pubblicati su Stilum Curiae di oggi, 5 marzo 2020.

Lettera del Prof. Ettore Gotti Tedeschi
Caro Marco, ti allego alcuni documenti ricevuti dal Prof Giorgio Nicolini, ai quali vorrei fare solo due righe di introduzione. Quello che segue è un esempio di “ santa testardaggine “ (del Prof. Nicolini) e una dimostrazione di “esemplare carità, coraggiosa, ma anche umile”, da parte dell’Arcivescovo di Ancona-Osimo, Mons. Angelo Spina, cui tutti noi dobbiamo riconoscenza per la chiarezza della risposta.
Mercoledì delle Ceneri, il Prof Giorgio Nicolini, esempio vivente di “santa testardaggine”, che tutti conosciamo per la sua strenua difesa – contro tutti – della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Loreto, ha scritto una (allegata) lettera ai Vescovi delle Marche implorandoli di tenere aperte le chiese e celebrare le funzioni religiose (con tutta la prudenza necessaria).
E lo ha fatto (lui che si dilunga sempre un pò troppo quando scrive…) in poche righe e una espressione evangelica: – Gesù “non fece molti miracoli a causa della lor incredulità” ( Mt 13,58).
È bastata una frase evangelica a muovere un santo Vescovo.
Il 3 marzo S.E.R. il Vescovo di Ancona (allegato) emana un comunicato nel quale spiega che ci si deve attenere alle Ordinanze, ma dice anche che “le nostre celebrazioni religiose restano in pieno vigore”.
Invita a tenere le chiese aperte per la preghiera individuale, raccomandando solo la necessaria prudenza.
Su invito di Nicolini, ti pregherei di volerlo pubblicare.
Tuo Ettore Gotti Tedeschi

Lettera del Prof. Giorgio Nicolini
Ecc.ze Rev.me
VESCOVI DELLE MARCHE
Loro Sedi
Ancona, lì 26 febbraio 2020
Mercoledì delle Ceneri
Interpellato da molti fedeli d’Italia e delle Marche, trasmetto una preghiera di tanti Cattolici che chiedono di ripristinare le funzioni religiose, dopo che proprio dall’odierno Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, nelle Marche e in altre Regioni viene impedita la celebrazione delle Sante Messe.
L’attuale emergenza sanitaria è decisamente esagerata alla luce delle informazioni scientifiche e al netto del panico mediatico figlio dell’ignoranza in materia medica. In ogni caso tale emergenza non è tale da determinare la subordinazione della Chiesa Cattolica alle autorità civili e che abbiano la parola decisiva circa le modalità e i tempi del culto della Chiesa Cattolica, sempre ammesso che esistano al mondo motivi per lasciare la decisione al Presidente della Regione Marche, o al Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, che tra l’altro ha impugnato il provvedimento della Regione Marche come immotivato ed illegittimo.
Quando i cristiani avevano la fede, quando gli uomini confidavano in Dio, nei momenti di calamità, di pestilenze, di eventi avversi, i primi edifici ad essere aperti erano le chiese, i conventi, i monasteri. Si lasciava tutto e si correva a pregare, ad inginocchiarsi, a chiedere la grazia davanti alla Santissima Eucarestia, si celebravano Messe, si recitavano rosari, si facevano processioni, si facevano suppliche, si ricorreva ad acqua benedetta e incenso.
Oggi i vescovi, i preti, chiudono le chiese per “sicurezza”, negano ai fedeli Gesù Eucaristia, che è il Farmaco per eccellenza, il Rimedio, la Soluzione, il Salvatore. Che speranza può avere un popolo se così si allontana dal suo Signore?…
Proprio ad Ancona esiste una chiesa, in località Posatora, ove gli anconitani del XVI secolo edificarono una Chiesa dedicata a Santa Maria Liberatrice, perché – mentre la città veniva decimata dalla peste – il senato anconitano e tutti i cittadini andarono in pellegrinaggio fuori città nella precedente chiesina ivi esistente che veniva denominata “Santa Maria in Pusatorio”, perché ricordava il luogo di una delle Traslazioni Miracolose della Santa Casa, e ivi fecero voto che in caso di liberazione dalla peste avrebbero edificato una chiesa più grande e più bella in onore della Santa Casa e della Vergine Lauretana ivi venerata. E la peste cessò immediatamente. Gli anconitani allora soddisfecero subito il voto fatto, edificando e consacrando nel 1545 l’attuale secolare chiesa di Santa Maria Liberatrice, così denominata per la ottenuta miracolosa liberazione dalla peste.
Oggi, neppure i Vescovi e i preti credono alla possibilità dei miracoli?… Ed impedendo a Dio di farli, come gli abitanti di Nazareth, ove – dice il Vangelo – Gesù “non fece molti miracoli a causa della loro incredulità” (Mt.13,58)!
In comunione, perciò, con i Santi di tutte le epoche, con la Fede delle generazioni passate e in particolare con i summenzionati “martiri di Abitene”, tanti fedeli delle Marche e d’Italia chiedono un atto di sereno coraggio e di testimonianza di fede per sbloccare una situazione umiliante, data la realtà della situazione.
In fede.
Prof. Giorgio Nicolini

Comunicato dell’Arcivescovo metropolita di Osimo-Ancona
MONS. ANGELO SPINA
Metropolita di Ancona-Osimo
Ancona, 3 marzo 2020
Oggetto: COMUNICATO Arcivescovo di Ancona-Osimo del 3 marzo 2020
Carissimi sacerdoti, carissimi fedeli, di fronte al peggioramento della situazione sanitaria a causa del Covid-19 (coronavirus) il Presidente della Giunta Regionale delle Marche, Luca Ceriscioli, ha emesso una nuova Ordinanza con la quale proibisce nella Regione Marche ogni manifestazione pubblica dalle ore 00,00 del 4 marzo alle 24,00 di domenica 8 marzo. In conseguenza di ciò, anche noi come Chiesa siamo tenuti, nelle parrocchie della Regione Marche all’applicazione dell’Ordinanza, la quale richiede innanzitutto che si adottino le misure igienico sanitarie che sono già state —anche per quanto riguarda le nostre celebrazioni religiose, le quali restano in pieno vigore. Si consiglia agli anziani di non uscire di casa.
Tutte le chiese restino comunque aperte per la preghiera individuale che raccomando caldamente a tutti, soprattutto in questi frangenti.
Le Sante Messe feriali possono essere celebrate raccomandando ai fedeli prudenza ed evitare i contatti ravvicinati. Per le Sante Messe di domenica 8 marzo aspettiamo l’evolversi della situazione.
Per i funerali, poiché prevedono la partecipazione di un numero consistente di fedeli, si raccomanda la Celebrazione con il rito breve e solo con i parenti stretti.
Fino alle ore 24,00 di domenica 8 marzo sono sospesi gli incontri di catechismo e dei gruppi parrocchiali, le attività di oratorio, di dopo-scuola, sportive, teatrali, cinematografiche e ogni genere di aggregazione.
Per quanto riguarda i servizi della Caritas diocesana consultare il sito della diocesi: www.diocesi.ancona.it
Accettiamo queste limitazioni, anche se ci costano molto. Continuiamo a pregare per tutti coloro che sono colpiti dal virus, per coloro che li assistono, per quanti hanno responsabilità pubbliche e di governo e chiediamo al Signore, anche per l’intercessione della Beata Vergine Maria, che ci liberi da questo male.
+ Angelo, Arcivescovo

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