La mattina del Papa, vescovi coreani e confessori

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Un incoraggiamento duraturo, così il Papa ha salutato i vescovi coreani che hanno concluso la loro visita ad limina. “La memoria, la gioventù e la missione di confermare i fratelli nella fede” sono stati tre aspetti rilevanti di quel viaggio ha ricordato il Papa. Un pensiero speciale anche per l’apostolato in particolare per i giovani“la Chiesa diventerà il lievito nel mondo che il Signore ci esorta ad essere”. Vi chiedo – ha detto infine Papa Francesco rivolgendosi ai vescovi coreani – di essere veri padri, “di essere servitori, come Cristo che è venuto per servire e non per essere servito”. In mattinata il Papa ha anche ricevuto i partecipanti al Corso sul foro interno promosso a Roma dal Tribunale della Penitenzieria che hanno applaudito il Papa ricordando che oggi ricorre il 57.mo anniversario del suo ingresso nella vita religiosa.

Nel suo discorso il Papa ha detto i Sacramenti sono il luogo della “tenerezza di Dio per gli uomini” e ad ha aggiunto: “Non dimentichiamolo mai, sia come penitenti che come confessori: non esiste alcun peccato che Dio non possa perdonare! Nessuno! Solo ciò che è sottratto alla divina misericordia non può essere perdonato, come chi si sottrae al sole non può essere illuminato né riscaldato”. Ed ha spiegato che “né confessore di maniche larghe, né confessore rigido sono misericordiosi perché “nessuno dei due si prende il penitente come fratello, lo prende per mano e lo accompagna nel suo percorso di conversione!” Parlando di conversione il Papa ha detto: “Ci è dato anche, spesso, di assistere a veri e propri miracoli di conversione.

Persone che da mesi, a volte da anni sono sotto il dominio del peccato e che, come il figliol prodigo, ritornano in sé stesse e decidono di rialzarsi e ritornare alla casa del Padre (cfr Lc 15,17), per implorarne il perdono. Com’è bello accogliere questi fratelli e sorelle pentiti con l’abbraccio benedicente del Padre misericordioso, che ci ama tanto e fa festa per ogni figlio che ritorna a Lui con tutto il cuore!”. Il Papa ha anche indicato la necessità di “tenere sempre lo sguardo interiore rivolto al Cielo, al soprannaturale” quando si confessa, nella consapevolezza “che nessuno è posto in tale ministero per proprio merito”, ma “per pura grazia di Dio”. Infine un invito soprattutto in questo tempo quaresimale, dedicarsi generosamente all’ascolto delle Confessioni, “così che il popolo di Dio possa giungere purificato alla festa di Pasqua, che rappresenta la vittoria definitiva della Divina Misericordia su tutto il male del mondo”.

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