Storie di sacerdoti: Charles Vella, una vita dedicata alla famiglia

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Sessant’anni vissuti da sacerdote sono tanti. E molti vissuti per aiutare le famiglie. É la storia di monsignor Charles G. Vella, maltese di nascita ma milanese di adozione, con una grande passione per la concretezza. Giornalista al Concilio Vaticano II, regista della BBC, scrittore, esperto di pastorale familiare e amico di Don Verzè come di tanti uomini politici, del mondo della finanza e dello spettacolo. L’ho incontrato qualche giorno prima l’anniversario della ordinazione di sacerdozio a Roma. E mi ha raccontato la sua vita. Una storia che comincia a Malta nell’ hotel del papà, lavorando. Poi il sacerdozio e subito la passione per la educazione familiare nata dall’amicizia. “ Quando tornavo a casa per le vacanze da giovane sacerdote, erano tanti gli amici, fidanzati o giovani sposi, che mi chiedevano consigli. Così è nato CANA. All’inizio facevamo gli incontri nell’ hotel di papà a Sliema.” “Sono nato a Malta sulla costa di Gzira il 27 Giugno 1928, ma non mi sono mai sentito di far pienamente parte di un’isola. Sono cresciuto sulla promenade della Tower Road, in Sliema, nell’hotel di proprietà della mia famiglia”. Poi la vocazione, gli studi a Roma e la ordinazione a Roma al termine dell’Anno Mariano il giorno 8 Dicembre 1954. Giovane prete va a Chicago e scopre, il nuovo approccio per la preparazione dei matrimoni, Di Monsignor John Egan, diventa amico di Pat e Patty Crowley, fondatori del CFM (Christian Family Movement). Essi furono anche chiamati direttamente da Papa Giovanni XXIII come membri del Concilio Vaticano Secondo e della Commissione “Humanae Vitae”. “Sono stati loro i miei mentori nel promuovere il mio rientro a Malta per il Movimento di Cana.”

Il “Cana Movement”, nasce grazie all’ arcivescovo Micheal Gonzi nel gennaio del 1955. Un movimento laico che offra servizi sociali e pastorali per la preparazione di coppie al matrimonio, un movimento di base con gruppi di famiglie, con lo scopo di evangelizzare altre famiglie. Gonzi lo definisce “provvidenziale per Malta” e durante il Concilio nel parla ai padri riuniti in vaticano. É il 1964. In Italia Vella arriva con Cana grazie al vescovo di Prato Pietro Fiordelli. L’Italia stava attraversando un cambiamento radicale, l’introduzione del divorzio e dell’aborto, ha trovato la Chiesa impreparata da un punto di vista pastorale. Erano pochi, nel corso degli anni sessanta e dei primi anni settanta, i corsi di preparazione al matrimonio o di consulenza matrimoniale, che a Malta erano cominciati nel 1951. Vella lascia Malta, affida Cana al giovane don Louis Camilleri, e segue le indicazioni di Madre tersa di Calcutta che gli dice: “ Malta ha ricevuto un grande beneficio da parte tua, ed ora puoi dare tanto anche al di fuori di Malta. Malta è troppo piccola per te. Va e fai il volere di Dio”.

A Milano trova subito l’accordo con don Giuseppe Zilli, editore di “Famiglia Cristiana”, ed i Vescovi italiani e diventa primo direttore del CISF, Centro internazionale studi famiglia. Apre subito una rivista, “Famiglia Oggi” con la collaborazione di Don Antonio Sciortino. Nasce un Comitato Scientifico di esperti, un gruppo multidisciplinare di cui fa parte anche Don Dionigi Tettamanzi, allora professore di Teologia Stavano nascendo i consultori familiari, don Charles viene chiamato in tutta Italia: “Con una piccola “equipe” di collaboratori tra i quali lo psicologo Giulio Fontò. Vengono creati circa 120 centri oltre alla fondazione della “Confederazione dei Consultori Familiari d’Ispirazione Cattolica”, del quale Don Dionigi Tettamanzi fu Assistente. A dieci anni dalla di Papa Paolo VI, organizza un convegno internazionale per fare una valutazione dall’enciclica. 400 partecipanti per 3 giorni di congresso presso la sede di “Famiglia Cristiana”, provenienti da circa 35 paesi e da ogni continente.

