La crisi ai vertici della Deutsche Kirche. La “rivoluzione” che continua a divorare i suoi figli

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Dopo il Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo metropolita di München und Freising e Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, anche il gesuita Hans Langendörfer, Segretario generale della medesima da un quarto di secolo, se ne va.
L’ho già scritto e lo ribadisco: un’altra “rivoluzione”, che divora i suoi figli (Dopo “Querida Amazonia”, i pasdaran della rivoluzione in Germania si strappano le vesti. Senza fare autocritica – 16 febbraio 2020; La delusione dei pasdaran della rivoluzione, che parlano di “preziosa occasione sprecata” da un Papa Francesco “arrogante” – 15 febbraio 2020; Querida Amazonia. Le conseguenze di una svolta che non c’è stata. Un’altra “rivoluzione”, che divora i suoi figli – 12 febbraio 2020).

Il 27 gennaio 2020 Padre Langendörfer ha rilasciato un’intervista al “Bonner Generalanzeiger”, da cui traspaiono interessanti dettagli sul “Cammino sinodale” (il consesso di vescovi e laici tedeschi, a maggioranza laicale), per l’inizio dei lavori il 30 gennaio 2020, a Francoforte. Alla domanda quanto sarebbero vincolanti i risultati del “Cammino sinodale” Padre Langendörfer, dopo aver affermato che saranno vincolanti i risultati dei forum tematici riguardanti la Deutsche Kirche (Chiesa tedesca), applicabili dalle singole diocesi, risponde: “La novità, però, è che questa assemblea può arrivare anche a decisioni riguardanti il livello romano: non al livello di un concilio, ma a livello del Santo Padre e della sua Curia”. E aggiunge: “Riteniamo inaccettabile che, per tutti i temi su cui si decide ora e in futuro a Roma, le decisioni siano prese in gran parte senza partecipazione delle Chiese locali”. Pur confermando che non ci si aspetta che Roma debba attuare quanto deciso in Germania, il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Tedesca non esita a dichiarare: “Ma vogliamo certamente definire intuizioni e convinzioni di cui ci aspettiamo che a Roma si tenga conto”. Quanto al tema del sacerdozio femminile, Padre Langendörfer parla di “gestione intelligente delle aspettative”: aspettarsi troppo non sarebbe intelligente, aspettarsi troppo poco (non cercando decisioni vincolanti) anche. Il “Cammino sinodale” necessiterebbe di un “discernimento degli spiriti” e dovrebbe “sempre partire dalle realtà. Deve sempre partire dalla situazione pastorale data, da un punto di vista tanto spirituale quanto teologico. Non è vietato parlare di sacerdozio femminile”. Con questa affermazione ha negato la verità del magistero proclamato nel 1994 da Giovanni Paolo II, così come la ricerca di un ammorbidimento della posizione della Chiesa quanto a contraccezione, convivenza prematrimoniale, indissolubilità del matrimonio, pratiche autoerotiche e omosessualità. Una tale posizione rifiuta in toto il Catechismo della Chiesa Cattolica e tutto l’insegnamento di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Da leggere anche: Correzione fraterna dei vescovi ucraini ai vescovi tedeschi in merito al “cammino sinodale” – 11 febbraio 2020

Padre Hans Langendörfer, Segretario Generale; Cardinale Reinhard Marx, Presidente; Matthias Kopp, Portavoce della Conferenza Episcopale Tedesca. Conferenza Stampa ad Ingolstadt, 19 febbraio 2018.

