Santa Messa in Suffragio di S.M. Re Francesco II di Borbone a Santa Chiara in Napoli

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Venerdì 27 dicembre 2019 alle ore 19.00 nella Reale Basilica di Santa Chiara in Napoli è stato organizzata una Celebrazione Eucaristica in Suffragio di S.M. Francesco II di Borbone, ultimo Re delle Due Sicilie, dalla Delegazione della Campania del Real Circolo Francesco II di Borbone, con la partecipazione del Comitato Pro Francesco II di Borbone e l’adesione della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Comunicato del Real Circolo Francesco II di Borbone
“Quando Dio mi chiamerà al soggiorno della sua gloria, mi piegherò dinanzi alla sua Volontà e lo ringrazierò” (Francesco II).
In occasione della ricorrenza del 125° Anniversario del pio transito di S.M. il Re Francesco II delle Due Sicilie, la Delegazione della Campania del Real Circolo Francesco II di Borbone ha organizzato una Santa Messa in suffragio nella Reale Basilica di Santa Chiara a Napoli alle ore 19.00, che sarà celebrata da Rev.mo Fra Carlo D’Amodio, Ministro Provinciale del O.F.M. di Napoli.
Alla Celebrazione, oltre al Delegato Cav. d.G. Dott. Alfredo Buoninconti e al Segretario Sig. Nicola Di Frenna, presenzieranno il Gr.Uff. Dott. Paolo Rivelli, Presidente del Real Circolo Francesco II di Borbone, il Presidente della Fondazione Francesco II di Borbone delle Due Sicilie, Dott. Pantaleo Losapio, e una delegazione di Cavalieri Costantiniani.
La Solenne Celebrazione ha il patrocinio della Real Commissione per l’Italia della Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio nello spirito di una fattiva collaborazione per la comune causa e della Fondazione Francesco II delle Due Sicilie.

S.M. Francesco II di Borbone, Re delle Due Sicilie.

Nel pomeriggio del 27 dicembre 1894 moriva ad Arco, una ridente cittadina poco distante dal lago di Garda in provincia di Trento, Francesco II di Borbone. Concludeva, così, la sua vita terrena, lontano dalla sua terra e dai suoi affetti, in triste solitudine, l’ultimo Re di una dinastia che aveva regnato per 126 anni sul trono delle Due Sicilie. La sorte gli aveva riservato compiti indubbiamente più grandi di lui che egli tuttavia nei momenti decisivi aveva affrontati e sofferti con eroico coraggio e regale dignità.
Nei lunghi anni d’esilio aveva costantemente seguito le vicende della sua patria e mai aveva deposto la speranza di ritornare tra quei fedeli compagni d’arme il cui ricordo egli portava nel cuore dall’ultimo mesto saluto sugli spalti della Fortezza di Gaeta.
Quando qualcuno della sua corte faceva osservare al Re che la rivoluzione era stata infame riducendolo a vivere in un locanda, Francesco II rispondeva; che un Re, il Re dei Re non aveva avuto ove riposar la sua testa!
Al momento del trapasso gli erano accanto la moglie Maria Sofia di Wittelsbach che lo aveva raggiunto nell’imminenza del Natale, il fratello Alfonso, Conte di Caserta, l’Arciduchessa Maria e gli Arciduchi Alberto e Ranieri.
La salma fu imbalsamata la sera del 29 e trasferita dall’Hotel Arco, dove il Re alloggiava, alla nuova Cappella di S. Agnese nella Chiesa di S. Anna. Fu rinchiusa, assieme ad una breve e succinta biografia del defunto, in una magnifica bara, che venne suggellata alla presenza di Alfonso, Conte di Caserta, designato nel testamento erede universale, del Duca di S. Martino di Montalbo, del Principe Pignatelli, dei Conti Leopoldo ed Emanuele de La Tour, dei Marchesi di Ruffano, dei Principi di Soragna e di altri nobili ancora fedelissimi a distanza di tanti anni, malgrado i tempi e gli eventi storici mutati.
Fu redatto il relativo verbale sottoscritto da tutti i presenti. I funerali, nonostante la diversa volontà testamentaria espressa dal sovrano, ebbero luogo in forma solenne la mattina del 3 gennaio 1895, alle ore 10 antimeridiane, dopo che il Principe-Vescovo di Trento, S.A. Rev. Mons. Eugenio Carlo Valussi ebbe impartita la benedizione.
Un mesto corteo si snodò fra due cordoni di soldati allineati, dietro i quali si assiepava una folla numerosa, mentre dal Monte Brione i cannoni sparavano colpi a salve. La bara era portata a spalla dai sergenti degli Imperiali Cacciatori Tirolesi e circondata dalle torce portate dai Bersaglieri provinciali.
L’Arciduca Alberto, grande amico del defunto, volle seguire il feretro a piedi, nonostante il freddo e le sue malferme condizioni di salute.
Sua Maestà Francesco II di Assisi Maria Leopoldo di Borbone Re delle Due Sicilie, di Gerusalemme, etc. duca di Parma, Maestro e Gran Principe di Toscana Ereditario, etc. etc. etc. Nato in Napoli 16 gennaio 1836 dal Re Ferdinando II e dalla Venerabile Serva di Dio Maria Cristina di Savoia, sposato 3 febbraio 1859 alla Principessa Reale Maria Sofia di Wittelsbach Duchessa di Baviera, asceso al trono il 22 maggio 1859, partito da Napoli ai 7 di settembre 1860 e cinque mesi dopo un’eroica difesa anche da Gaeta, ospite del S.P. Pio IX nel Palazzo del Quirinale in Roma e poi nella sua Residenza Farnese fino al 1870, da quell’epoca dimorante ora in Baviera, or a Parigi, or a Vienna, ogni anno soleva passare quivi alcune settimane ospite di S.A.I.R. l’Arciduca Alberto, edificando questa popolazione colla sua umiltà, e vivissima religiosità, ricevuti nell’Hotel Arco, ove da pochi giorni s’era stabilito colla sua sposa la Regina e la Corte, di evotamente tutti i sacramenti e conforti religiosi piamente morì.
II funerale solenne per il quale convennero numerosissime deputazioni, rappresentanze etc, è stato fatto da S.A. Ill.ma e R.ma Mons. Carlo Eugenio Dr. Valussi Principe Vescovo di Trento assistito dai due Prelati Infulati di Arco e di Rovereto coi MM.RR. Signori Canonici di questa Collegiata la mattina dei 3 gennaio 1895. La sfilata fu da S. Anna, dietro la Chiesa Maggiore, per il viale delle Magnolie, a Porta Scaria, per Vascolante in Collegiata.
Nelle ore pomeridiane il feretro è stato calato, entro una terza cassa di legno bianco nel sotterraneo di questa Chiesa, destinato per gli Arcipreti e pel clero, che si estende spazioso, e in quell’occasione ben restaurato, fra la Cappella del SS.mo e quella di S. Carlo. Dalla parte del clero si trovarono due casse ancor formate, ma che si ridussero subito in cenere ed ossa, e dalla parte degli Arcipreti altre reliquie, tutte insieme murate poi nel loculo sotto la scala di discesa. La salma reale è quivi depositata fin a tanto che ne sia possibile il trasferimento a Roma nella Chiesa dello Spirito Santo dei Napolitani, secondo le disposizioni testamentarie ed il relativo Reversale, rilasciato dalI’Arciprete di Arco alla famiglia Reale delle Due Sicilie.

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