Papa Francesco ai giovani: la bellezza si costruisce insieme

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‘La Chiesa esiste per mantenere vivo nel cuore degli uomini il ricordo che Dio li ama’: questo tweet è stato la guida dell’intensa giornata di papa Francesco, che nella festa di sant’Andrea ha inviato un messaggio augurale al Patriarca Ecumenico, Bartolomeo I:

“Vogliamo proseguire nel nostro impegno a lavorare per il ristabilimento della piena comunione tra i cristiani d’Oriente e di Occidente: mi unisco alla preghiera della Chiesa di Costantinopoli nel celebrare la festa del suo santo patrono l’Apostolo Andrea, primo chiamato e fratello di Pietro”.

Per il papa i rapporti delle due Chiese sono frutto di rispetto e stima alimentati dal Battesimo: “La nostra vicinanza cresce e si intensifica ogni volta che, memori dell’unico Battesimo in cui siamo stati rigenerati, dell’unica fede che ci anima e dell’unico Spirito Santo che ci guida preghiamo gli uni per gli altri e preghiamo insieme come fratelli. Infine la nostra relazione è matura quando, obbedienti al mandato di Cristo Risorto di portare il Vangelo a tutte le creature e di guarire gli ammalati, cattolici e ortodossi lavorano insieme per annunciare la Buona Novella e servire i bisognosi”.

Ed ai giovani partecipanti all’Incontro mondiale ‘Io posso’, promosso dalla FIDAE ed ispirato all’enciclica ‘Laudato sì’, che si svolge fino al 30 novembre, ha parlato della bellezza in azione: “Mi piace vedere nel vostro impegno quotidiano la bellezza in azione. Una bellezza formata dalla condivisione di tanti piccoli gesti.

Mi viene in mente l’arte del mosaico, in cui tanti tasselli vanno a integrarsi per formare un’immagine più grande. Visti da vicino, quei pezzettini di pietra sembrano non avere significato, ma insieme creano una visione stupefacente. Nella nostra tradizione ebraica e cristiana, bellezza e bontà sono legate, sono inseparabili.

Ad esempio, nel libro della Genesi si legge che Dio, nella creazione, separa i diversi elementi del mondo, la luce dalle tenebre, la terra dalle acque… Popola la terra di vegetali e di animali e, quando è tutto pronto, crea l’uomo e la donna”.

Eppoi ha descritto la parola ‘buono’ nella tradizione ebraica: “Il termine ‘buono’ in ebraico ha un valore molto esteso e si può tradurre non solo come buono ma anche come armonioso. Si tratta di un’armonia polifonica, fatta di bellezza, di bontà e di condivisione. Il creato ci stupisce per il suo splendore e per la sua varietà e, nello stesso tempo, ci riporta con i piedi per terra, facendoci comprendere quale sia il nostro ruolo nel mondo di fronte a tanta grandezza”.

Ha affermato che la bellezza va condivisa: “Come Dio ha messo a disposizione degli esseri umani l’opera della sua creazione, così gli uomini stessi trovano la loro piena realizzazione dando vita a una ‘bellezza condivisa’. Siamo di fronte a una ‘chiave’ dell’universo, da cui dipende anche la sua sopravvivenza: questa chiave è il disegno di alleanza di Dio. Si tratta di riconoscere l’intenzione che c’è scritta nella bellezza del creato, cioè il desiderio del Creatore di comunicare, di offrire un meraviglioso messaggio a chi lo può interpretare, cioè noi esseri umani”.

Ha chiesto di non fare come Prometeo: “Forse avete già sentito la storia di questo giovane che, seppure in buona fede, vuole diventare quasi una divinità. Vuole sostituirsi a Dio. A volte anche noi, senza accorgercene, cadiamo in questa tentazione, quando il nostro ‘io’ diventa il centro di tutto e di tutti… Non dobbiamo farci ingannare e cadere nella trappola dell’esclusività. Voi avete capito che ‘io posso’ deve diventare ‘noi possiamo insieme’. Insieme è più bello e più efficace! Io posso, noi possiamo, insieme”.

Occorre costruire la bellezza insieme: “Insieme, certamente, con gli insegnanti. Un cordiale saluto e ringraziamento a tutti i docenti che accompagnano col loro prezioso lavoro questo progetto. Insieme ci stiamo preparando al Patto Globale sull’Educazione e all’evento che avverrà a Roma il prossimo 14 maggio 2020. Siamo tutti chiamati a costruire un ‘villaggio globale dell’educazione’…

In questo grande villaggio, l’educazione si fa portatrice di fraternità e creatrice di pace tra tutti i popoli della famiglia umana, e anche di dialogo tra le loro religioni. Insieme, naturalmente, con i genitori. Questo è decisivo per il successo delle vostre iniziative. I genitori non solo contribuiscono alla realizzazione finale ma, nello stesso tempo, partecipano al progetto educativo attraverso un bel confronto fatto di curiosità e novità.

Anche noi adulti possiamo imparare dai ragazzi che, per tutto ciò che riguarda la protezione della natura, sono all’avanguardia. Grazie alle mamme e ai papà per il loro contributo e il loro paziente sostegno”.

Infine li ha invitati a ‘lasciare’ un impronta: “Avete fatto una scelta giusta: avete distolto lo sguardo dallo schermo del cellulare e vi siete rimboccati le maniche per mettervi al servizio della comunità. E avete messo anche i cellulari al servizio di questo impegno! La creatività e la fantasia hanno reso le vostre iniziative ancora più interessanti.

Avete dimostrato che la sola intelligenza artificiale non è in grado di dare quel calore umano di cui tutti abbiamo bisogno… Questo è anche il frutto di un metodo educativo che coinvolge la testa, le mani e il cuore, cioè le nostre diverse dimensioni, che sono sempre connesse tra loro. Ecco perché mi sembrate più felici di chi ha tutto e non vuole dare nulla. Voi siete più felici di coloro che vogliono tutto e non danno nulla. Soltanto attraverso il dare si può raggiungere la felicità”.

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