Papa Francesco esalta la famiglia. E poi approva le virtù eroiche di due coniugi

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Ha continuato le catechesi della famiglia, soffermandosi sulla bellezza e il mistero del matrimonio. E nella stessa giornata a approvato le virtù eroiche di due coniugi, due storie di santità che hanno ognuna una approvazione separata, ma che si sono nutriti l’uno della santità dell’altro, quella dei coniugi Sergio e Domenica Bernardini. Si può così dire che la giornata di Papa Francesco è stata la giornata della famiglia.

È stata una giornata intensa, come ogni mercoledì. Il Papa ha l’udienza generale, ma ha anche in programma l’incontro con il Cardinale Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Ma è una giornata intensa anche in Vaticano. Il 6 maggio è il giorno del Sacco di Roma, ed è il giorno in cui tradizionalmente prestano giuramento le nuove reclute del Corpo della Guardia Svizzera. È la prima volta da comandante per Cristoph Graf, e si sente l’emozione del momento sia alla Messa celebrata nella mattinata dal Segretario di Stato, il Cardinal Pietro Parolin, sia in serata, quando – di fronte a un parterre di tutto rispetto, molto germanofono – il cappellano della Guardia Svizzera Pascal Bruni chiede “Alabardiere, chi sei tu?” e poi risponde che questi è un profeta, perché ha tramutato la sua alabarda in uno strumento di pace.

Papa Francesco ha imparato ad apprezzare il lavoro della Guardia Svizzera in questi due anni di Pontificato, come testimonia il discorso che ha dedicato loro ricevendoli negli scorsi giorni. In questi due anni di pontificato, ha anche moltiplicato, passo dopo passo, i suoi pronunciamenti in favore della famiglia. Dedica alla famiglia la terza catechesi di fila. Sottolinea che il matrimonio cristiano “è un sacramento che avviene nella Chiesa, e che anche fa la Chiesa, dando inizio ad una nuova comunità familiare,” ed è “un grande atto di fede e di amore”, perché “testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre sé stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche del libero consenso che costituisce il matrimonio.”

Papa Francesco ha spiegato che “la Chiesa stessa è pienamente coinvolta nella storia di ogni matrimonio cristiano: si edifica nelle sue riuscite e patisce nei suoi fallimenti. Ma dobbiamo interrogarci con serietà: accettiamo fino in fondo, noi stessi, come credenti e come pastori, questo legame indissolubile della storia di Cristo e della Chiesa con la storia del matrimonio e della famiglia umana? Siamo disposti ad assumerci seriamente questa responsabilità?”

Erano certamente disposti a prendere seriamente questa responsabilità i coniugi Bernardini, e di ciascuno di loro il Papa ha riconosciuto le virtù eroiche. Prima di conoscere Domenica, Sergio Bernardini era già stato sposato, ed aveva avuto tre figli. In soli cinque anni, una serie di lutti famigliari portò lui via prima il padre e la madre, poi la sorella, poi la moglie e infine i tre bambini. Emigrato negli Stati Uniti, ritornato nel suo paese nei dintorni del modenese, e incontra Domenica, più giovane di lui, che conosce la sua storia e lo ama. Si sposeranno presto, e faranno dieci figli, otto dei quali consacrati e missionari. Adotteranno anche un seminarista a distanza, padre Felix, che diventerà il più giovane vescovo del mondo, consacrato a soli 33 anni. Sarà lui a presiedere poi la Messa di consacrazione episcopale di un altro dei figli della coppia, Padre Germano, inviato a Smirne.

Le virtù eroiche dei coniugi Bernardini sono solo due dei provvedimenti che Papa Francesco ha approvato al Cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. C’è finalmente l’ufficialità dell’equipollenza del missionario francescano Junipero Serra, l’evangelizzatore della California che Papa Francesco canonizzerà a Washington il prossimo 23 settembre.
Ma la lenzuolata di nuovi santi, beati e venerabili regala altre storie. Sono approvati i primi martiri provenienti dal Laos, che saranno beatificati e che rappresentano forse una tappa di quella diplomazia dei martiri che Papa Francesco vuole mettere in atto per aprire i rapporti con i Paesi asiatici, lì dove – come in Laos – non ci sono relazioni diplomatiche. I due nuovi martiri sono il missionario Oblato di Maria Immacolata (OMI) Mario Borzaga e il catechista laotiano Paul Thoj Xyooj, uccisi nel 1960 dalle milizie comuniste, mentre viaggiavano verso un villaggio che aveva chiesto la visita del missionario di origini italiane.

Poi c’è Giulia Colbert, nipote di quel Colbert che fu ministro delle Finanze di Luigi XIV, giovane bella, ricca, amica di Carlo Alberto, del Conte Camillo Benso di Cavour e della Torino altolocata, è una delle personalità più interessanti dell’Ottocento. Se non altro per quella scelta, completamente controcorrente, di dedicarsi ai poveri, piuttosto che alla bella vita. Insieme al marito, fondò congregazioni religiose, si dedicò al recupero delle ragazze sbandate, mise a punto una riforma delle carceri che fece invidia all’Europa e fondò il primo ospedale pediatrico per bambine e ragazze disabili, dove don Bosco prestò servizio ed ebbe l’idea dell’Oratorio Salesiano.

Spicca anche la storia di Giacinto Vera, primo vescovo di Montevideo, Uruguay, la cui carità era proverbiale, tanto che donò ai poveri il denaro che alcuni suoi sacerdoti gli avevano affidato.

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