Nazioni Unite e Groud Zero, il Papa con il mondo per dire si alla vita

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L’Assemblea Generale dell’ONU ha tributato una vera ovazione a Papa Francesco. Bergoglio è il quarto Papa a parlare all’ONU dopo Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.La difesa della terra come bene comune il cardine di tutto l’intervento del Pontefice.

“Il compito delle Nazioni Unite – ha ricordato il Papa – può essere visto come lo sviluppo e la promozione della sovranità del diritto, sapendo che la giustizia è requisito indispensabile per Rilanciando l’Enciclica Laudato Si il Papa ha ribadito che “un vero diritto dell’ambiente: perché come esseri umani facciamo parte dell’ambiente. Qualsiasi danno all’ambiente è un danno all’umanità.”

Occorrono soluzioni urgenti, ha esortato Papa Bergoglio. Servono “passi concreti e misure immediate, per preservare e migliorare l’ambiente naturale e vincere quanto prima il fenomeno dell’esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato. Dobbiamo aver cura che le nostre istituzioni siano realmente efficaci nella lotta contro tutti questi flagelli”.

La famiglia è “la cellula primaria di qualsiasi sviluppo sociale. Questo minimo assoluto, a livello materiale ha tre nomi: casa, lavoro e terra; e un nome a livello spirituale: libertà dello spirito, che comprende la libertà religiosa, il diritto all’educazione e gli altri diritti civili”.essere testimoni della distruzione dei loro luoghi di culto, del loro patrimonio culturale e religioso, delle loro case ed averi e sono stati posti nell’alternativa di fuggire o di pagare l’adesione al bene e alla pace con la loro stessa vita o con la schiavitù”. Davanti a questi orrore serve “un esame di coscienza di coloro che hanno la responsabilità della conduzione degli affari internazionali”. Le vittime sono persone e non “materiale di scarto”.

Poco dopo il Papa si è recato a Ground Zero. Una preghiera interreligiosa, uno spazio di meditazione sul dolore nella più grande ferita del mondo. Papa Francesco riunisce intorno a se i rappresentanti di tante religioni per dire: mai più. A Ground Zero, luogo di dolore e di speranza ora c’è un parco, un memorial e un museo, un centro culturale.

“Qui il dolore è palpabile, dice il Papa, l’acqua che vediamo scorrere verso questo centro vuoto, ci ricorda tutte quelle vite che stavano sotto il potere di quelli che credono che la distruzione sia l’unico modo di risolvere i conflitti. E’ il grido silenzioso di quanti hanno sofferto nella loro carne la logica della violenza, dell’odio, della vendetta. Una logica che può produrre solo dolore, sofferenza, distruzione, lacrime.”

Lacrime che si sono trasformate in solidarietà e speranza: “Qui in mezzo al dolore lacerante, possiamo toccare con mano la capacità di bontà eroica di cui è anche capace l’essere umano, la forza nascosta a cui sempre dobbiamo fare appello. Nel momento di maggior dolore, sofferenza, voi siete stati testimoni dei più grandi atti di dedizione e di aiuto. Mani tese, vite offerte. In una metropoli che può sembrare impersonale, anonima, di grandi solitudini, siete stati capaci di mostrare la potente solidarietà dell’aiuto reciproco, dell’amore e del sacrificio personale.”

Il Papa entra nel cuore di New York, una città che ha imparato a vivere diversamente dopoquall’evento di violenza insensata. “Mi riempie di speranza- dice il Papa- in questo luogo di dolore e di ricordo, l’opportunità di associarmi ai leader che rappresentano le molte religioni che arricchiscono la vita di questa città. Spero che la nostra presenza qui sia un segno potente delle nostre volontà di condividere e riaffermare il desiderio di essere forze diriconciliazione, forze di pace e giustizia in questa comunità e in ogni parte del mondo. Nelle differenze, nelle discrepanze è possibile vivere in un mondo di pace. Davanti ad ogni tentativo di rendere uniformi è possibile e necessario riunirci dalle diverse lingue, culture, religioni e dare voce a tutto ciò che vuole impedirlo. Insieme oggi siamo invitati a dire: “no” ad ogni tentativo uniformante e “sì” ad una differenza accettata e riconciliata.”

E la preghiera del Papa è un invito all’impegno: “Chiediamo al cielo il dono di impegnarci per la causa della pace. Pace nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nelle nostre scuole, nelle nostre comunità. Pace in quei luoghi dove la guerra sembra non avere fine. Pace sui quei volti che non hanno conosciuto altro che dolore. Pace in questo vasto mondo che Dio ci ha dato come casa di tutti e per tutti. Soltanto, pace.

Così la vita dei nostri cari non sarà una vita che finirà nell’oblio, ma sarà presente ogni volta che lottiamo per essere profeti di ricostruzione, profeti di riconciliazione, profeti di pace.”

L’incontro è stato scandito dalle preghiere nelle diverse lingue e nelle diverse espressioni religiose, ebrei, islamici, buddisti, cristiani di tutte le confessioni hanno chiesto insieme al Papa che dalla morte nasca la vita. Il Papa ha recitato la preghiera del ricordo, una preghiera per dire grazie, per dire il dolore ma soprattutto la speranza, sono le stesse parole che aveva pronunciato Benedetto XVI, le aveva scritte personalmente.

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