La Conferenza sulla famiglia tra luci ed ombre

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“Alcuni segnali importanti per le famiglie li possiamo dare adesso, ma riforme più ampie, che non vogliamo escludere a priori”, come “il quoziente familiare e proposte che prevedono l’innalzamento delle soglie di detrazioni per figli a carico, sono prospettive che riguarderanno la prossima legislatura… Ci assumiamo anche le responsabilità di proseguire questo lavoro nei 5 anni successivi”: con queste parole della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, si è conclusa a Roma la terza conferenza sulla famiglia.

In apertura il premier Paolo Gentiloni aveva detto che la famiglia è l’elemento fondante dell’Italia: “Il ruolo della famiglia è un fondamento costituzionale e come tale ha costituito il pilastro che ha assicurato la tenuta del Paese. Un ruolo che non dobbiamo sottovalutare e dimenticare. La società ha bisogno di ancoraggio, e quello che più ci ha supportato finora è stata la famiglia.

Le famiglie italiane facendo il ruolo dello Stato hanno significato un insuperabile fattore di coesione ed identità in particolare in questi ultimi dieci anni, i più duri del dopoguerra. Abbiamo fatto negli ultimi anni i primi passi, ora abbiamo il dovere di irrobustire le politiche pubbliche per la famiglia”.

Ed il presidente del Forum delle associazioni delle famiglie, Gigi De Palo, ha fatto capire che il ‘bicchiere non è pieno’: “Siamo contenti di aver ‘costretto’ il governo a parlare e a prendere posizione su un tema centrale come la famiglia… La cosa strana che emerge è una sola: siamo tutti d’accordo. Tutti ritengono la famiglia una risorsa insostituibile per il Paese, tutti sono convinti che il problema del crollo della natalità non è più procastinabile, tutti sono convinti che vada trovata una riforma fiscale che metta al centro le famiglie.

Anche il governo, a parole, lo ha più volte ripetuto in questi giorni. Tuttavia siamo profondamente rattristati dal fatto che c’è sempre qualcosa che viene prima della famiglia. I soldi si trovano sempre per salvare le banche, così come si sono trovati 10 miliardi per il bonus degli 80 euro elargito a prescindere dai carichi familiari, ma non si riesce mai a trovare le risorse per permettere agli italiani di vivere e non sopravvivere se mettono al mondo un figlio…

Siamo arrivati a un punto di non ritorno; siamo il Paese con più migranti giovani in Europa, siamo il Paese dove fare un figlio è una delle prime cause di povertà… Le famiglie sono stanche di supplire alle mancanze dello Stato”.

Ed ecco cosa è emerso nei cinque gruppi di lavoro. Per il gruppo di lavoro 1 è fondamentale introdurre la Valutazione di Impatto Famigliare (VIF) per valutare l’impatto di tutte le norme sulla vita delle persone e delle famiglie. Il gruppo di lavoro 2 ha chiesto più sostegno alla natalità come più servizi alla prima infanzia, con sostegni ai costi delle rette; un intervento fiscale; servizi per le famiglie adottive e chi che hanno in affido un minore; investimento sul segmento 0-6 anni come unico segmento educativo:

“Il figlio spesso è considerato un bene privato e non un bene per lo Stato e società, sarebbe opportuno socializzare il bene del figlio”. Il gruppo di lavoro 4 ha concentrato la propria attenzione sulla conciliazione famiglia-lavoro e nuove politiche di welfare. Infine il gruppo di lavoro 5 ha messo in evidenza che la famiglia non è considerata come soggetto fiscale e questo crea distorsioni.

Da questo gruppo di lavoro sono arrivate quattro proposte: il Fattore Famiglia, il NAFU (nuovo assegno famigliare universale), la riforma della Tari, l’esenzione dal ticket sanitario: “Il Fattore Famiglia prevede una no tax area mobile e crescente a seconda della numerosità del nucleo, mantiene la progressività dell’imposta sull’area di reddito eccedente la no tax area e magari si potrebbe introdurre una aliquota aggiuntiva per i redditi molto alti…

Al Governo chiediamo di intervenire subito, quanto prima, ma di sicuro non possiamo pensare che prossima legislatura non prenda in considerazione un cambio di mentalità sul fisco partendo dal Fattore Famiglia. Ricordiamo che sono i figli che garantiranno le pensioni a chi oggi non vede di buon occhio questi interventi”.

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