Il Papa, la famiglia e i bambini

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Ancora una volta il Papa alza la sua voce contro gli “attacchi ideologici e dei media, oggi diffusi dappertutto, che offrono modelli di unione e famiglie incompatibili con la fede cristiana”. Lo ha fatto ricevendo i vescovi del Togo in visita ad limina. Francesco parla dei modelli culturali contrari al matrimonio, richiamando alla “vigilanza”, soprattutto “in termini di comunicazione”.

Soprattutto il Papa parla gli “aspetti positivi” che “sono sperimentati in Africa”, che meritano di essere “ascoltati”, a partire dal prossimo Sinodo dei Vescovi di ottobre. Il Papa spiega che “il sacramento del matrimonio è una realtà pastorale, che è ben accolta in casa vostra, anche se sussistono ancora ostacoli di ordine culturale e legale, che impediscono ad alcuni sposi di coronare il loro desiderio di fondare la loro vira di coppia sulla fede in Cristo”.

Nei rapporti con la società togolese la Chiesa cattolica ha dato ampi contributi, anche attraverso la “Commissione nazionale Verità Giustizia e Riconciliazione”. Ma, ha avvertito il Papa, è necessario che i Vescovi non entrino “direttamente nel dibattito o nelle querelle politiche”, incoraggiando ed accompagnando invece i laici – “è il loro ruolo” – a “investire” nel servizio al bene comune della nazione.

Di pace e giustizia il Papa ha parlato anche ai settemila bambini ricevuti in aula Paolo VI riuniti dalla Fabbrica della Pace, una iniziativa della FAO. “Dove non c’è la giustizia non c’è la pace”. Papa Francesco lo ha fatto ripetere per ben 3 volte stamane ai piccoli che avevano posto ben 14 domande al Papa. Papa Bergoglio ha spiegato che “la pace è prima di tutto che non ci siano le guerre, ma anche che ci sia la gioia, che ci sia l’amicizia tra tutti, che ogni giorno si dia un passo avanti per la giustizia, che non ci siano bambini affamati, che non ci siano bambini malati che non abbiano la possibilità di essere curati. Tra le risposte anche un incoraggiamento: “C’è tanto bisogno di fabbriche della pace, perchè purtroppo le fabbriche di guerra non mancano!”

Il Papa ha parlato di riconciliazione e perdono.  Visibilimente emozionato Papa Bergoglio ha risposto anche alla domanda di un bambino diversamente abile. “A me non piace dire che un bambino è disabile, no! Ha una abilità differente, non è disabile, tutti abbiamo abilità. C’è una ragione per la quale un bambino, senza fare niente di cattivo, possa venire al mondo con i problemi che ha avuto? Questa domanda è una delle più’ difficili a rispondere: non c’è risposta. Non ci sono risposte per questo. Cosa posso fare io perché un bambino soffra di meno? Stargli vicino. E la società cerca di avere centri di cura, di guarigione, centri di aiuto palliativi, cerca che si sviluppi l’educazione dei bambini con malattie. Si deve lavorare tanto”.

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