Benedetto, due anni dopo

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Sono passati esattamente due anni da quella declaratio con cui Papa Benedetto XVI ha cambiato la storia della Chiesa contemporanea. Era l’11 febbraio 2013, memoria liturgica della Madonna di Lourdes, Giornata Mondiale del Malato e anniversario della firma dei Patti Lateranensi. Un giorno di festa in Vaticano.

Sono bastate poche righe pronunciate in latino a far vedere il Pontefice bavarese sotto tutt’altra luce. Ma limitare il Pontificato di Benedetto XVI alla sua rinuncia è onestamente riduttivo, sbagliato e fuori di ogni logica.

Per capire il messaggio di Joseph Ratzinger bisogna partire, crediamo, dal suo motto episcopale. Cooperatores Veritatis. Cooperatori della Verità. Questa frase è stata la sua stella polare da Papa . A partire da quella sfida lanciata a viso aperto contro la dittatura del relativismo, 24 ore prima di essere eletto dai cardinali successore di Giovanni Paolo II.

Malgrado spesso e volentieri lo si neghi, l’opera di Papa Francesco prosegue nel solco indelebile tracciato dal suo ‘amato e venerato predecessore’. La lotta senza quartiere alla sporcizia nella Chiesa – denunciata dal Cardinale Ratzinger nella Via Crucis 2005 – messa in atto in questi mesi da Jorge Mario Bergoglio è logica conseguenza delle scelte operate da Papa Benedetto XVI. Basti pensare al Motu proprio sulla trasparenza finanziaria o alla vera e propria crociata contro i preti pedofili scatenata da Benedetto.

Aveva promesso obbedienza al successore e Benedetto XVI, salito sul monte, non è mancato alla promessa fatta. E’ rimasto nell’ombra della preghiera. Una preghiera costante per la Chiesa e per il suo successore. Rarissime in questi due anni le apparizioni in pubblico. E tutte su esplicita richiesta di Papa Bergoglio, a testimoniare il legame che lega i due successori dell’Apostolo Pietro.

A distanza di due anni dalla rinuncia sono ancora molti i detrattori di Papa Benedetto che non perdono occasione per fare inutili confronti tra Ratzinger e Bergoglio. Dimenticando però le molteplici occasioni in cui Francesco ha pubblicamente esaltato la figura e l’operato del suo predecessore. Poco meno di otto anni di regno in cui la barca della Chiesa, con al timone Benedetto XVI, ha combattuto la battaglia della Verità con trasparenza e umiltà.

E dal suo ritiro del Mater Ecclesiae, sulle orme di San Paolo, anche Benedetto può dire: “Ho combattuto la buona battaglia. Ho conservato la fede”. “Una fede robusta ed esigente – per dirla come il Cardinale Bertone nell’indirizzo di saluto nell’ultima messa pubblica di Benedetto XVI – una  forza dell’umiltà e della mitezza, assieme ad un grande coraggio, che hanno contraddistinto ogni passo della Sua vita e del Suo ministero, e che possono venire solamente dallo stare con Dio, dallo stare alla luce della parola di Dio, dal salire continuamente la montagna dell’incontro con Lui per poi ridiscendere nella Città degli uomini”.

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