Dagli schiaffi al piatto: a Napoli inventano “I paccheri del Papa”
Dopo la bufera sul gesto di Papa Francesco, che la sera di San Silvestro in Piazza San Pietro ha schiaffeggiato la mano di una fedele e i numerosi meme e post ironici comparsi nel web, da Napoli arriva anche la prima iniziativa imprenditoriale, scrive Sara Alonzi su Newnotizie.it. Un’occasione troppo gustosa, talmente tanto che a Napoli è arrivata a tavola. I proprietari del ristorante napoletano Januarius hanno postato sulla loro pagina facebook la foto di un primo realizzato insieme ad @EssereQui, chiamato “I paccheri del Papa” (Paccheri Artigianali di Camporeale, Burrata di Andria Igp, Polpo Verace, Gamberoni… ovviamente argentini e Pomodoro Giallo Corbarino). “Date dei paccheri ai vostri bambini e dite: questi sono i paccheri del Papa” scrivono sul post, giocando con le parole utilizzate a suo tempo da San Giovanni XXIII, che disse di tornare a casa e dare ai propri figli una carezza da parte sua.
Infatti, il nome “paccheri” – di un tipo di pasta campana, originari della tradizione napoletana, aventi la forma di maccheroni giganti, generalmente realizzati con semola di grano duro – deriva del greco antico (da πας “tutto” e χειρ “mano”) dei primi fondatori di Parthènope e ancora usato nella lingua italiana come “pacca”, ovvero uno schiaffo dato a mano aperta, senza intenzioni ostili. Da qui il nome del tipo di pasta, dalla taglia molto superiore alla norma, in genere accompagnato da condimenti saporiti. I paccheri possono essere anche farciti, con ricotta o altri ingredienti, e serviti con il ragù.
Qualche giorni dopo sulla pagina Facebook di Januarius appare un nuovo post, annunciando di essere ospiti in studio a Roma della trasmissione “ITALIA SÌ” in onda su Rai1 dalle ore 16:40 alle 18:45 e condotta da Marco Liorni: “Parleremo della nostra ultima, golosa creazione #IPACCHERIDELPAPA: il nuovo piatto che – con garbata e rispettosa ironia – insieme agli amici di @EssereQui, abbiamo voluto dedicare al nostro amato pontefice, Francesco Bergoglio”.
