Per battere la povertà presentato il Reddito di Inclusione Sociale

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Nelle scorse settimane è stato presentato dall’associazionismo italiano il Reddito di Inclusione Sociale (ReIS) per combattere la povertà: in Italia non mancano i motivi per occuparsi della povertà. Il 9,9% delle persone vive in povertà assoluta (dato 2013) mentre nel 2007 erano il 4,1%.

Il dato non si riferisce al fenomeno d’impoverimento che tocca una parte ben più ampia della popolazione, costringendola a rinunciare ad alcuni consumi che desidererebbe potersi permettere (come qualche apparecchio tecnologico o la possibilità di andare fuori città in estate) senza però impedire la fruizione dei beni e dei servizi essenziali.

Si tratta, piuttosto, di chi non raggiunge ‘uno standard di vita minimamente accettabile’ calcolato dall’Istat e legato a un’alimentazione adeguata, ad una situazione abitativa decente e ad altre spese basilari come quelle per la salute, i vestiti e i trasporti. Anche dopo la fine della crisi, l’Italia resterà più povera di prima; infatti la ripresa potrà ridurre l’attuale percentuale di povertà assoluta ma non di molto dato che la sua maggiore presenza è un fenomeno strutturale, così come il suo nuovo profilo.

Non si concentra più esclusivamente nel meridione e tra le famiglie numerose (con almeno tre figli) anche se queste rimangono le realtà dove risulta maggiormente presente. Gli ultimi anni, infatti, ne hanno visto l’incremento galoppante in segmenti della popolazione prima ritenuti immuni: il Nord, dove le persone in povertà assoluta sono aumentate dal 3,3% (2007) al 7,3% (2013), e le famiglie con due figli minori (dal 3,8% al 13,4%). Mentre la povertà raggiunge nuovi soggetti non abbandona, però, quelli che già da tempo affligge su larga scala, a partire da bambini e minori.

Quindi all’inizio del 2014 è nata l’Alleanza contro la Povertà in Italia, un insieme di soggetti sociali che decidono di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta nel nostro Paese. Nel perseguire questo obiettivo, l’Alleanza ha condotto un insieme di varie attività, tra loro collegate: ha svolto un lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica; ha promosso un dibattito basato sull’evidenza empirica concernente gli interventi esistenti e quelli proposti; si è confrontata con le forze politiche e continua ad esercitare pressione su di esse affinché compiano scelte favorevoli alla lotta contro la povertà; ha elaborato una propria dettagliata proposta di riforma.

Nell’introdurre la giornata il sociologo Mauro Magatti ha affermato: “La proposta avanzata dall’Alleanza contro la povertà in Italia del Reddito di Inclusione Sociale costituisce un metodo di politica sociale, per sottrarre la poca spesa sociale ad una logica di ricerca del consenso”. Il prof. Cristiano Gori, che ha curato il progetto, ha sottolineato che il Reis costituisce una proposta per affrontare in modo organico la povertà che i dati Istat ci dicono essere raddoppiata negli ultimi sette anni e riguardare ormai il 9,9% della popolazione. Per questo è urgente avviare un piano nazionale contro la povertà, da subito a partire dal 2015, impiegando inizialmente almeno 1,7 miliardi di Euro per arrivare a regime in un quadriennio ad una spesa di 7,1 miliardi, un centesimo della spesa corrente.

Francesco Marsico ha sottolineato la presenza in questo progetto di Caritas Italiana, che parte dalla fedeltà all’art. 3 della Costituzione Italiana: “Una comune fedeltà ai valori della Costituzione della Repubblica, come magistero civile non astratto, ma da inverare nella storia della nostra gente e del nostro paese, a partire dalle proprie specificità;

una comune passione per la persona umana, quale soggetto portatore di diritti inviolabili e di relazioni fondative per la nostra vita comunitaria, economica e sociale: la persona come valore e come volto, che diviene volti concreti di donne e uomini, di bambini, ragazzi, anziani che vivono o rischiano vite dimezzate dalle loro condizione economico sociali…

Una simile Alleanza non era mai stata costruita in Italia. E’ la prima volta, infatti, che un numero così ampio di soggetti sociali dà vita a un sodalizio per promuovere adeguate politiche contro la povertà. La sua nascita costituisce un segno tanto dell’urgenza di rispondere al diffondersi di questo grave fenomeno, quanto dell’accresciuta consapevolezza, in tutti i proponenti, che solo unendo le forze si può provare a cambiare qualcosa, dando indirizzi chiari, concreti, traducibili in scelte di governo nazionale e locale. Oggi diciamo con forza i nostri comuni obiettivi, ma il vero lavoro comincia domani nella comune volontà di costruire Alleanze territoriali in grado di moltiplicare consapevolezza, consenso, solidarietà fattiva”.

Il presidente nazionale delle Acli, Gianni Bottalico, ha concluso affermando che la storia è maestra di vita, perché dalle crisi si esce con le riforme sociali: “Per questo l’Alleanza vuole dire, al Governo ed al Paese, che l’obiettivo di dare risposte urgenti ed adeguate alla povertà, non può né deve essere più rinviato.

Il Governo ha una grande occasione per dimostrare ciò, prevedendo di finanziare nella legge di stabilità che sta per presentare, un Piano nazionale di contrasto alla povertà assoluta, che possa iniziare ad essere operativo già dal 2015 ed andare pienamente a regime nel corso del successivo triennio… Per questo siamo così determinati ad andare avanti.

Se guardiamo al percorso che abbiamo svolto negli ultimi due anni ci accorgiamo che abbiamo già fatto un grosso tratto di strada insieme, imparando a conoscerci ed a valorizzare le nostre diversità e le nostre specificità. Per questo oggi possiamo dire, come dimostra questo incontro, che l’Alleanza contro la povertà in Italia è una voce che è patrimonio comune del Paese e che punta a dare forma politica ed istituzionale a quelle energie diffuse e numerose che presidiano i territori e che affrontano con i mezzi che hanno a disposizione le crescenti situazioni di difficoltà. Noi siamo determinati e fiduciosi.

Sappiamo che il governo vorrà affrontare il tema di dotare anche l’Italia, quasi ultima in Europa sotto questo aspetto, di un Piano nazionale per il contrasto della povertà assoluta”.

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