Non dite a mio figlio che sono morta per lui: io ho dato la vita per lui. Chiara Corbella, una luce per le mamme di tutto il mondo

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Sorriso contagioso e lieto anche nel dolore, speranza certa in una Vita che oltrepassa la vita, rapporto costante e genuino con Dio. Questa era Chiara Corbella. Mamma coraggiosa e altruista, ha saputo mettere il bene dei suoi figli prima del suo.

E nel dare la vita per loro ha trovato la piena realizzazione della sua esistenza. La storia di Chiara, oltre a far luce sulla sacralità della vita umana (degna di rispetto in ogni suo stadio e condizione!) mostra che se si ha la pace nel cuore si può essere felici veramente anche in mezzo a tanti problemi, anche di fronte alle situazioni più gravi.

Chiara si sposa molto giovane con Enrico, un uomo poco più grande di lei, con cui ha vissuto un fidanzamento turbolento, sbocciato in matrimonio solo dopo che entrambi hanno messo seriamente la loro storia nelle mani di Dio. Subito dopo le nozze arrivano i figli. Ma dei figli ‘speciali’, che Chiara ed Enrico dovranno ‘accompagnare in Cielo’ subito dopo il parto.

Sia Maria Grazia Letizia, che Davide Giovanni, infatti, sono affetti da alcune malformazioni che li rendono ‘incompatibili alla vita’. Sebbene molti consiglino alla coppia di abortire, questi figli vengono accolti con amore, abbracciati da genitori e famigliari, battezzati e poi ‘riconsegnati al Padre’. Chiara rimane incinta una terza volta. Il bambino, in questo caso, sta bene ma al quinto mese di gravidanza ecco all’orizzonte una grande prova: Chiara ha un tumore alla lingua.

Le cure, però, comprometterebbero la salute del piccolo. Che fare, quindi? La donna non ha dubbi: non può mettere in secondo piano la salute del figlio per pensare alla sua. Secondo quello che per molti è ‘solo un feto’, per lei è già il suo bambino; sa di essere la madre di quel piccolo frugoletto nascosto nel suo ventre, sa di dover già fare quello che ogni mamma è chiamata a fare per i figli: mettere da parte sé stessa e pensare a lui.

Così, rimanda le cure fino al momento del parto, che desidera avvenga a termine, quando il bimbo non corre più nessun rischio. Chiara riesce a vivere serenamente quella situazione estremamente difficile, nonostante non manchino dei momenti di scoraggiamento o di frustrazione. Sono la sua intima amicizia con Gesù, la vicinanza del marito e di cari amici a farla risorgere, rinnovata e più forte, da ogni crisi.

Quando nasce Francesco, la gioia di Chiara è immensa: tutti i suoi sforzi le sembrano ripagati. Però, è allora che comincia la vera lotta con ‘il drago’ – così Chiara chiamava il tumore. Subito dopo il parto, infatti, Chiara inizia a curarsi. Per quanto stremata dalla malattia, cerca di non far mancare nulla al suo bambino e, finché le è possibile, non vuole essere sostituita nel suo ruolo di madre.

Molto presto, però, il suo male prende il sopravvento: quando Francesco ha solo un anno, Chiara, appena ventottenne, lascia questo mondo, ma con una strana gioia nel cuore. Sì, Chiara muore felice, senza rimpianti, senza angoscia, con la certezza che – come lascerà scritto al figlio – ‘se Dio toglie qualcosa, è solo per donare molto di più’.

La storia di Chiara Corbella, però, non finisce qui. No, perché la sua vicenda ha iniziato a fare il giro del mondo subito dopo la sua nascita in Cielo, avvenuta nel 2012: le sue scelte luminose, coerenti, libere da ogni compromesso, ora ispirano tante giovani mamme – e non solo – in tutto il mondo.

Per lei è stato aperto il processo di canonizzazione. Ma cos’è che rende Chiara speciale, attraente? Cos’è che ha fatto diventare un best-seller il libro che racconta di lei ‘Siamo nati e non moriremo mai più’? La grandezza di Chiara risiede nell’aver fatto la mamma fino in fondo, iniziando da prima che i figli venissero al mondo, iniziando a proteggerli quando si trovavano ancora in pancia.

Per quei figli, già reali anche se non pienamente formati, per quei figli che avrebbe potuto abortire, secondo i canoni della nostra società, lei ha dato la vita, preferendo morire, piuttosto che danneggiarli. Chiara è illuminante perché ha accettato i suoi figli esattamente così come erano (liberandosi dall’inganno di ‘pretendere’ o ‘assicurarsi’ un figlio sano) e poi accogliendo il suo ultimo bimbo a costo di rischiare la sua stessa vita.

Chiara è morta, ma in realtà è più viva che mai e continua a essere un inno alla generosità, alla bellezza di donarsi. Continua a essere segno di un amore vero, sincero, gratuito fino alla fine, di un amore determinato, quasi ‘sfrontato’, perché non giudica la vita secondo comode categorie e non trema, né indietreggia di fronte a nulla, nemmeno davanti alla morte.

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