Il Papa invita a seguire i martiri

Condividi su...

Molto intensa la giornata odierna di papa Francesco, iniziata con la celebrazione eucaristica in ricordo dei martiri ugandesi nel 50° anniversario della canonizzazione di san Charles Lwanga e compagni nel santuario nel Santuario cattolico di Namugongo. Il Papa è stato accolto dall’arcivescovo della Chiesa ugandese e dal Vescovo anglicano del luogo, visitando il museo e il luogo in cui i martiri furono condannati, torturati ed uccisi.

Al termine della visita il Papa e i vescovi hanno pregato insieme il Padre nostro e dato insieme la benedizione ad un piccolo gruppo di fedeli di fronte al santuario. Poi papa Francesco si è recato in papamobile, tra entusiaste ali di folla, al santuario cattolico dove è stato accolto dal Rettore, e si raccolto in preghiera davanti all’altare, che conserva le reliquie di S. Carlo Lwanga.

Qui ha celebrato la messa e partendo dalla lettura del testo degli Atti degli Apostoli: ‘Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra’, ha affermato che la presenza dei martiri manifesta la presenza dello Spirito Santo:

“Oggi, ricordiamo con gratitudine il sacrificio dei Martiri ugandesi, la cui testimonianza d’amore per Cristo e la sua Chiesa ha giustamente raggiunto ‘gli estremi confini della terra’. Ricordiamo anche i martiri anglicani, la cui morte per Cristo dà testimonianza all’ecumenismo del sangue”.

Ha sottolineato che sono diventati testimoni cristiani perché hanno coltivato nella loro vita il dono il dono dello Spirito Santo nella testimonianza di Gesù fino a dare la vita: “Anche noi abbiamo ricevuto il dono dello Spirito, per diventare figli e figlie di Dio, ma anche per dare testimonianza a Gesù e farlo conoscere e amare in ogni luogo.

Abbiamo ricevuto lo Spirito quando siamo rinati nel Battesimo, e quando siamo stati rafforzati con i suoi doni nella Confermazione. Ogni giorno siamo chiamati ad approfondire la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, a ‘ravvivare’ il dono del suo amore divino in modo da essere a nostra volta fonte di saggezza e di forza per gli altri”.

Ricordando il martirio dei santi ugandesi ha affermato che il dono della fede unisce e ci edifica nella speranza e nell’amore: “Penso ai santi Joseph Mkasa e Charles Lwanga, che, dopo essere stati istruiti nella fede dagli altri, hanno voluto trasmettere il dono che avevano ricevuto. Essi lo fecero in tempi pericolosi”. Ed ha esortato i fedeli a seguire la strada dei martiri attraverso la testimonianza nella proclamazione della ‘potenza della Croce’:

“Se, come i martiri, noi quotidianamente ravviviamo il dono dello Spirito che abita nei nostri cuori, allora certamente diventeremo quei discepoli missionari che Cristo ci chiama ad essere. Per le nostre famiglie e i nostri amici certamente, ma anche per coloro che non conosciamo, specialmente per quelli che potrebbero essere poco benevoli e persino ostili nei nostri confronti.

Questa apertura verso gli altri incomincia nella famiglia, nelle nostre case, dove si impara la carità e il perdono, e dove nell’amore dei nostri genitori si impara a conoscere la misericordia e l’amore di Dio. Tale apertura si esprime anche nella cura verso gli anziani e i poveri, le vedove e gli orfani”.

Tra la gioia di più di 100.000 fedeli ha concluso l’omelia, affermando che i martiri hanno vissuto intensamente nella storia rinunciando i piaceri mondani nel vivere la fedeltà a Dio: “Piuttosto, la fedeltà a Dio, l’onestà e l’integrità della vita e la genuina preoccupazione per il bene degli altri ci portano quella pace che il mondo non può offrire.

Ciò non diminuisce la nostra cura per questo mondo, come se guardassimo soltanto alla vita futura. Al contrario, offre uno scopo alla vita in questo mondo e ci aiuta a raggiungere i bisognosi, a cooperare con gli altri per il bene comune e a costruire una società più giusta, che promuova la dignità umana, senza escludere nessuno, che difenda la vita, dono di Dio, e protegga le meraviglie della natura, il creato, la nostra casa comune”.

Questa è l’eredità consegnata da questi martiri al popolo ugandese: “Non ci si appropria di questa eredità con un ricordo di circostanza o conservandola in un museo come fosse un gioiello prezioso. La onoriamo veramente, e onoriamo tutti i Santi, quando piuttosto portiamo la loro testimonianza a Cristo nelle nostre case e ai nostri vicini, sui posti di lavoro e nella società civile, sia che rimaniamo nelle nostre case, sia che ci rechiamo fino al più remoto angolo del mondo”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50