I saluti a Benedetto XVI, il discorso al Convegno Internazionale di Cristiani ed Ebrei, il programma di USA e Cuba: la giornata di Papa Francesco

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I due Papi vestiti di bianco insieme, seduti uno accanto all’altro nel salotto del Monastero Mater Ecclesiae, dove Benedetto XVI risiede: è questa l’immagine che dà l’inizio al periodo estivo vaticano. Benedetto XVI, su insistenza di Papa Francesco, va a trascorrere un periodo di vacanza a Castel Gandolfo, nella residenza papale che ha tanto amato. Francesco si prepara per il viaggio in America Latina, ma annulla tutte le udienze generali e le messe del mattino nella cappella di Santa Marta: se ne riparlerà a settembre.

Papa Francesco arriva da Benedetto XVI intorno alle 10 del mattino, e il Papa emerito lo aspetta sulla porta del monastero. Fa capire che si sente incerto ad andargli incontro scendendo le scalette e la discesa, e lo saluta inizialmente dandogli del tu: “Come stai?” Poi, le immagini diffuse dal Centro Televisivo vaticano staccano in salotto, dove i due sono seduti vicini e Papa Francesco si guarda intorno curioso: sono molti i libri nella casa del professor Ratzinger. Che non sarebbe mai andato nella residenza pontificia, un luogo che non gli spetta più, in quanto non più pontefice in carica. Papa Francesco ha molto insistito, e alla fine la sua presenza lì, per salutarlo, è anche un segno che Benedetto XVI parte per non volontà di Francesco, e non certo per non tener fede alla promessa di rimanere nel recinto di Pietro.

In questi 15 giorni – Benedetto XVI resterà lì fino al 14 luglio – il Papa emerito potrà ritemprarsi, e riceverà anche due lauree honoris causa da parte Pontificia Università Giovanni Paolo II (Uniwersytet Papieski Jana Pawła II w Krakowie, fondata nel 1981) e dall’Accademia di Musica (Akademii Muzycznej w Krakowie), atenei entrambi di Cracovia, in Polonia. La cerimonia dovrebbe avvenire il 3 luglio, anche se sembra spostata al 4 luglio. E ancora non si è compreso se sarà una cerimonia pubblica, come si pensava all’inizio, o se avverrà nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, senza ospiti.

Dal canto suo, Papa Francesco si prepara al viaggio in Ecuador, Bolivia e Paraguay. Partirà il prossimo 5 luglio e rimarrà fino al 13 luglio, per un viaggio che è anche un viaggio della memoria per lui, con visite in luoghi dei padri Gesuiti che lo hanno visto ospite, in luoghi dove i Gesuiti sono stati martiri e anche in visite nei posti dove i Gesuiti hanno portato la civiltà e lo sviluppo umano integrale, quelle reducciones che sono state anche oggetto di un noto film, “Mission.” E la colonna sonora di quel film, così come le musiche che furono composte nelle reducciones, saranno eseguite davanti a Papa Francesco.

Si attendono folle oceaniche, persino nell’aeroporto “El Alto,” il più alto del mondo perché posto a 4 mila metri di quota, dove Papa Francesco si fermerà per poco, il tempo di un giro di macchina e di un saluto alle persone. Ma il viaggio in Sudamerica si collega idealmente con quello in Nordamerica, previsto dal 19 al 28 settembre, il cui programma è uscito proprio oggi.

Prima, Papa Francesco andrà a Cuba, a dare conforto ai cristiani di là e allo stesso tempo a dare impeto allo scongelamento dei rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Usa, cui la Santa Sede ha contribuito con 85 anni di relazioni diplomatiche ininterrotte con la isla. Quando sarà in Bolivia, Papa Francesco incontrerà i Movimenti Popolari, che si riuniscono per la seconda volta dopo il primo incontro che c’è stato in Vaticano. Grandi cerimonieri di questo evento, il Cardinal Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e l’arcivescovo Marcelo Sanchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze. Entrambi saranno là e consegneranno al Papa il testo finale dell’incontro, che si spera il Papa faccia suo nel discorso che terrà alle Nazioni Unite il 25 settembre.

Alle Nazioni Unite il Papa verrà dopo giorni intensi passati a Cuba, dove toccherà la capitale Habana, ma anche le città Holguin e Santiago, che tra l’altro il Papa sarà chiamato a benedire. Tre posti in tre giorni, compresa la visita alla Virgen del Cobre, e un atteso incontro con Raul Castro (e magari anche uno con Fidel) prima di spostarsi negli Stati Uniti, dove canonizzerà Junipero Serra e poi si rivolgerà al Congresso degli Stati Uniti in seduta comune, il primo Papa a farlo nella storia.

La data per il discorso alle Nazioni Unite è il 25 settembre, ma questo è solo il primo appuntamento di una giornata intensa che lo vedrà poi andare a un incontro interreligioso a Ground Zero e poi nella mensa dei poveri dell’arcidiocesi di New York. Poveri, immigrati, detenuti (nel penitenziario di Philadelphia) caratterizzeranno il calendario di incontri del Papa, che negli Stati Uniti sarà tra Washington, New York e Philadelphia, dove concluderà la Giornata Mondiale delle Famiglie.

Papa Francesco arriverà a Cuba e negli Stati Uniti dopo poche settimane di ripresa delle attività ufficiali. Tra gli ultimi incontri (oltre quello con Comunione e Liberazione il prossimo venerdì) c’è stato quello di oggi con i partecipanti Convegno internazionale promosso dall’International Council of Christians and Jews. A loro, il Papa ha detto che Roma è “la città in cui sono sepolti gli apostoli Pietro e Paolo. Entrambi sono, per tutti i cristiani, punti di riferimento essenziali: sono come colonne della Chiesa. A Roma si trova la comunità ebraica più antica dell’Europa occidentale, le cui origini risalgono all’epoca dei Maccabei. Cristiani ed ebrei vivono dunque a Roma, insieme, da quasi duemila anni, sebbene le loro relazioni nel corso della storia non siano state prive di tensioni”.

Ma a partire dal Concilio Vaticano II – ha sottolineato Francesco – si è sviluppato un “vero dialogo fraterno” che ha il suo culmine nella Dichiarazione Nostra aetate, un testo che “rappresenta infatti il sì definitivo alle radici ebraiche del cristianesimo ed il no irrevocabile all’antisemitismo”. Dalla pubblicazione della dichiarazione il dialogo non è venuto meno, “la nostra umana frammentarietà, la nostra diffidenza e il nostro orgoglio sono stati superati grazie allo Spirito di Dio onnipotente, così che tra noi sono andate crescendo sempre più la fiducia e la fratellanza. Non siamo più estranei, ma amici e fratelli. Dio Creatore, nella sua infinita bontà e sapienza, benedice sempre il nostro impegno di dialogo”.

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