San Gabriele e la misericordia nella tenda

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Durante le vacanze estive in Abruzzo, con mio figlio Pietro, ho varcato la Porta Santa del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, dove fino al 13 agosto si svolge la 36^ tendopoli, con il tema: ‘La misericordia si è fatta tenda’, come ha spiegato l’ideatore ed anima della Tendopoli, p. Francesco Cordeschi, per condurre i giovani a riflettere, in questo Giubileo straordinario della misericordia, sul perdono:

“Giovani, misericordia è amare la carne con il cuore di Dio, e amare Dio con cuore di carne. Per questo cammina, canta la vita. Con la tua carne, che urla il divenire, ama la carne di Dio che geme nella storia e diventerai germoglio di speranza. Ama con il cuore di Dio la ragazza che ti fa girare la testa o il ragazzo che non ti fa dormire la notte, la diffidente samaritana fossilizzata nel perbenismo, l’adultera condannata dal legalismo farisaico.

Con il cuore di Dio resta a fianco del ladrone di destra o di sinistra, sia che ti benedice o ti maledice. Fatti compagno del samaritano che si ferma perché vede, ma ama pure il sacerdote e il levita che per non vedere gira le spalle e tira dritto. Con il cuore di Dio ama Pietro che rinnega perché troppo sicuro del suo amore e non ti scandalizzare di Giuda che mercifica l’amore. Ha detto il papa: ‘non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro’.

E allora non ti vergognare di amare Dio con cuore di carne… non sei un angelo, sei impastato di terra, amalo Dio come sai e come puoi, con i tuoi limiti e con i tuoi pregi, amalo quando sei in piedi e quando sei caduto. Quando ti lodano e quando ti calunniano, quando sei in alto e quando sei in basso. Quando ti vedono e quando non ti vedono.

Amalo come un bimbo in braccio a sua madre, che accetta sorridendo le sue carezze, e si lascia con allegria cambiare il pannolino. Ti aspetto alla Tendopoli per farti sperimentare che Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia”.

La tendopoli sarà anticipata, domenica 7 agosto, dalla partenza da Rocca di Mezzo (Aq) della Fiaccola per ricordare ‘la prima visita ufficiale in Abruzzo di Giovanni Paolo II, che avvenne il 9 agosto di 30 anni fa, a Piani di Pezza per incontrare 13.000 scout in raduno lì’. Nelle raccomandazioni agli animatori p. Cordeschi ha parlato della ‘medicina’ della misericordia:

“In questo mondo malato occorre la medicina della misericordia. Già papa Giovanni XXIII, nel suo discorso di apertura del Concilio Vaticano II, ha detto: ‘Oggi la Chiesa preferisce usare la medicina della misericordia piuttosto che della severità’. Il futuro papa Giovanni Paolo II che visse il terrore della Seconda Guerra Mondiale, la dittatura nazista e comunista in Polonia, sperimentò cosa significa vivere in una situazione d’ingiustizia, di mancanza di diritto e di misericordia.

In tale situazione ha scoperto di nuovo l’importanza della misericordia biblica e ha promulgato la sua seconda enciclica del suo Pontificato sul tema della misericordia, ‘Dives in misericordia’. Come risposta ai terrori del secolo scorso, papa Benedetto ha approfondito questo messaggio nella sua enciclica ‘Dio è amore’. Adesso papa Francesco ha fatto della misericordia il tema centrale e fondamentale del suo pontificato con ‘Evangelii Gaudium’.

Anche in lui c’è un fondo di esperienza personale. L’attualità e la risonanza che ha questa parola in questo momento storico, ci stimola a scavare nella tradizione del pensiero umano per una risposta alla nostra situazione. Le radici della misericordia sono scritte nel cuore dell’uomo. Anche se la parola ‘misericordia’ è specifica della Bibbia. In quasi tutte le religioni dell’umanità si trova la cosiddetta regola d’oro:

‘Ciò che non vuoi che sia fatto a te, non farlo ad un altro’, o nella sua formulazione positiva: ‘Ciò che vuoi che sia fatto a te, fallo anche all’altro’. Questa regola d’oro è un’eredità di tutta l’umanità. Essa è una regola di empatia, che chiede di oltrepassare il proprio io, di mettersi nella situazione dell’altro e di agire come io desidererei che l’altro agisse in tale situazione con me”.

Quindi se Dio è misericordioso l’animatore della Tendopoli si è chiesto quale è il luogo dove è possibile trovare misericordia: “Il Concilio Vaticano II ha definito la Chiesa come un sacramento di Cristo, cioè segno e strumento di Cristo. Così la Chiesa è anche sacramento, ossia segno e strumento della misericordia di Cristo. Essa nella sua dimensione visibile, sociale e istituzionale deve rappresentare e rendere visibile il Cristo misericordioso.

In questa prospettiva si capisce qual è lo scandalo per cui la Chiesa spesso viene considerata, talvolta anche denunciata, non misericordiosa, ma piuttosto dura e severa… C’è una triplice missione della Chiesa riguardo alla misericordia. La Chiesa deve predicare la misericordia, deve celebrare la misericordia nella liturgia dei sacramenti, soprattutto nel sacramento della misericordia, nel sacramento della penitenza e nella liturgia eucaristica, e deve praticare la misericordia nella sua prassi pastorale.

La pastorale misericordiosa non va confusa con una pseudo-misericordia, cioè con una prassi pastorale di compiacimento e di un cristianesimo light e a buon mercato. Nella misericordia la Chiesa si presenta come Madre misericordiosa, la cui casa è sempre aperta ai suoi figli, una Chiesa dalle porte aperte e non dai ponti levatoi chiusi. Una chiesa che cammina a fianco all’uomo pellegrino nella storia”.

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