Papa Francesco: lo sport è via di santità

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Nella scorsa settimana è stato presentato il documento del dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, dal titolo ‘Dare il meglio di sé. Sulla prospettiva cristiana dello sport e della persona umana’, in cui è stato sottolineato che Lo sport come strumento di incontro, di formazione, di missione e santificazione.

Nel messaggio al card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita papa Francesco ha sottolineato che lo sport è un “Lo sport è un luogo di incontro dove persone di ogni livello e condizione sociale si uniscono per ottenere un risultato comune.

In una cultura dominata dall’individualismo e dallo scarto delle giovani generazioni e di quella degli anziani, lo sport è un ambito privilegiato intorno al quale le persone si incontrano senza distinzioni di razza, sesso, religione o ideologia e dove possiamo sperimentare la gioia di competere per raggiungere una meta insieme, partecipando a una squadra in cui il successo o la sconfitta si condivide e si supera; questo ci aiuta a respingere l’idea di conquistare un obiettivo centrandosi soltanto su sé stessi”.

Ma è anche un veicolo di formazione: “Forse oggi più che mai dobbiamo fissare lo sguardo sui giovani, dal momento che, quanto prima si inizia il processo di formazione, tanto più facile risulterà lo sviluppo integrale della persona attraverso lo sport. Sappiamo come le nuove generazioni guardano e si ispirano agli sportivi!

Perciò è necessaria la partecipazione di tutti gli sportivi, di qualsiasi età e livello, perché quanti fanno parte del mondo dello sport siano un esempio di virtù come la generosità, l’umiltà, il sacrificio, la costanza e l’allegria. Allo stesso modo, dovrebbero dare il loro contributo per ciò che riguarda lo spirito di gruppo, il rispetto, un sano agonismo e la solidarietà con gli altri.

E’ essenziale che tutti siamo consapevoli dell’importanza che ha l’esempio nella pratica sportiva, poiché è un buon aratro in terra fertile che favorisce il raccolto, sempre che si coltivi e si lavori adeguatamente”. Ed infine lo sport è un ‘mezzo di missione e santificazione’: “La Chiesa è chiamata ad essere segno di Gesù Cristo nel mondo, anche mediante lo sport praticato negli oratori, nelle parrocchie e nelle scuole, nelle associazioni…

Ogni occasione è buona per portare il messaggio di Cristo, ‘al momento opportuno e non opportuno’. E’ importante portare, comunicare questa gioia trasmessa dallo sport, che non è altro che scoprire le potenzialità della persona, che ci chiamano a svelare la bellezza del creato e dell’essere umano stesso in quanto fatto a immagine e somiglianza di Dio.

Lo sport può aprire la strada verso Cristo in quei luoghi o ambienti dove per vari motivi non è possibile annunciarlo in maniera diretta; e le persone, con la loro testimonianza di gioia, praticando lo sport in forma comunitaria possono essere messaggere della Buona Notizia”.

Nell’esporre il documento il card. Farrell ha sottolineato il carattere divulgativo e pastorale: “Non è un testo per studiosi o ricercatori, ma è una riflessione sullo stato dello sport oggi a cui si affiancano indicazioni e suggerimenti che indubbiamente potranno risultare utili non solo alle Conferenze episcopali e alle diocesi per sviluppare una pastorale dello sport, ma anche ai club amatoriali, alle associazioni dilettantistiche e ai singoli atleti per riflettere sulla vita cristiana e sul modo di praticare lo sport”.

Inoltre il card. Farrell ha sottolineato che il titolo si applica anche per la fede: “…è senza dubbio un’espressione che si applica sia nell’ambito dello sport sia in quello della fede. Da una parte, infatti, richiama lo sforzo, il sacrificio che uno sportivo deve assumere come costante della propria vita per ottenere una vittoria o semplicemente per arrivare alla meta.

Ma anche nell’ambito della fede, siamo chiamati a dare il meglio di noi stessi per arrivare alla santità, che, come il Papa ha evidenziato nella ‘Gaudete et exsultate’, è una chiamata universale, rivolta a tutti, anche agli sportivi”.

Ed ha concluso l’intervento chiedendo di vivere attraverso lo sport la ‘pienezza della vita’: “Occorre approfondire la stretta relazione che esiste tra lo sport e la vita, che possano illuminarsi a vicenda, affinché lo sforzo di superarsi in una disciplina atletica serva anche da stimolo per migliorare sempre come persona in tutti gli aspetti della vita.

Tale ricerca ci mette sulla strada che, con l’aiuto della grazia di Dio, ci può condurre a quella pienezza di vita che noi chiamiamo santità. Lo sport è una ricchissima fonte di valori e virtù che ci aiutano a migliorare come persone. Come l’atleta durante l’allenamento, la pratica sportiva ci aiuta a dare il meglio di noi stessi, a scoprire senza paura i nostri limiti, e a lottare per migliorare ogni giorno…

Per lo sportivo cristiano, la santità sarà dunque vivere lo sport come un mezzo di incontro, di formazione della personalità, di testimonianza e di annuncio della gioia di essere cristiano con quelli che lo circondano”.

Il documento si chiude con l’esortazione che papa Francesco fece al CSI nel 2014: “E proprio perché siete sportivi, vi invito non solo a giocare, come già fate, ma c’è qualcosa di più: a mettervi in gioco nella vita come nello sport. Mettervi in gioco nella ricerca del bene, nella Chiesa e nella società, senza paura, con coraggio e entusiasmo.

Mettervi in gioco con gli altri e con Dio; non accontentarsi di un ‘pareggio’ mediocre, dare il meglio di sé stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre”.

Il documento è strutturato in cinque capitoli: ‘Il rapporto tra la Chiesa e lo sport’ (cap. 1); una descrizione del fenomeno sportivo con un sguardo alla persona umana (capp. 2 e 3); sfide che lo sport è chiamato ad affrontare (cap. 4); la Chiesa e pastorale dello sport (cap. 5)’.

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