Islam tra arte e religione

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La mostra ARTE DELLA CIVILTÀ ISLAMICA. LA COLLEZIONE AL-SABAH, KUWAIT si visita alle Scuderie del Quirinale in Roma fino al 30 settembre 2015. Si vedono 300 pezzi provenienti dalla grande collezione che da quaranta anni Sheikh Nasser Sabah al-Ahmad al-Sabah – Primo ministro dell’Emirato del Quwait e antiquario – e Sheikha Hussah Sabah al-Salim al-Sabah – collezionista e appassionata conservatrice – raccolgono per valorizzare e far conoscere opere d’arte islamiche e del Medio Oriente pre-islamnale. La loro collezione, stimabile in circa 35.000 oggetti, è una delle più importanti al mondo nel suo settore.

La Collezione al-Sabah venne offerta in prestito permanente al Museo Nazionale del Kuwait In occasione della Festa Nazionale del 23 febbraio 1983 e vi rimase fino alla invasione da parte dell’esercito dell’Iraq di Saddam Hussein nell’agosto 1990. Molte opere furono, allora, trafugate. Si salvarono un centinaio di oggetti che – con la mostra “Arte Islamica e Mecenatismo” – si sono visti in Italia, a Firenze, nel 1994. Oggi quasi tutte le opere sono state recuperate a Baghdad e hanno fatto ritorno in Kuwait e si sono potuti realizzare un progetto espositivo e un allestimento più completi. Il Dar al-Athar al-Islamiyyah – “Casa delle Espressioni Culturali dell’Islam”, diretto con competenza da Sheikha Hussah e da cui provengono le opere in mostra – non è un semplice museo, ma un attivo centro culturale del Kuwait che si propone di educare al bello e alla storia dell’arte anche in anni di tensioni, scontri e aspri conflitti armati tra differenti forze politiche e religiose del cosiddetto “mondo islamico”.

I differenti mondi islamici – dal Vicino Oriente, all’India e all’Afghanistan – hanno prodotto culture e civiltà più che millenarie e trovano ampia documentazione nella ricca e variegata Collezione al-Sabah. Il visitatore vedrà che la mostra alle Scuderie assume necessariamente un taglio archeologico ed etnologico, con opere che provengono da oltre mille anni di storia (dal VIII fino al sec. XVIII e oltre) e da territori che dalla Spagna giungono fino alla Cina. Nell’arte islamica non è in evidenza la figura dell’artista o dell’autore – come nel mondo Occidentale – e non è possibile la storicizzazione per scuole e tendenze. Oltre che per cronologia, si può procedere per temi o per generi. Molto diversificati sono i supporti: le opere sono realizzate in pietra, stucco, tappeto e stoffa, vetri, metalli, avori, cristalli di rocca, legni, ceramiche, gioielli, miniature su carta. Il percorso si articola in due sezioni, ampiamente corredate da tabelle, mappe e didascalie che consentono al visitatore di valicare la soglia di un universo culturale e artistico totalmente differente da quello Occidentale.

La prima sezione è storica e geografica ed è introdotta da una piccola esposizione numismatica e aurea atta a inquadrare cronologicamente le principali fasi dello sviluppo delle civiltà musulmane. Si prendono le mosse dalle influenze sul mondo arabo e persiano – area propriamente islamica – delle grandi civiltà rivali: quella greca tardo antica e bizantina e quella mesopotamica di Babilonia e Siria, senza trascurare gli influssi indiani e dell’Oriente estremo. Si giunge quindi a tematizzare lo sviluppo di un linguaggio artistico autonomo e peculiare del mondo dell’Islam in architettura, decorazione, miniatura e calligrafia per come si esprimerà a partire dai tre grandi imperi del sec. XVI: l’impero mediterraneo dei Turchi Ottomani, quello iranico dei Safavidi di confessione sciita e quello della corte indiana dei Moghul. Circoscritto il concetto di “linguaggio artistico islamico”, nella seconda sezione si adotta un ordinamento tematico e si esemplificano i temi e i modi delle sue diverse espressioni: il rigore formale delle calligrafie di matrice coranica, la scrittura scientifica e matematico/geometrica, il motivo floreale ripetuto (detto: arabesco) e la rappresentazione – astratta o realistica – della figura animale o umana.

La mostra si chiude con lo scintillante tesoro delle opere di oreficeria vanto della Collezione al-Sabah: gioielli, monili, pugnali, diademi con oro e pietre favolose. L’elemento decorativo, geometrizzante, è preponderante nell’arte islamica. Deriva sia dalla preziosa artigianalità delle opere – che sono per lo più abbellimenti di oggetti d’uso come tappeti, anfore, gioielli, maioliche, colonne – che dalla peculiare subordinazione delle arti ai principi della religione dell’Islam e all’ordinamento sociale che essa implica. Più che di fronte all’arte in quanto “autonoma forma dello spirito” – come la definiva l’estetica di G. W. F. Hegel, riferendosi alla libertà di pensiero di letterati, musici e pittori occidentali – ci si trova di fronte ad un’arte che è attento perfezionamento tecnico e ricoprimento del mondo umano e dei suoi oggetti sotto una fitta e avvolgente simbologia di origine religiosa e politica. L’arte islamica propone quindi un universo visuale “senza soggetto” apparente – né umano, né divino – ma caratterizzato dal reticolo complesso di forme di cui è intessuta la trama del mondo. Nella foto: il logo della mostra “Arte della civiltà islamica”.

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