Silenzio, per far parlare i martiri giapponesi

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Avevamo letto, tempo fa, <Silenzio> di Shusaku Endo,  e quel romanzo ci aveva profondamente colpito,  con le sue domande <scomode>, con la sua sofferenza concreta e con la possibilità di scoprire un capitolo doloroso e sconosciuto  ai più della storia del cristianesimo. Oggi sappiamo che diventerà un film, realizzando così un progetto a lungo accarezzato  da Martin Scorsese, con un cast di tutto rispetto: Liam Neeson, Adam Driver,  Tadanobu Asano, e l'”Uomo Ragno” Andrew Garfield. Le riprese sono cominciate il 19 gennaio scorso e l’uscita nelle sale del film è prevista per la fine dell’anno. 

Intanto padre McCuarta e i suoi collaboratori dell’Archivium Romanum Societatis Jesu stanno collaborando strettamente al lavoro della troupe. Numerosi altri esperti della Compagnia, a Los Angeles, hanno collaborato alla pre-produzione, tra questi l’italiano Emilio Zanetti, scelto poi, insieme a un confratello, per seguire le riprese che avverranno a Taiwan.

<Silenzio > ebbe grande successo alla sua pubblicazione, nel 1966, ma poi, come spesso accade, è finito nel dimenticatoio, ma non per il regista americano, che per vent’anni ha inseguito il sogno di trasformarlo in film. Difficoltà di ongi genere hanno ostacolato il progetto, persino una querelle giudiziaria con Vittorio Cecchi Gori. Ma ora la grande avventura, così come lo stesso regista l’ha definita, è cominciata ed è lecito attendersi un risultato quantomeno interessante. Il romanzo è un capolavoro, possiamo affermarlo senza paura di usare un termine tanto abusato, ma proprio per questo non sarà facile che il film sia all’altezza delle pagine che lo ispirano. Anzi, bisogna ricordare che spesso e volentieri i film tratti da grandi romanzi sono stati deludenti, se quando non sono arrivati anche a <tradire> lo spirito dell’opera.

<Silenzio>  è ambientato in Giappone al tempo della grande persecuzione contro i cristiani iniziata nel 1587 con lo shogun (generale) Hideyoshi e continuata poi dallo shogun Tokugawa a partire dal 1614. Un gran numero di fedeli e molti missionari e sacerdoti locali morirono come martiri, spesso in seguito a terribili torture.  L’indomito padre gesuita Cristovao Ferreira, missionario da anni in Giappone, ha rinnegato la vera fede ed è diventato apostata. La notizia che si diffonde in Spagna, a Roma, in Portogallo, è sconvolgente e la Compagnia di Gesù decide di inviare laggiù due giovani fratelli, Sebastiao Rodrigues e Francisco Garrpe, per scopire cosa sia realmente avvenuto. I due gesuiti, però, pieni di ideali e di grande ammirazione per il padre Ferreira, si scontrano ben presto con la realtà del Giappone e delle persecuzioni.  La vita i fa sempre più difficile, il martirio è sempre più vicino e ben presto l’ardente fede di padre Rodrigues deve fare i conti con il fatto che i sospetti cristiani vengono costretti dalle autorità giapponesi a calpestare immagini sacre: chi si rifiuta viene torturato e ucciso, mentre chi accetta viene deriso e costretto a vivere ai margini della società, rifiutato tanto dalla comunità cristiana quanto dai giapponesi. La vita in Giappone si fa sempre più difficile per Rodrigues che ora vive in prima persona le persecuzioni e che finisce, evangelicamente, per essere tradito dall’amico Kichijiro, il suo «Giuda», mentre implora Dio di rompere il suo «silenzio».

Shusaku Endo (nato nel 1923 e scomparso nel 1996) è uno dei maggiori scrittori giapponesi. Battezzato per volontà della madre,  appassionato e cultora della letteratura francese, vissuto a lungo in Europa, in particolare in Francia, dopo la pubblicazione dei suoi primi romanzi è stato definito il  Graham Greene giapponese per aver scelto spesso di descrivere la fragilità umana di fronte al mistero divino. Nella tormentata vicenda  raccontata da Endo con grande efficacia (grazie anche ad una bellissima scrittura poetica, capace di descrivere straordinariamente il paesaggio giapponese e la vita dell’epoca) , documentando le vicende di un periodo storico preciso,  si specchiano drammaticamente temi molto complessi:  da una questione più propriamente storica e sociologica sull’atteggiamento dei giapponesi nei confronti della religione cattolica e del cristianesimo in generale, al terribile dilemma sulla scelta di proclamare la propria fede o di salvare la vita ad altri confratelli e convertiti, ai dubbi  e alle delusioni con cui viene provata ogni scelta personale, in primis proprio quella religiosa.

 

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