Le consonanze della pittura

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Ancora un dialogo fra istituzioni pubbliche e private con al centro la conservazione e la diffusione del patrimonio d’arte italiano. La Mostra “Affinità elettive. Da de Chirico a Burri” si visita alla Galleria d’Arte Moderna in via Francesco Crispi fino al 13 marzo 2016. Vi sono esposte opere della collezione della Galleria d’Arte Moderna di Roma e opere di proprietà della Fondazione Magnani Rocca di Parma per costruire in “consonanza” un interessante percorso attraverso il Novecento pittorico. L’esposizione è stata promossa insieme dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione Magnani Rocca.

La qualità degli autori nonché il periodo – dagli anni Venti agli anni Sessanta del Novecento italiano – consente un esame unitario degli sviluppi della pittura del secolo scorso, superando la suddivisione fra pittura precedente la Seconda guerra mondiale  – considerata come uno sviluppo dell’800 e delle avanguardie storiche – e la pittura novecentesca – dagli anni ’50 in poi – vista come un fenomeno artistico di difficile classificazione e come un ambito riservato a galleristi privati a collezionisti e a critici militanti. Ciò a cui si assiste è piuttosto una storicizzazione del cimento della pittura con le altre arti durante il “secolo breve” e il suo confronto con le forme della industrializzazione e della meccanizzazione dell’esperienza. Una lotta che vedrà il dignitoso tramonto del disegno e della pittura sopraggiungere nel corso degli anni’70 del ‘900 e – in forme completamente diverse – l’avanzare delle neo-avanguardie e delle eterogenee arti visive e concettuali.

Questo emerge da un percorso integrato tra gli apporti della Galleria di Arte Moderna – dovuti alle acquisizioni condotte nella prima metà del Novecento in occasione delle più importanti manifestazioni nazionali  (a partire dalle Quadriennali) – e i dipinti della collezione Magnani. Punto di partenza il  capolavoro di Giorgio de Chirico “L’enigma della partenza” che apre l’esposizione.

Si vedono quindi opere della collezione capitolina – come quella di Felice Casorati  – e opere di Giorgio Morandi e di Filippo De Pisis, artisti dei quali Luigi Magnani – in mostra con circa quaranta opere tratte dalla sua prestigiosa collezione – fu grande estimatore e conoscitore.  Vi sono poi – tra le cento le opere della Galleria di Arte Moderna – dipinti e sculture che vanno da Marino Marini a Giacomo Manzù, da Ettore Colla, a Leoncillo, da Mafai a Scialoja, da Gino Severini ad Alberto Savinio.

Luigi Magnani (1906-1984) fu raffinato collezionista e critico d’arte, fondatore del museo “Villa dei capolavori” a Mamiano di Parma, cui è dedicata una interessante sezione documentaria in cui appare insieme ai suoi quadri, ai suoi libri e ai suoi illustri corrispondenti (quali Giorgio Morandi, Cesare Brandi e Mario Praz). L’esposizione è arricchita da opere provenienti dal Macro-Roma e dalla Casa Museo Alberto Moravia, nonché da una sezione di opere grafiche dedicata alle acqueforti di Giorgio Morandi ed è accompagnata, nelle sale della Galleria, da suggestivi sfondi musicali del primo ‘900.

Nella foto: Renato Guttuso, “Natura morta con pianoforte”, 1947.

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