Mons. Nosiglia: Cristo è veramente risorto

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Nella cattedrale di Torino anche quest’anno molti adulti celebreranno nella Veglia pasquale i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana (Battesimo, Cresima, Eucaristia) e diventeranno cristiani per scelta e vivranno una ‘nuova vita’ con Cristo: sono 45 persone, di cui 18 italiani e 27 stranieri.

Durante gli incontri di preparazione l’arcivescovo ha ascoltato alcune testimonianze di conversioni sofferte e nello stesso tempo gioiose e piene di entusiasmo per la nuova via intrapresa in compagnia del Signore: “Come sarebbe bello che tutti i preti vedessero e comprendessero queste cose meravigliose!”.

E nella lettera pasquale ‘Cristo è risorto. Sì è veramente risorto e noi ne siamo testimoni’ mons. Nosiglia ha scritto: “Cristo risorto distrugge anche tutti i nostri muri, che costruiamo a volte nelle nostre stesse case, quando una famiglia si divide o vive pesanti condizioni di vita, dovute a fattori esterni, come la mancanza di lavoro o di casa, o interni, come incomprensioni, litigi e contrasti tra adulti o tra questi e i giovani”.

Quindi solo in Cristo è possibile costruire ponti: “Questa è la via della risurrezione, che ogni uomo può percorrere grazie alla fede in Cristo. E’ la via del non lasciarsi mai vincere dal male, ma di vincerlo con il bene, confidando in Dio, che accoglie il sacrificio di se stessi per donare vita e amore perfino a chi è causa dello stesso male.

Tutta la vicenda storica di Gesù di Nazareth, e sopratutto la sua passione e morte, lo rivelano, tanto che addirittura un centurione romano, pagano ma onesto e libero da condizionamenti di potere politico, dichiara di fronte alla morte del Signore in croce”. E la Resurrezione di Cristo è fonte di speranza, come canta la liturgia pasquale: ‘Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello.

Il Signore della vita era morto, ma ora vivo trionfa’: “Chi crede nella risurrezione del Signore, di fronte alla lotta tra la vita e la morte, si schiera sempre dalla parte della vita. Questa è diventata per i cristiani la frontiera più avanzata dell’evangelizzazione e della civiltà, dinanzi all’estendersi del potere della morte, che, ogni giorno, prende piede nelle coscienze delle persone e nella prassi della società”.

Dinanzi agli annunciatori della ‘morte di Dio’ il cristiano è chiamato a dare testimonianza della speranza cristica: “In quel giovane apostolo che Gesù amava e in Pietro, io individuo le nostre comunità, i nostri giovani, che corrono veloci per incontrare il Signore risorto e precedono gli adulti e anziani. Penso anche che sia importante entrare tutti insieme, uniti, nel sepolcro vuoto per vedere e credere.

Io, come Vescovo, e voi, genitori e nonni, voi cristiani adulti, che avete creduto per primi, confermate i ragazzi e i giovani, con la testimonianza della vostra vita, nella fede che Gesù è veramente risorto. Tutti lo possiamo fare con verità, perché abbiamo ricevuto la stessa testimonianza dagli Apostoli, da coloro che ci hanno fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo”.

Quindi l’impegno del cristiano è quello di “vedere e credere sulla base della testimonianza della Chiesa, per diventare testimone credibile della Pasqua del Signore. E’ questo l’impegno del diventare cristiani, che, ad ogni età della vita, si pone al credente. Mai possiamo dirci cristiani fino in fondo.

Abbiamo bisogno di vedere e credere con maggiore convinzione e sincerità, perché, anche per un credente, la comprensione della Scrittura e l’accoglienza della testimonianza degli Apostoli, che ci rivela la risurrezione del Signore, restano un punto di arrivo permanente verso cui tendere con la mente, il cuore e la vita”.

La fede in Cristo è una testimonianza nella vita quotidiana: “La fede, infatti, non è mai una realtà acquisita e scontata, ma sempre una conquista incessante, che apre vie misteriose da percorrere, a volte con grande luce, a volte nel buio fitto del dubbio e dell’incertezza. Ebbene, io vi assicuro che colui che, con sincerità cerca il Signore, lo trova, perché è il Signore stesso che si fa incontrare sulla strada della vita. La sua voce risuona potente nel cuore ed indica il cammino da percorrere per superare ogni tristezza ed ogni prova e gustare fino in fondo l’amore”.

In base a questa ‘vita nuova’ mons. Nosiglia invita i fedeli a intraprendere la strada di Pietro e Giovanni: “Correte veloci verso il sepolcro, dove hanno pensato di seppellire per sempre il Signore della vita, che, invece, trionfa e risorge! Sì, perché anche oggi ci sono tanti sepolcri, che vengono costruiti per seppellire al loro interno, per sempre, Gesù: sono la potenza del denaro, la frenesia del sesso, la via dell’inganno e della falsità, il fascino della scienza, la forza delle armi.

Potentati forti, che sembrano invincibili, ma che nulla possono contro il Dio della vita, dell’amore e della pace, perché egli rovescia ogni realtà terrena e compie cose nuove e sorprendenti”. E, sapendo che Cristo è risorto, i credenti non debbono aver timore di ‘affrontare’ il mondo:

“Gesù vive altrove ed incontra l’uomo là dove ci sono la vita e l’amore puro, bello, vero, affascinante e faticoso insieme; dove ci sono persone che lottano per la giustizia, rinunciano ai beni materiali per il bene sommo, che è Dio, sanno essere puri di cuore e misericordiosi, sanno perdonare e vincere il male con il bene, operano per la pace e cambiano così la loro vita e quella degli altri”.

Conclude la lettera con un augurio pasquale ortodosso: “A Pasqua, accogliamo l’augurio che i fedeli delle Chiese cristiane ortodosse si trasmettono l’un l’altro; esso è un vero programma di fede professata e annunciata a tutti: ‘Cristo è risorto. Sì, è veramente risorto e noi ne siamo testimoni’”.

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