CVX: andare oltre i muri

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Nello scorso mese i partecipanti al convegno ‘Oltre i muri’, organizzato dalle Comunità di Vita Cristiana e dalla Lega Missionaria Studenti sono stati ricevuti da papa Francesco, che ha risposto apertamente alle domande, tra cui quella di Gianni sull’impegno dei cattolici in politica, che è stata per giorni al centro delle riflessioni giornalistiche.

Infatti il papa aveva risposto così: “Fare politica è importante: la piccola politica e la grande politica. Ma, nella Chiesa ci sono tanti cattolici che hanno fatto una politica non sporca, buona; anche, che hanno aiutato alla pace nei Paesi. Ma pensate ai cattolici qui, in Italia, del dopoguerra, alcuni: pensate a De Gasperi; pensate alla Francia: Schumann, che ha la causa di beatificazione… Si può diventare santo facendo politica. E non voglio nominare più: valgono due esempi, di quelli che vogliono andare avanti nel bene comune.

Fare politica è martiriale: davvero un lavoro martiriale, perché bisogna andare tutto il giorno con quell’ideale, tutti i giorni, con quell’ideale di costruire il bene comune. E anche portare la croce di tanti fallimenti, e anche portare la croce di tanti peccati. Perché, nel mondo è difficile fare il bene in mezzo alla società senza sporcarsi un poco le mani o il cuore: ma per questo vai a chiedere perdono, chiedi perdono e continua a farlo. Ma che questo non ti scoraggi”.

Infatti molti cattolici si sono sentiti stimolati dalla ‘provocazione’ papale e per comprendere bene l’invito del papa ai cattolici a fare bene la politica, abbiamo sentito il vicepresidente della CVX-LMS Italia, prof. Carlo Cellamare, docente di urbanistica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università ‘La Sapienza’: “Il Convegno nazionale della CVX (Comunità di Vita Cristiana) – LMS (Lega Missionaria Studenti) italiana è stato introdotto da un incontro molto ricco, stimolante e profetico con il papa Francesco.

Molti sono stati i temi toccati ed uno di questi ha riguardato proprio la politica. Papa Francesco ha ricordato con forza le parole di papa Paolo VI, che considerava la politica come una delle forme più alte della carità, perché cerca il bene comune.

Papa Francesco ha quindi invitato con forza ad impegnarsi in politica, ma non costituendo un partito di soli cattolici, bensì impegnandosi nella vita politica e nella vita civile e sociale, anche con un impegno quotidiano, cercando e lavorando per il bene comune, lottando ‘per una società più giusta e solidale’. Un impegno quotidiano che riguardi sia la ‘piccola’ (quella che portiamo avanti nella nostra vita quotidiana, nel lavoro, nella vita civile e sociale) che la ‘grande’ politica (con un impegno pubblico di più grande respiro; e in questo caso ha fatto l’esempio di grandi figure della politica italiana e francese).

Papa Francesco ha detto che ‘fare politica è un po’ martiriale’, ‘è una sorta di martirio’, perché significa seguire l’ideale del bene comune, pur combattendo ogni giorno contro la corruzione, contro la frustrazione e gli insuccessi, in un mondo molto difficile e pieno di peccato. Ma non bisogna rinunciare e disperare: se si pecca, si chiede perdono e si riprende la strada con impegno.

Fare bene politica, in questo mondo globalizzato, significa scegliere per la promozione dell’uomo e della donna e non mettere al centro il dio denaro, come è spesso diffuso. Significa che ‘non si può guardare dal balcone’, ma che bisogna sporcarsi le mani, ‘immischiarsi’ e combattere contro la prospettiva di distruzione che ci dà questo mondo”.

Il titolo del convegno era ‘Oltre i muri’: in quale modo?
“Il titolo ‘Oltre i muri’ del convegno voleva indicare un passo successivo, dopo il convegno dell’anno scorso e gli indirizzi della Comunità mondiale CVX-CLC (Christian Life Communities; di cui la CVX-LMS Italia è parte integrante) che ci hanno richiamato ad essere ‘alle frontiere’. ‘Essere alle frontiere’, in questo mondo difficile e globalizzato, significa riconoscere la presenza di ‘muri’, interiori, sociali, tra generazioni, culturali, psicologici, spirituali, politici, ecc., che creano divisione e operano contro la giustizia e la pace.

Su questi muri bisogna lavorare per andare appunto oltre. Il percorso del convegno si è sviluppato secondo alcuni passaggi: ‘vedere il muro’ (riconoscerne la presenza, capire di cosa è fatto e cosa significa), ‘soffrire il muro’ (essere presenti e sperimentarne il peso, le difficoltà, le divisioni, sforzandosi di capire le ragioni, ma anche i sentimenti delle parti divise), ‘abbattere il muro’ (smontare le ragioni delle divisioni, affrontare i problemi che sono alla radice), ‘attraversare il muro’ (costruire ponti, relazioni tra le persone e i popoli)”.

Quali linee ha consegnato il papa all’Associazione?
“Il papa ha indicato tre priorità per le CVX-LMS italiane. In primo luogo, l’impegno per diffondere la cultura della giustizia e della pace, richiamando un esplicito impegno nella politica come presenza nel mondo per essere ‘sale e luce’. Si tratta di un impegno di servizio per cui dedicarsi al bene comune, contro la cultura dell’illegalità, della corruzione e dello scontro.

La seconda priorità è relativa alla pastorale familiare, con un’attenzione alla famiglia, cellula vitale della società, all’accompagnamento al matrimonio dei fidanzati e all’accoglienza dei cosiddetti ‘lontani’. La terza linea è la missionarietà: ‘Vi incoraggio a mantenere questa capacità di uscire e di andare verso le frontiere dell’umanità più bisognosa’”.

Quale è oggi il compito dell’associazione?
“La CVX-LMS è chiamata ad essere oggi pienamente ‘in uscita’, proiettata nel mondo attuale, con tutte le sue contraddizioni e le sue povertà, sporcandosi le mani e impegnandosi quotidianamente. Lo stile proprio della spiritualità ignaziana è di essere ‘contemplativi nell’azione’, che significa oggi essere presenti alle frontiere, nei luoghi difficile e problematici, prossimi alle povertà del mondo, operando per il bene comune e per un mondo di giustizia, con uno sguardo profetico e sempre in un contatto ‘personale’ con il Signore che ci invia”.

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