Chiesa tedesca. Si dimette il gesuita Langendörfer, uomo chiave del processo sinodale
di Aldo Maria Valli
Duc in altum, 26 febbraio 2020
Un altro segnale di crisi ai vertici della Chiesa tedesca. Dopo che il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale di Germania dal marzo 2014, ha annunciato che non si ricandiderà per un nuovo mandato, ecco che una delle figure più influenti della Chiesa tedesca, il gesuita Hans Langendörfer, ha inaspettatamente annunciato le sue dimissioni da capo della segreteria della conferenza episcopale.
Come il cardinale Marx, anche padre Langendörfer, sessantotto anni, segretario generale della conferenza episcopale dal 1996, ha affermato di ritenere che “ora sia un buon momento per consegnare questo ufficio a mani più giovani”. Non solo: ha aggiunto che un laico o una laica potrebbe assumere l’incarico al suo posto, e se ciò avvenisse sarebbe la prima volta nella storia della conferenza episcopale tedesca.
Come scrive Edward Pentin, in quanto uomo-chiave nei meccanismi dell’episcopato di Germania nell’ultimo quarto di secolo, padre Langendörfer è stato uno degli attori più influenti dietro la maggior parte delle principali decisioni della gerarchia tedesca. Noto per il suo senso tattico e le capacità politiche, è stato una figura di spicco nel percorso sinodale intrapreso dalla Chiesa tedesca, tutto incentrato sulla necessità del “rinnovamento” in un senso che i critici ritengono filo-protestante, contrario all’insegnamento tradizionale della Chiesa e tale da rischiare di portare a uno scisma.
Poco prima dell’inizio del percorso sinodale, Langendörfer ha ribadito di ritenere “inaccettabile” che tutte le questioni relative al sinodo siano decise a Roma e prese senza la partecipazione delle Chiese locali. Inoltre, in opposizione a quanto insegnato dal papa san Giovanni Paolo II nella Ordinatio sacerdotalis, ha sostenuto di nuovo che non esiste alcun reale divieto all’ordinazione delle donne.
Dato il suo ruolo, il gesuita tedesco ha avuto un’influenza significativa anche sul recente sinodo amazzonico, che anche grazie ai suoi sforzi è stato sostenuto dalla Chiesa tedesca con l’obiettivo di introdurre donne diacono e clero sposato. Due obiettivi comunque mancati, dato che nell’esortazione Querida Amazonia papa Francesco non ne parla.
Nel 2015 padre Langendörfer si fece promotore di controverse modifiche che per la prima volta consentirono alla Chiesa tedesca di impiegare nei suoi uffici cattolici divorziati e risposati e persone che vivono unioni omosessuali.
Oltre a ricoprire la carica di segretario generale della conferenza episcopale, il gesuita è stato anche capo dell’Associazione delle diocesi tedesche (Vdd), ente pubblico fondato nel 1968 che è un po’ il braccio civile della conferenza episcopale tedesca e ha una notevole influenza sul diritto e sull’economia delle diocesi.
Proprio la Vdd nel 2011, con a capo padre Langendörfer, si trovò al centro di uno scandalo perché, secondo alcune rivelazioni, possedeva il Verlagsgruppe Weltbild GmbH, il più grande venditore di libri in Germania dopo Amazon, accusato di avere in catalogo materiale pornografico e di avere investito nel settore della pornografia. All’epoca padre Lagendörfer, che era anche nel consiglio d’amministrazione del gruppo Weltbild, sopravvisse allo scandalo dopo che lo staff di Vdd gli confermò piena fiducia, ma il presidente di Vdd, Klaus Donaubauer, fu costretto alle dimissioni.
Langendörfer ha lavorato come segretario della conferenza episcopale accanto ai presidenti Karl Lehmann (fino al 2008), Robert Zollitsch (2008-2014) e Reinhard Marx (2014-2020). Precedentemente fu ricercatore presso la Cancelleria federale al tempo del cancelliere della Cdu Helmut Kohl e capo del Foyer of the Jesuits di Bonn. Nel 2019 insieme al cardinale Marx ha dato inizio al cosiddetto “sentiero sinodale” intrapreso dalla Chiesa cattolica tedesca per discutere del suo futuro.
Negli anni della sua segreteria, il gesuita tedesco ha lavorato a stretto contatto con il portavoce dei vescovi, Matthias Kopp, ed entrambi, scrive Pentin, “hanno gestito i media della Chiesa in Germania in un modo molto sottile e politico, dietro le quinte”, come riferisce una fonte vicina alla Chiesa tedesca. Secondo la fonte, padre Langendörfer esercitava un particolare controllo sul portale di notizie online Katholisch.de.

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