Anno A SS Corpo e Sangue di Cristo

Pane e vino consacrati
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Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Gesù ci ha donato la sua carne perché la nostra vita possa varcare le soglie del provvisorio e camminare nei sentieri dell’eternità. Questo è un grande mistero, uno straordinario piano di salvezza pensato fin dal principio e attuato nella pienezza dei tempi.

Sappiamo bene che questo disegno del Padre non è stato compreso e ha scatenato discussioni e violenze fino ad arrivare al gesto estremo della crocifissione di Gesù. I Giudei non compresero e anche oggi molti non capiscono questo dono della vita di Gesù. Accettare l’umiliazione della gogna, sopportare il dolore della flagellazione e quella assurda corona di spine sul capo fa tremare. Ieri come oggi. Portare la croce non solo non ci piace ma lo riteniamo un sacrificio inaccettabile. Eppure il mistero della morte e della resurrezione vissuto da Gesù contempla inevitabilmente tutto questo.

Quello che cambia, però, è che oggi con noi a portare la croce c’è Gesù in prima persona che per sostenerci nel cammino doloroso della vita ci offre la sua carne e il suo sangue che è cibo di vita eterna. Nell’eucarestia, infatti, c’è la presenza viva e vera del Cristo che viene ad abitare in noi e resta con noi perché la nostra esistenza, consumata nel sacrificio, sia il segno tangibile dell’amore ricevuto e donato ai fratelli.

Ricevere Gesù, custodirlo nella parte più intima di noi stessi ci assicura forza e coraggio per spingere i nostri passi oltre il presente, gettando lo sguardo su un orizzonte di pace.

Sappiamo bene che l’Eucarestia è fonte, centro dal quale tutto proviene e tutto deve convergere. Nel pane e nel vino, vero cibo, presenza autentica del Figlio di Dio traiamo la forza per andare avanti e affrontare le difficoltà della vita presente scoprendo che da questa potente presenza dipende la nostra esistenza e la nostra gioia.

La Chiesa da oltre duemila anni ogni giorno, in ogni angolo della terra, rinnova e fa memoria dell’unico sacrificio di Cristo e offre questo mirabile cibo di vita a tutti i battezzati per alimentare la vita di fede e incoraggiare ciascuno ad affrontare ogni sofferenza, ogni paura, ogni disagio.

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