Papa Francesco: dal Giappone all’America Latina un pensiero per la pace

Condividi su...

Questa mattina, all’aeroporto di Tokyo-Haneda, ha avuto luogo la cerimonia di congedo dal Giappone: papa Francesco ha salutato i vescovi del Giappone e le delegazioni; quindi a bordo di un 8787-9 della All Nippon Airways, è partito per rientrare in Italia, atterrando all’Aeroporto di Roma-Fiumicino alle ore 16.25.

Subito dopo l’atterraggio papa Francesco si è diretto alla Basilica Santa Maria Maggiore per ringraziare la Madonna per il viaggio in Asia, rimanendo a lungo in preghiera e meditazione ai piedi dell’icona della Salus populi romani, affidando alla sua materna protezione le fatiche di questi giorni e soprattutto i semi di questa sua presenza pastorale in Thailandia e Giappone.

Quella appena conclusa è stata la visita di papa Francesco n^ 80 al tempio liberiano dal giorno della sua elezione come vescovo di Roma. Come consuetudine papa Francesco nel corso della conferenza stampa sull’aereo ha risposto alle domande e ha affrontato nel suo stile immediato e diretto numerosi argomenti anche di attualità come la vicende finanziarie del Vaticano, le indagini in corso, e ha dato puntuali spiegazioni sulla fine del mandato del presidente dell’AIF, René Brülhart, il cui sostituto dovrebbe essere annunciato in settimana.

Poi il papa ha parlato sulle crisi nel mondo, dall’America Latina a Hong Kong, ed ha analizzato i momenti del suo viaggio in Asia. In questo contesto è tornato sul tema del disarmo nucleare integrale e sull’immoralità dell’uso e possesso di armi atomiche. E come di consueto la prima domanda ha riguardato il viaggio appena concluso:

“L’Oriente è capace di guardare le cose con occhi che vanno oltre, non vorrei usare la parola ‘trascendente’, perché alcune religioni orientali non fanno cenno alla trascendenza ma ad una visione oltre il limite dell’immanenza, senza però dire trascendenza.

Per questo uso espressioni come poesia, gratuità, la ricerca della propria perfezione nel digiuno, nelle penitenze, nella lettura della saggezza dei saggi orientali. Credo che a noi occidentali farà bene fermarci un po’ e dare tempo alla saggezza”.

Il pensiero del papa si è soffermato a lungo sulla visita a Nagasaki ed Hiroshima: “Nagasaki e Hiroshima ambedue hanno sofferto la bomba atomica, e questo le fa assomigliare. Ma c’è una differenza. Nagasaki non ha avuto solo la bomba ma anche i cristiani. Nagasaki ha radici cristiane, il cristianesimo è antico, la persecuzione dei cristiani c’era in tutto il Giappone ma in Nagasaki è stata molto forte…

Questo colpisce, sono stati secoli di persecuzioni, questo è un fenomeno cristiano che in qualche modo ‘relativizza’, nel senso buono della parola, la bomba atomica. Invece andare a Hiroshima è soltanto per fare memoria della bomba atomica, perché non è una città cristiana come Nagasaki.

Per questo io sono voluto andare da ambedue, in entrambe c’è stato il disastro atomico. Hiroshima è stata una vera catechesi umana sulla crudeltà, non ho potuto vedere il museo di Hiroshima per motivi di tempo, perché è stata una giornataccia, ma dicono che è terribile…

E lì ho ribadito che l’uso delle armi nucleari è immorale, per questo deve andare nel Catechismo della Chiesa Cattolica, e non solo l’uso, anche il possesso, perché un incidente, o la pazzia di qualche governante, la pazzia di uno può distruggere l’umanità”.

A tal proposito è stato chiesto se c’è in previsione un’enciclica sulla non-violenza: “Un progetto, la farà il prossimo Papa… Ci sono progetti che sono nel cassetto. Uno sulla pace è lì, sta maturando. Io sento che quando è il momento lo farò.

Per esempio il problema del bullismo è un problema di violenza, ne ho parlato proprio ai giovani giapponesi. E’ un problema che stiamo cercando di risolvere con tanti programmi educativi. E’ un problema di violenza. Un’enciclica sulla non violenza ancora non me la sento matura, devo pregare tanto e devo cercare la via”.

