Card. Becciu invita ad imitare Alfonsa Maria Eppinger

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‘Soffri, taci e prega, perché Dio ti vuole una gran Santa’: questo si ripeteva Elisabeth Eppinger (questo il suo nome di battesimo, divenne Alfonsa Maria in omaggio a S. Alfonso Maria de’ Liguori dopo aver preso i voti) fin dall’infanzia e proseguì poi per tutta la vita, traendo dalla sua profonda fede la forza di sopportare tutte le prove che il Signore le mandava.

E pur attraversando l’esperienza dell’estasi, pur avendo fama di mistica, dovendo sopportare le violenze del maligno e pur diventando Madre di molte suore (tre le congregazioni che oggi la riconoscono come propria fondatrice), per tutta la vita si mantenne quella persona umile, incolta ma saggia che a malapena sapeva scrivere il proprio nome.

La malattia e il dolore le riservarono un altro dono meraviglioso: nel 1846, durante un decorso particolarmente lungo e difficile, provò per la prima volta l’esperienza dell’estasi: sentiva Gesù concretamente accanto a lei che le parlava e la confortava. Veniva trasportata fuori da sé e perdeva coscienza del suo corpo: durante queste esperienze Gesù le mostrava i suoi peccati spingendola a pregare per la salvezza di tutte le anime, la rendeva partecipe delle sofferenze del Papa e della Chiesa facendola impegnare per l’urgente santificazione dei sacerdoti, e le donava visioni anche inerenti la politica.

Tutto quanto, lei lo riferiva al suo confessore e questi al vescovo: entrambi constatarono in quella donna il dono della veggenza, della profezia e del saper scrutare i cuori. Intanto iniziò a circolare la voce di questi prodigi tanto che, seppure Elisabeth rifuggisse il clamore della folla, molti si recavano alla casa dei suoi genitori e chiedevano di vederla per avere un consiglio o un conforto, aiuto che lei non negava a nessuno, precisando che era il Signore, attraverso di lei, a concederlo.

E nella celebrazione eucaristica di beatificazione il card. Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha sottolineato alcuni aspetti della vita della beata: “Due punti ascetici focali hanno segnato la sua vita: conoscere i desideri di Dio e seguire tali desideri compiendo la sua volontà. Era ancora una bambina, si chiamava Elisabetta, quando un giorno, lungo la strada, vide una stazione della via crucis…

Elisabetta impara lentamente ad ascoltare la voce di Dio e cresce nell’intimità con Lui, fino a quando prende coscienza di due fatti sconvolgenti: di quanto Dio la ami e, nello stesso tempo, di come tante persone si mostrino indifferenti a tanto amore. Toccata profondamente dall’amore di Dio, desidera ardentemente che anche gli altri, anzi tutti facciano esperienza dell’infinito amore di Dio.

Nasce nel suo cuore chiara e pressante la spinta ad essere lei strumento dell’amore di Dio: che attraverso di lei tutti possano sperimentare quanto sono amati da Dio”.

Ed ha ricordato la sua passione apostolica: “Aveva imparato il dono di sé contemplando il Salvatore morente sulla croce. Il suo ardente desiderio era quello di vivere e agire per Cristo, imitarlo nella sua dolcezza, nella sua umiltà, nel suo amore, cercare di piacere a Lui solo. Così amava ripetere: ‘Vedere Dio in Dio, vedere Dio nel prossimo, vedere Dio in tutto’.

Queste parole, sintesi mirabile della straordinaria testimonianza evangelica della nuova Beata, sono cariche di attualità, poiché ai nostri giorni c’è ancora tanto bisogno di testimoniare l’autentico amore cristiano: esso non è una idea astratta, ma si rende concreto nell’aiutare gli altri, prima di tutto i deboli e i poveri, che sono la carne di Cristo.

In tutta la sua vita, la beata Alfonsa Maria Eppinger ha testimoniato, con la parola e con le opere, che Gesù non è venuto solo a parlarci dell’amore del Padre, ma ha incarnato personalmente la sua immensa misericordia, guarendo quanti incontrava nel suo cammino. Ha saputo riconoscere le piaghe di Gesù nell’umanità povera e bisognosa e per essa si è resa strumento dell’amore misericordioso di Dio”.

Ed ha concluso l’omelia sottolineando l’attualità della beata: “L’esperienza di questa nostra beata, che la Chiesa riconosce come modello da imitare nella sequela di Gesù, è uno stimolo ad amare le persone che incontriamo ogni giorno, diventando per esse strumento dell’amore misericordioso di Dio…

Da qui si innalza un pressante appello all’intero Continente europeo, sempre più tentato dall’egoismo e dal ripiegamento su sé stesso. E’ l’appello della Beata Alfonsa Maria: questa donna coraggiosa e forte, con la sua straordinaria testimonianza cristiana, esorta tutti gli europei ad avere il cuore grande, a dimostrare un amore sollecito e accogliente, che sappia venire incontro a chi ha bisogno: i deboli, gli sconfitti, gli scartati, quanti fuggono da situazioni di guerra, di violenza, di persecuzione…

Accogliamone il messaggio e seguiamone l’esempio, per essere testimoni di Cristo, nostra pace e nostra speranza”.

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