L’officina di Bernini

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A Palazzo Barberini, Polo Museale della Città di Roma, si può visitare, fino al 24 maggio, 2015, la coinvolgente mostra “Il laboratorio del genio. Bernini disegnatore”. Giovan Lorenzo Bernini (Napoli, 7 dicembre 1598 – Roma, 28 novembre 1680) fu scultore architetto e pittore che per più di sessant’anni dominò la scena artistica di Roma, collaborando con ben otto pontefici e contribuendo a segnare profondamente il volto della Roma barocca. Bernini – detto il “Michelangelo del suo tempo” – fu artista completo e multiforme. Scultore eccelso e pittore, architetto sommo e scenografo, ma anche autore di opere grafiche – apparentemente minori – come caricature, illustrazioni di libri e disegni per le monete e le medaglie pontificie.

In sostanza: non vi è stata branca della produzione artistica – compresi gli allestimenti celebrativi e le rappresentazioni teatrali – che non abbia visto Bernini eccellere al punto di essere considerato come un vero e proprio “dittatore” del mondo artistico del Seicento romano: da Piazza san Pietro alla Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, dal Palazzo di Montecitorio all’Elefante obeliscoforo della Minerva, dalla Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona all’ Estasi di Santa Teresa d’Avila in Santa Maria della Vittoria.

Per darci un saggio suggestivo di tanta geniale creatività, colta nella sua fase ideativa e progettuale, la mostra di Palazzo Barberini ha radunato circa 150 opere di piccola scultura, di grafica e di disegno di Bernini. Hanno cooperato la Soprintendenza per il Polo Museale Romano, diretta da Daniela Porro, e il “Museum der bildenden Künste” di Lipsia, diretto da Hans-Werner Schmidt, con la cura scientifica di Jeannette Stoschek, Direttrice del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe di Lipsia, di Sebastian Schütze, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Vienna e di Giovanni Morello, già Curatore dei Musei della Biblioteca Apostolica Vaticana, noto studioso dell’opera di Bernini.

Nel 1714 la “Ratsbibliothek” di Lipsia aveva acquistato – dal mercante e collezionista italiano Francesco Antonio Renzi – una raccolta 200 di disegni opera di Bernini e di Salvator Rosa. I circa 100 fogli autografi di Bernini provenivano dalla celebre collezione della regina Cristina di Svezia, che era stata in amichevoli rapporti con lo stesso Bernini. Nel 1954 i disegni sarebbero passati dalla biblioteca di Lipsia al “Museum der bildenden Künste della stessa città”. Trascorsi 300 anni, vediamo oggi tornare a Roma un’ampia selezione di quei disegni di Giovan Lorenzo Bernini offerta al pubblico nelle sale prestigiose di Palazzo Barberini, lì dove Bernini era spesso entrato per incontrare Urbano VIII (Maffeo Barberini) e i cardinali Francesco ed Antonio Barberini, suoi amici e munifici committenti. Si tratta di 50 fogli di disegni provenienti da Lipsia, insieme ad un consistente numero di altri disegni di Bernini – e di Francesco Borromini, prima suo collaboratore e poi fiero avversario – prestati dalle collezioni reali di Windsor Castle, dal British Museum, dall’Albertina di Vienna, dall’Istituto Centrale della Grafica di Roma, dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze e da altre importanti raccolte.

“Il laboratorio del Genio. Bernini disegnatore” – con un allestimento ad un tempo discreto, umbratile e sontuoso – vuole fissare l’attenzione sull’attività grafica di Giovan Lorenzo Bernini e offrire una visione per quanto possibile completa della sua straordinaria facilità al disegno. Bernini eccelleva nell’arte del disegno fin dalla giovane età e nella sua formidabile carriera il disegno e la sua pratica avrebbero costituito il costante fondamento della creazione artistica sia in scultura che in pittura. Sostando davanti a quei disegni comprendiamo come Bernini, con pochi tratti, anticipasse nella loro essenzialità opere spesso colossali, figure marmoree, portali architettonici di cui si intuisce già dal bozzetto grafico l’efficacia visiva e spaziale.

La mostra è stata suddivisa in sei sezioni: “Autoritratti, ritratti e caricature”; “Accademie e disegni dall’antico”; “San Pietro e il Vaticano”; “Cappelle, santi, angeli e altari”; “Fontane, obelischi e statue” e “Arti minori” di cui vediamo la cellula germinale negli schizzi e nei disegni: officina dell’immensa produzione artistica di Giovan Lorenzo Bernini.

Nalla foto: Giovan Lorenzo Bernini, “Studio di angelo”, 1673-74.

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