Ha ribadito la contrarietà ad ogni guerra con uno specifico riferimento all’Ucraina ed allo Yemen: “Però tutto quello che si può fare per fermare la produzione delle armi, per fermare le guerre, per favorire il negoziato, con l’aiuto dei facilitatori, questo si deve fare sempre e dà dei risultati. Per esempio nel caso di Ucraina-Russia, non si parla di armi, è stato il negoziato per lo scambio dei prigionieri, questo è positivo. Nel Donbass si pensa a una pianificazione di un regime governativo diverso, ne stanno discutendo. Questo è un passo positivo.

Una cosa brutta è l’ipocrisia ‘armamentista’… In un porto, è arrivata da un paese una nave che doveva passare le armi a un’altra nave per andare allo Yemen, e i lavoratori del porto hanno detto ‘no’. Sono stati bravi e la nave è tornata a casa sua. E’ un caso, ma ci insegna come si deve andare in questa direzione. La pace oggi è molto debole, ma non bisogna scoraggiarsi…

La legittima difesa va fatta con la diplomazia, con le mediazioni. Ultimo ricorso: legittima difesa con le armi. Ma sottolineo: ultimo ricorso! Noi stiamo andando avanti in un progresso etico che a me piace, nel mettere in questione tutte queste cose”.

Poi ha puntualizzato sulla riforma finanziaria vaticana, iniziata da papa Benedetto XVI: “E’ la prima volta che in Vaticano la pentola viene scoperchiata da dentro, non da fuori. Da fuori tante volte. Ci hanno detto tante volte e noi con tanta vergogna… Ma papa Benedetto è stato saggio, ha cominciato un processo che è maturato, maturato e adesso ci sono le istituzioni. Che il revisore abbia avuto il coraggio di fare una denuncia scritta contro cinque persone, sta funzionando…

Davvero, non voglio offendere il gruppo Egmont perché fa tanto bene, aiuta, ma in questo caso la sovranità dello Stato è la giustizia, che è più sovrana del potere esecutivo. Non è facile da capire ma vi chiedo di capirlo”.

Non poteva mancare una domanda sulla Cina ed Hong Kong, ribadendo il suo desiderio di recarsi un giorno a Pechino: “I telegrammi si mandano a tutti i Capi di Stato, è una cosa automatica di saluto ed è anche un modo cortese di chiedere permesso di sorvolare il loro territorio. Questo non ha un significato né di condanna né di appoggio.

E’ una cosa meccanica che tutti gli aerei fanno quando tecnicamente entrano, avvisano che stanno entrando, e noi lo facciamo con cortesia. Questo non ha alcun valore nel senso della sua domanda, ha soltanto un valore di cortesia… Che cosa fa la Santa Sede con questo?

Chiama al dialogo, alla pace, ma non è solo Hong Kong, ci sono varie situazioni con problemi che io in questo momento non sono capace di valutare. Io rispetto la pace e chiedo la pace per tutti questi Paesi che hanno dei problemi, anche la Spagna. Conviene relativizzare le cose e chiamare al dialogo, alla pace, perché si risolvano i problemi. E infine: mi piacerebbe andare a Pechino, io amo la Cina”.

Dal continente asiatico il passo è breve per parlare dell’America Latina: “La situazione oggi nell’America Latina assomiglia a quella del 1974-1980, in Cile, Argentina, Uruguay, Brasile, Paraguay con Strössner, e credo anche Bolivia… avevano l’operazione Condor in quel momento… Una situazione in fiamme, ma non so se è un problema che assomiglia o è un altro, Davvero io in questo momento non sono capace di fare l’analisi di questo.

E’ vero che ci sono dichiarazioni precisamente non di pace. Ciò che accade in Cile a me spaventa, perché il Cile sta uscendo da un problema di abusi che ha fatto soffrire tanto e adesso un problema del genere che non capiamo bene… Ancora io non ho trovato un’analisi ben fatta sulla situazione in America Latina e anche ci sono governi deboli, molto deboli, che non sono riusciti a mettere ordine e pace, e per questo si arriva a questa situazione”.

Eppoi, parlando sempre dell’America Latina, si è schernito: “Il Venezuela ha chiesto la mediazione e la Santa Sede sempre è stata disposta. C’è un buon rapporto, davvero un buon rapporto, siamo lì presenti per aiutare quando è necessario. La Bolivia ha fatto qualcosa del genere, ha fatto una richiesta alle Nazioni Unite che hanno inviato dei delegati, e anche qualcuno di qualche nazione europea.

Il Cile non so se ha fatto qualche domanda di mediazione internazionale, il Brasile certamente no, ma anche lì ci sono dei problemi. E’ una cosa un po’ strana, ma non vorrei dire una parola di più perché sono incompetente e non ho studiato bene e sinceramente non capisco bene”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50