Giornata del Malato: a colloquio con l’Unitalsi

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In occasione della XXIII giornata del malato papa Francesco invita a celebrarla con la ‘sapientia cordis’: “Questa sapienza non è una conoscenza teorica, astratta, frutto di ragionamenti. Essa piuttosto, come la descrive san Giacomo nella sua Lettera, è ‘pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera’ (3,17).

E’ dunque un atteggiamento infuso dallo Spirito Santo nella mente e nel cuore di chi sa aprirsi alla sofferenza dei fratelli e riconosce in essi l’immagine di Dio”. Per comprendere meglio l’essenza di questo messaggio abbiamo chiesto aiuto al presidente dell’Unitalsi, Salvatore Pagliuca:

“Il tema di questa giornata è tratto da un passo del Libro di Giobbe: ‘Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo’, un richiamo che per il Papa va letto ‘nella prospettiva della sapientia cordis, la sapienza del cuore’. Papa Francesco incentra tale sapienza del cuore nel servizio che il cristiano deve offrire a chi è in difficoltà, a quel vicendevole aiuto che proviene dal piegarsi sulle sofferenze altrui per ricavarne un percorso di santificazione”.

Cosa significa stare accanto al malato?
“Significa soprattutto riconoscere le persone nella loro complessità e globalità, non pensare a loro nei termini dei problemi che portano, ma solo e soltanto come persone da incontrare, conoscere e riconoscere. Significa dire, con un messaggio chiaro ed esplicito: anche tu esisti, non sei invisibile, mi interessa la tua vita, significa ancora non ridurre la persona al suo problema, ma riconoscerle la capacità di scegliere per sé piccoli gesti, piccole azioni che le consentiranno di sopravvivere, di vivere meglio e magari di scegliere per sé un cambiamento.

L’Unitalsi cerca di offrire alle persone con disabilità o in stato di disagio sociale, prive dei principali riferimenti familiari, la possibilità di vivere in modo indipendente e autonomo, migliorando la qualità di vita e offrendo opportunità di potenziamento delle proprie capacità e di sviluppo delle proprie autonomie per restituire loro la dignità di uomini e garantire l’esigibilità e la fruibilità dei diritti di cittadinanza.

L’impegno dell’Unitalsi in ogni sua sede locale, regionale o nazionale, è dunque innanzitutto quello di continuare a costruire percorsi di incontro e riconoscimento; riconoscimento della persona, che è sempre e comunque persona, in qualsiasi condizione si trovi a vivere perché la persona non è mai tutto e soltanto ciò che fa o la condizione in cui vive, ma è prima di tutto persona, con problemi e potenzialità, risorse, volontà e capacità, che in quel momento, in quel contesto specifico sono più o meno attivate. Il bisogno di riconoscimento è il primo bisogno dei bambini; così anche per gli adulti: chi non è riconosciuto come uomo/donna diventa invisibile, marginale, muore”.

Nel messaggio il papa smaschera anche chi in nome della ‘qualità della vita’ per eliminare i malati: perchè il malato è sentito come un peso?
“Il diffondersi di condizioni di disagio fisico e materiale ha accompagnato lo sviluppo di molte città e delle metropoli e molte persone con bisogni specifici, ma con una serie di fattori comuni quali la grave situazione di povertà, l’isolamento sociale, la rottura dei legami sociali e familiari ed il deterioramento fisico, vengono percepite come persone con uno standard qualitativo di vita infimo e, per l’affermarsi della cultura dello scarto, vengono ritenute inutili, di peso alla società ed alla famiglia, per cui è facile ipotizzare la loro eliminazione”.

Quale attenzione verso il malato l’Unitalsi promuove?
“La condivisione è lo stile di vita dell’UNITALSI, una condizione che ci porta a camminare insieme ogni giorno ben oltre i pellegrinaggi e lo spirito di condivisione favorisce la realizzazione di tutte quelle iniziative che vengono promosse a livello locale e sono finalizzate a ridurre il rischio di isolamento sociale degli anziani e dei disabili, a ridurre le condizioni di povertà ed il pericolo di esclusione sociale.

‘La vostra opera è evangelica proprio, è il ministero della consolazione. … cercate sempre di essere sguardo che accoglie, mano che solleva e accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza. Non scoraggiatevi per le difficoltà e la stanchezza, ma continuate a donare tempo, sorriso e amore ai fratelli e alle sorelle che ne hanno bisogno’:

papa Francesco, nel corso della storica udienza del 9 novembre 2013 per i 110 anni di fondazione associativa, ha riconosciuto all’Unitalsi il valore dell’amorevole ‘ministero della consolazione’ verso chi è nella malattia. In questa missione affidataci dal Santo Padre è custodito l’invito ad una religiosità impegnata, capace di animare una pastorale delle comunità, aperta al contributo generoso di tutti e, soprattutto, capace di farsi prossima al prossimo con discrezione, offrendo un sussidio impregnato di vangelo”.

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