Quaresima, mons. Lorefice: nessun bisognoso vada via senza un nostro concreto sostegno

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Per il tempo di Quaresima, che è cominciata con l’imposizione delle ceneri, l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, ha rilasciato un messaggio per un periodo liturgico delicato, fatto di penitenza e meditazione, a cui far seguire gesti concreti.

Afferma il Pastore del capoluogo siciliano: “Vi prego, come vostro fratello e pastore, di aprire i nostri cuori nella semplicità e nella piccolezza, sentendoci realmente poveri davanti a Dio e davanti agli uomini. Nessun bisognoso – continua Lorefice – vada via senza una nostra parola e senza un nostro concreto sostegno, perché ogni povero ci rivela la nostra costitutiva povertà”.

L’invito dell’arcivescovo metropolita di Palermo segue quello già rivolto da Papa Francesco, ad uscire ‘dalla mediocrità’. La ricetta è semplice, basta seguire i dettami del Vangelo. Di fatto, spiega Lorefice che: “Il tempo della conversione, di cui la Quaresima è segno, è un tempo di vicinanza a Dio, di vera amicizia con Lui, che ci permette di uscire fuori da ogni mediocrità.

Sì, è proprio così – esorta il Prelato. Quando ci si lascia incontrare da Dio nella sua Parola noi cogliamo appieno tutta l’altezza della nostra dignità umana e ci rendiamo conto di quanto arido sia il nostro cuore e insipiente la nostra mente: e così insensibilità e stoltezza prendono il sopravvento non solo nella nostra vita privata ma anche nella vita sociale.

Il peccato non si consuma solo nel segreto del cuore ma ha sempre delle conseguenze disumane in tutti gli ambiti della nostra vita e delle nostre relazioni sociali ed ecclesiali. La luce della sua Parola, all’interno della dinamica del dono della sua amicizia, diventa allora generatrice di nuova vita, di nuove relazioni. Veniamo liberati dal ripiegamento egoistico per essere impiegati creativamente nel cantiere della comunione fraterna, del bene, della giustizia, della solidarietà e della pace”.

Il messaggio si conclude con una speciale esortazione: “La Quaresima ci invita anche al digiuno come segno di rinnegamento dell’io voraginoso e all’elemosina che ci fa ripartire dal bisogno del volto sfigurato dell’altro, liberando la nostra vita dal grande male che è l’individualismo e l’indifferenza”.

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