Mons. Nosiglia: la scuola educante al bene comune

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A settembre in tutta Italia la scuola riprende per milioni di studenti tra nuovi propositi e vecchi problemi, ma, come ha scritto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nel messaggio agli studenti:

“La scuola è la frontiera più avanzata in cui si può edificare quel mondo nuovo basato sull’accoglienza, la mutua conoscenza, il rispetto e la collaborazione tra ragazzi e giovani provenienti da diversi Paesi, culture, tradizioni e religioni. Per questo va sostenuta in ogni modo e messa in grado di raggiungere quest’obiettivo, con l’apporto di tutte le componenti sociali, dalla famiglia alla comunità civile e religiosa del territorio”.

Nel messaggio l’arcivescovo si è rivolto agli insegnanti ed alle famiglie perché educhino i giovani a scelte per il bene civile: “L’educazione delle nuove generazioni e la loro promozione culturale e civile, infatti, è la via più importante per far fronte a questa situazione, che preoccupa e che esige un supplemento di responsabilità a partire proprio dalle nuove generazioni.

Su di loro occorre scommettere, per ostacolare una deriva fondamentalista che intende imporre il proprio credo religioso, politico e culturale a scapito delle conquiste dei diritti e doveri fondamentali di democrazia e di pluralismo fondati sul rispetto di ogni persona, delle sue idee e scelte di vita, della sua religione e del bene comune del proprio Paese”.

Rivolgendosi ai docenti mons. Nosiglia esorta ad affrontare il tema dell’interdisciplinarietà e dell’ampliamento del sapere: “Il mondo si fa sempre più piccolo e la mobilità della gente, delle culture e delle religioni invade ogni Paese e causa tensioni, discussioni, rifiuti e cambiamenti anche profondi.

La scuola deve affrontare il grande tema dell’intercultura come un’opportunità alternativa e costruttiva di personalità libere e responsabili. Tale formazione non è un ‘di più’, ma una necessità inderogabile, per una nuova identità collettiva e personale che la scuola promuove attraverso tre vie complementari”.

E le tre vie complementari riguardano il sapere, il dialogo e l’identità personale e sociale: “La società nuova non si costruisce rinunciando alla propria identità, oppure mettendo tutte le culture sullo stesso piano. Si tratta invece di maturare il senso dell’accoglienza e dell’incontro reciproco.

Altrimenti, guadagnano spazio culture ad alto rischio, come quelle del fondamentalismo e del populismo, che nei fatti negano ogni dialogo e pluralismo. Le differenze restano tali non come contrapposizioni, ma come invito all’incontro su valori condivisi e costituzionalmente riconosciuti, quale base portante della società”.

L’arcivescovo chiede alle Istituzioni civili ed alla società di sostenere una scuola come finestra aperta sul mondo: “Puntiamo dunque tutti insieme a sostenere la scuola valorizzandone le potenzialità umanistiche e culturali aperte alla ricerca spirituale e all’impegno etico. E soprattutto operiamo per rendere la scuola una comunità educante che promuove un’alleanza tra le sue varie componenti, ma anche con le realtà sociali del territorio in cui è inserita.

Perché la scuola ha bisogno di essere creativa e aperta al mondo, pur mantenendo quegli indispensabili criteri e metodi di lavoro fondati sulla serietà delle relazioni e il rigore della ricerca. In ogni caso, non si può andare a rimorchio e farsi trascinare e neppure si tratta di scegliere tra innovazione e tradizione. Solo anticipando i tempi, la scuola potrà mantenere la propria funzione di stimolo positivo e creativo del domani che si sta delineando e di cui è chiamata a farsi promotrice”.

Per l’arcivescovo la sfida è quella di far comprendere ai giovani la propria responsabilità: “Cari amici, una sfida che la scuola deve affrontare oggi è di far comprendere ai giovani che il mondo non inizia da loro, ma viene loro affidato un patrimonio che va interiorizzato, riconosciuto e rinnovato, se si vuole impostare non solo il presente ma anche il futuro.

Tutto ciò sarà realizzabile solo se essi saranno resi consapevoli di doversi assumere la propria responsabilità: soggetti dunque di autoeducazione e non solo fruitori di principî e valori trasmessi da altri”.

Il messaggio è stato anche occasione per ricordare l’appuntamento con la Settimana della scuola e dell’Università giunta alla settima edizione, che si svolgerà da domenica 15 a venerdì 20 ottobre prossimo con un fitto calendario di iniziative e incontri che interesseranno alunni, docenti e genitori della comunità scolastica e universitaria. Il tema di quest’anno è ‘Sapere – Fare – Bene’:

“Il rapporto tra la conoscenza e la cultura e il ‘fare’, che esige delle appropriate competenze, si coniuga con il ‘fare bene’ e dunque con quelle qualità professionali, ma anche umane, spirituali ed etiche che forgiano la coscienza e ne orientano l’agire per il bene comune di tutti”.

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