“Non è stato facile trovare un Cardinale per la lezione inaugurale- ricorda don Charles- tre italiani rifiutarono. Quello che alla fine accettò il mio invito fu il Cardinale Karol Woytyla, l’allora arcivescovo di Cracovia, in Polonia. Poche settimane prime mi fece pervenire il testo in italiano ed inglese sul tema “Amore, Fecondo e Responsabile”. Il Cardinale enfatizzò il valore dell’amore nella vita matrimoniale ed anche il primato della coscienza. C’è un aneddoto che monsignor Vella ama ripetere: Un giornalista mi chiese perché avessi invitato uno sconosciuto Cardinale polacco e non un italiano. Non potevo rivelare che tre cardinali italiani si erano rifiutati in quanto ritenevano l’argomento troppo caldo, mentre il Cardinale Woytyla accettò subito. Per evitare di rispondere dissi: “Perchè lui sarà un futuro Papa”! Tre mesi dopo l’incontro di Milano fu eletto Papa.

Dalla famiglia ai comitati etici. É il 1984, l’etica non era quasi mai menzionata in Italia né era insegnata a medici e infermieri. Solo l’Istituto Europeo Oncologico, diretto dal Prof. Umberto Veronesi, ed il San Raffaele, diretto da Don Luigi Maria Verzé, avevano introdotto un Comitato Etico. Entrambi furono invitati a parlare della loro esperienza e fu proprio da questo evento che si cominciò a trattare l’etica in Italia. “Fu in quell’occasione che incontrai Don Luigi Maria Verzé, il fondatore dell’Ospedale, dell’Università e del Centro di Ricerca San Raffaele a Milano.” Don Verzè gli chiede aiuto e il Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano lo incoraggia. Inizia la collaborazione come Responsabile delle Relazioni Sociali, dell’Ufficio Stampa, Pubblicazioni, Etica e il coordinamento dell’assistenza pastorale con i Cappellani. “Nel frattempo, nei week-end, continuavo a viaggiare per la pastorale familiare e i Consultori in varie diocesi, oltre le visite a Malta divento rappresentante del governo maltese presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo nella commissione delle Politiche Sociali e membro di CAHBI (per l’Etica). Al San Raffaele affronta le scontanti tematiche dalla bioetica dalla procreazione assistita alla ricerca di cellule staminali, ai trapianti, fino ai malati terminali, sempre alla luce del Magistero.

Al Consiglio d’Europa organizza il colloquio “Verso una più grande Giustizia Sociale in Europa: la sfida alla emarginazione e alla povertà”, per mantenere aperta la finestra del cuore verso gli ultimi. Don Charles continua a dividersi tra Malta, Milano e i tanti posti nel mondo dove porta la attenzione agli ultimi e alla famiglia. Riesce a portare a Malta il progetto di una filiale del San Raffaele. Ma poi il governo socialista di Alfred Sant lascia la collaborazione con don Verzè e l’ospedale viene costruito come Mater Dei Intanto il san Raffaele cresce con lo spirito del fondatore che dice monsignor Vella “considerava la medicina come un sacerdozio con un approccio olistico, con l’uomo al centro.” Ma arriva la tragedia del “crack” finanziario “dovuto ad investimenti errati e ad un abuso della fiducia sulla Provvidenza”, Don Luigi Maria Verzé muore il 31 Dicembre del 2011 nel suo stesso ospedale. “ Eppure la Santa Sede voleva risolvere ma poi tre cardinali del Nord Italia hanno convinto il Papa a lasciar perdere.” Sta di fatto che oggi il san Raffaele funziona, ma senza la spiritualità di Don Verzè, dice don Charles.

Ma questo non ferma la passione pastorale di don Vella. Riprende il suo cammino, continua il suo lavoro a San Giovanni Rotondo, a Casa Sollievo della Sofferenza, dove qualche settimana fa ha accompagnato uno dei consulenti finanziari di Papa Francesco. “ Il Papa vuole la conversione della gente, riportare tutti a Cristo” spiega. “ E senza le basi messe da Benedetto XVI il lavoro di Francesco non sarebbe stato possibile.” E se si parla del Sinodo per la famiglia dice: “hanno parlato troppo e pregato poco. I media poi hanno parlato solo dei divorziati risposati, ma i problemi della famiglia sono tanti.” E aggiunge. “ A guidare il Pontificio consiglio per la famiglia vorrei vedere una coppia.” E propone che i lavori del Sinodo vengano trasmessi in diretta. Ma il momento più bello è quello che vive nella sua Malta per celebrare i 60 anni di sacerdozio, l’8 dicembre scorso. Lo raccontano i giornali e le tv, ma soprattutto la gente che ha affollato la messa nella chiesa di St Gregory’s a Sliema.

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