Asia Bibi: 3000 giorni in cella

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Sabato 9 settembre ha segnato il giorno 3000 che Asia Bibi ha trascorso in cella nel carcere femminile di Multan, dove è rinchiusa dal giugno 2013, dopo essere stata in quelli di Nankana Sahib e Sheikhupura dall’arresto avvenuto nel giugno 2009, con l’accusa di oltraggio all’islam avanzato da conoscenti musulmane dello stesso villaggio in cui la mamma cattolica di cinque figli viveva.

Il suo avvocato, il mussulmano Saif ul Malook, è impegnato da anni ad ottenere dalla Corte Suprema il verdetto finale che probabilmente garantirebbe alla sua assistita la libertà, è l’avvocato Saif ul Malook, che aveva fatto condannare Mumtaz Qadri, l’estremista islamico e assassino del governatore della provincia del Punjab Salman Taseer, il politico che aveva sostenuto pubblicamente l’innocenza di Asia Bibi incontrandola anche in carcere.

L’avvocato nei mesi scorsi ha visitato la sua assistita ed ha giudicato che le condizioni dell’assistita sia buona: “Asia ha negato con fermezza di avere sofferto di gravi patologie durante la carcerazione e mostra ancora fiducia e gioia all’idea di potere essere presto scarcerata. Comunque la situazione giudiziaria di Asia Bibi resta di difficile soluzione perché la condanna a morte e l’esecuzione di Mumtaz Qadri, guardia del corpo e killer di Bhatti, hanno creato per l’estremismo religioso un ‘martire’, secondo quando ha scritto per Avvenire Stefano Vecchia, ponendo Asia Bibi “nella condizione di ‘catalizzatore’ della volontà di vendetta da parte degli estremisti”.

Intanto in molti Paesi europei hanno avuto luogo molte mobilitazioni, culminate con un tweet del segretario del Pd Matteo Renzi: “Non dimentico Asia Bibi e non permetto che la violenza che ogni istante le viene perpetrata impedendole la libertà divenga una cosa normale nel dibattito pubblico mondiale. Lottare per la libertà religiosa è o dovrebbe essere un valore di tutti gli uomini di buona volontà, nessuno escluso. Noi, nel nostro piccolo, ci siamo”.

Inoltre, alcuni mesi fa, intervistato dalla Tv privata pakistana ‘Dunya News’, Javed Ahmed Ghamidi, noto studioso musulmano, costretto all’esilio, sulla legge di blasfemia aveva dichiarato: “La legge sulla blasfema è contro il Corano, contro gli hadith (i racconti sulla vita del profeta). Allah non ha mai rivelato questa legge. Questa legge è un tradimento e un insulto anche per l’islam…

Lo Stato ha paura degli ulema e della reazione emotiva delle masse. E’ tempo che i leader religiosi e i politici affrontino insieme questo problema. Bisognerebbe insegnare con chiarezza alla gente che la legge di blasfemia è contro gli insegnamenti del Profeta, e che non è il vero messaggio dell’islam”.

L’ultima testimonianza di Asia Bibi è una preghiera per la scorsa Pasqua: “Ti prego, Cristo Gesù di donarmi la libertà. Tu che sei risorto dalla morte, tu che sei il Risorto, lascia che anche la tua figlia Asia risorga con te. Spezza le mie catene, fa’ che il mio cuore possa librarsi al di là di queste sbarre e accompagna la mia anima perchè sia vicina ai miei cari e resti sempre stretta a te.

Non abbandonarmi nel giorno dell’angoscia, non privarmi della tua presenza. Tu che hai sofferto la tortura e la croce, allevia la mia sofferenza. Tienimi stretta a te, Signore Gesù. Nel giorno della tua risurrezione, Gesù, voglio pregarti per i miei nemici, per tutti coloro che mi hanno fatto del male. Ti prego per loro, ti prego di perdonarli per il male che hanno fatto.

Ti chiedo, Signore, di rimuovere ogni ostacolo perchè io possa ottenere il bene della libertà. Ti chiedo di proteggere me e i miei familiari. Invio un appello speciale al Santo Padre Francesco, perchè mi ricordi nelle sue preghiere”.

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