Nella giornata del creato la Chiesa invita a ‘coltivare’ la biodiversità

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“La perdita di biodiversità è una delle espressioni più gravi della crisi socio-ambientale attuale e anche l’Italia è esposta a essa, per colpa di dinamiche che interessano sia il mondo vegetale che quello animale, depotenziando la bellezza e la sostenibilità delle nostre terre e rendendole meno vivibili”: quest’osservazione è al centro del messaggio pubblicato dalla Conferenza episcopale italiana per la Giornata nazionale per la custodia del creato, che si celebra oggi 1° settembre, il cui tema è ‘Quante sono le tue opere, Signore. Coltivare la biodiversità’.

Il messaggio della Cei ha sottolineato il valore della biodiversità interessa anche l’Italia: “Proprio il territorio italiano, infatti, è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi acquatici e terrestri, a disegnare ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi, le montagne più alte d’Europa, fino al calore del Mediterraneo”.

Richiamandosi all’enciclica ‘Laudato sì’ di papa Francesco a diventare strumenti di Dio i vescovi hanno sottolineato alcune azioni in grado di salvaguardare la biodiversità: “Sarà importante favorire le pratiche di coltivazione realizzate secondo lo spirito con cui il monachesimo ha reso possibile la fertilità della terra senza modificarne l’equilibrio.

Sarà necessario utilizzare nuove tecnologie orientate a valorizzare, per quanto possibile, il biologico. Sarà altresì importante conoscere e favorire le istituzioni universitarie e gli enti di ricerca, che studiano la biodiversità e operano per la conservazione di specie vegetali e animali in via di estinzione.

Si tratterà, ancora, di opporsi a tante pratiche che degradano e distruggono la biodiversità: si pensi al land grabbing, alla deforestazione, al proliferare delle monocolture, al crescente consumo di suolo o all’inquinamento che lo avvelena; si pensi altresì a dinamiche finanziarie ed economiche che cercano di monopolizzare la ricerca (scoraggiando quella libera) o addirittura si propongono di privatizzare alcune tecno-scienze collegate alla salvaguardia della biodiversità”.

Ed hanno sollecitato precise politiche per alimentare stili di vita sostenibili, che possano creare lavoro: “Ma andranno pure contrastati con politiche efficaci e stili di vita sostenibili; quei fenomeni che minacciano la biodiversità su scala globale, a partire dal mutamento climatico.

Occorrerà al contempo potenziare tutte quelle buone pratiche che la promuovono: anche per l’Italia la sua valorizzazione contribuisce in molte aree al benessere e alla creazione di opportunità di lavoro, specie nel campo dell’agricoltura, così come nel comparto turistico… E’ allora forse il momento che ogni comunità si impegni in una puntuale opera di discernimento e di riflessione, facendosi guidare da alcune domande:

Qual è la ‘nostra Amazzonia’? Qual è la realtà più preziosa, da un punto di vista ambientale e culturale, che è presente nei nostri territori e che oggi appare maggiormente minacciata? Come possiamo contribuire alla sua tutela? Occorre conoscere il patrimonio dei nostri territori, riconoscerne il valore, promuoverne la custodia”.

E nella settimana successiva nella diocesi di Cefalù si svolge una settimana di studi sul tema, che sarà conclusa, domenica 8 settembre, dalla celebrazione eucaristica della 14^ giornata nazionale del creato a livello nazionale, come ha descritto nella lettera ai suoi fedeli il vescovo, mons. Giuseppe Marciante:

“I Vescovi italiani hanno scelto di concentrare la riflessione di quest’anno sul tema della biodiversità, motivo per cui ho chiesto, nella fase preparatoria della Giornata, che esso fosse arricchito da un ulteriore approfondimento sugli aspetti che lo legano alle prospettive lavorative, soprattutto per i nostri giovani.

Credo che la nostra diocesi si presti pienamente quale luogo adatto a riflettere sui temi proposti, data la ricchezza di biodiversità del territorio che si estende dal mare alle vette più alte della catena montuosa delle Madonie, e la Fondazione ‘Laboratorio della Speranza’; un cammino intrapreso per offrire piccoli segni di speranza ai giovani. Natura, cultura e innovazione tecnologica devono oggi costituire un volano di crescita per i nostri territori, in modo particolare per quelle aree interne colpite dallo spopolamento”.

In conclusione del messaggio, sottolineando le emergenze, il vescovo ha ringraziato chi, quotidianamente, educa i giovani al rispetto del creato: “Ritengo dunque che nella nostra diocesi siano due le emergenze da fronteggiare: prevenire gli incendi boschivi che hanno anche un’inevitabile ripercussione sui pascoli bradi degli allevamenti, e custodire le specie a rischio, in modo particolare l’abies nebrodensis, conifera endemica della Sicilia da circa 9.000 anni, del quale restano appena una trentina di esemplari.

Non posso infine che rivolgere il mio grazie a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che ogni giorno si adoperano per educare i giovani e i ragazzi al rispetto dell’ambiente, ad uno stile di vita che tragga sostegno dalla terra e dalla sua produttività; grazie a tutti coloro che con il loro servizio mantengono pulito il nostro territorio, dal mare alla montagna, e a coloro che hanno a cuore tutte le problematiche riguardanti i cambiamenti climatici”.

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